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La Turchia di Souad Sbai

Creato il 21 settembre 2011 da Istanbulavrupa

La Turchia di Souad SbaiSouad Sbai è una parlamentare berlusconiana tornata all’ovile dopo una breve parentesi finiana: ma per capire chi è veramente, piuttosto che consultare la sua biografia ufficiale vi consiglio di consultare il blog del suo massimo esegeta, Miguel Martinez (in arte, kelebek). Mi permetto di segnalare un suo farneticante articolo di argomento turco – anzi, anti-turco – sulla pubblicazione occidentalista L’Occidentale, organo della fondazione teo/ceo-con Magna Carta che fa riferimento al senatore Quagliariello.

Le perle:

- La pretestuosità della richiesta di scuse relativamente a quell’episodio increscioso [della Mavi Marmara] si deduce facilmente dal tempo che è passato. Un po’ troppo per chiedere ora, pena la rottura delle relazioni, delle scuse. Questa sciocchezza l’ha scritta recentemente anche un propagandista sionista, tal Stefano Magni: uno di quelli abituati a sventolare le bandierine . Nei fatti le richieste della Turchia sono state formulate immediatamente e non sono mai state modificate di una virgola;

- Cosa vuole Erdogan? Cosa cerca in queste sue scorribande? Semplice: una volta esplosa la crisi economica, proprio in quell’Europa alla quale aveva supplicato fino a ieri di aderire, ora il suo sguardo si volge ad est, a quel mondo in cerca di una guida. Insomma, Frattini è in buona compagnia (si fa per dire);

- Ci tengo a sottolineare che qui siamo dinanzi a una volata tutta personale di Erdogan, che addirittura minaccia lo stop alle forniture se Cipro dovesse assumere la presidenza semestrale dell’Unione europea nel secondo semestre del 2012. Ma le forniture di cosa? Io in effetti un’idea ce l’avrei;

- Lo schiaffo rifilatogli dal suo popolo in occasione della tentata riforma della costituzione in senso religioso è testimone di cosa abbia in mente da sempre. Questa è ignoranza allo stato puro, non può essere semplice malafede: e un partito serio (ma il PdL decisamente non lo è) persone del genere le cacciano via a pedate. Se fossi l’ambasciatore turco in Italia, però, una letterina al direttore che ha avallato la pubblicazione di questa porcheria gliela manderei.



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