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La torta margherita della Zia Carla

Creato il 08 marzo 2014 da Margheritadolcevita @MargheritaDolcevita

La Zia Carla non era mia zia. Mai stata nemmeno parente alla lontana. La Zia Carla era la mia vicina di casa, sposata con un uomo che chiamavo Zio. La Zia Carla quando ero bambina è stata ben più Zia di Sorella Luna. Mi controllava, ogni tanto mi faceva da baby sitter, mi faceva andare nel suo orto, nel suo pollaio, lei e mia mamma parlavano divise dalla rete che tuttora divide i nostri giardini. La Zia Carla aveva solo sei anni più di Anacleto, e io me l’ero sempre immaginata molto più vecchia, come se a dividerli ci fossero due decenni. Vecchia vecchia invece era Nonna Iris (sì, avete indovinato, non era mia nonna davvero), ma lei la ricordo pochissimo, è volata in cielo mi dissero i miei quando avevo 5 o 6 anni, la prima morte di cui ho memoria. La Zia Carla preparava la torta più buona del mondo, assieme alla Zia Franca, anche lei vicina di casa, anche lei non una Zia vera e propria. La torta era la torta margherita, la più buona. Potete portarmi dolci da tutto il mondo, cucinati da chef pluristellati, ma mi dispiace nessun dolce sarà mai buono la metà della torta margherita della Zia Franca e della Zia Carla. La Zia Franca ci ha lasciati da quasi quattro anni, la Zia Carla invece se ne è andata l’altro ieri, un malore improvviso. Faccio fatica a pensarle da persona adulta quale sono. I ricordi dell’infanzia, per quanto sfumati, prevalgono sul passato recente, un passato recente in cui ero arrivata a dar loro del lei perché mi sentivo in imbarazzo ad usare il tu. E forse sembra stupido associarle vividamente solo a una torta. Ma voglio dire, Proust sulle madeleine ha scritto pagine e pagine e nessuno ha mai pensato che fosse un cretino o un insensibile, e poi so che a loro avrebbe fatto piacere. La torta margherita, quella di cui avevano dato la ricetta a me e mia madre ma non ci era mai venuta così buona. Non so, colpa del forno, colpa dell’acqua, colpa della mano diversa, o forse semplicemente ci mancava la magia per cui tutte le ricette delle nostre nonne sembrano sempre più buone di quanto non siano in realtà. Però la torta margherita era veramente spettacolare, una goduria. Era festa ogni volta che ne portavano una, per la gioia di mia madre che tentava invano di farmi restare a dieta. A un certo punto hanno smesso di mandarcele, ho sempre temuto che mia madre avesse detto loro qualcosa, non lo so, o forse mi vedevano e hanno pensato da sole che fosse il caso di evitare. L’ultima me l’ha portata la Zia Carla qualche anno fa, dopo la morte di mia madre, per Natale, la foto l’ho fatta con il vecchio cellulare per cui è un po’ così, naturalmente ne manca una fetta perché non è che puoi semplicemente guardarla senza mangiarla. Un altro tassello della mia infanzia che se ne va, mai più torte margherita, al posto del pollaio e dell’orto adesso, nell’incredulità generale, c’è un allevamento di pappagallini.

torta margherita



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