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La Tv non è fuori moda

Creato il 23 maggio 2014 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

arton18887Siamo agli sgoccioli della campagna elettorale. Siamo alla fine delle ostilità, almeno quelle ufficiali, fatte di comizi e interventi televisivi. Si è tanto parlato dello strapotere dei social network ma questa campagna elettorale decisiva, per tutti, ma proprio tutti, si è svolta scegliendo le vie tradizionali: comizi in piazza e presenze in Tv. E le reti tradizionali sono state quelle più gettonate, proprio perchè la partita non si gioca sui canali “personalizzati” ma su quelli generalisti. Una campagna, dunque  tutta giocata sulla popolarità e l’effetto mediatico. Evidentemente a giocare un ruolo importante sono ancora le piazze e  le piazze catodiche.

Anche Grillo cambia strategia e torna in tv dopo 21 anni di assenza a Rai1, perchè la rete non basta più. Berlusconi, oramai poco decisivo,  ma frequentatore abituale, ha spopolato un po’ qua e un po’ là, ripetendo un repertorio conosciuto: ” noi eravamo, siamo e saremo all’opposizione di un governo che presenta la faccia giovane di Renzi ma, che sappiamo bene essere di sinistra, che il governo è di sinistra, che fa le stesse cose che ha sempre fatto la sinistra“. Insomma la sfida finale della campagna elettorale per le Europee si è giocata in televisione. Beppe Grillo a “Porta a Porta” per un faccia a faccia con Bruno Vespa che non si vedeva dal 1983, Matteo Renzi a “Piazza Pulita” su La 7 e  da Barbara D’Urso, poi Silvio Berlusconi a “Quinta Colonna”.

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Se gli ultimi sondaggi prima del silenzio pre elettorale parlavano di oltre il 40 per cento di elettori ancora indecisi su chi votare, i tre leader di M5S, Forza Italia e Partito democratico lanciano l’ultima offensiva sul piccolo schermo per accaparrarsi un voto in più. Quel voto di chi non sa ancora per chi votare e che sfiora i quattro milioni, il 15% dei voti validi e che determineranno vittorie e sconfitte.

E per i big politici i comizi e la tv restano l’arma finale.  Tutti sicuri del successo. Grillo :” siamo il primo partito e vinceremo sicuramente“, ma anche Renzi si dice sicuro di vincere e ricorda che ” il derby, domenica è tra rabbia e speranza, tra protesta e proposta, tra vaffa e idee“.

Una campagna elettorale fino all’ultimo respiro e utilizzando tutti gli strumenti anche quelli che qualcuno snobbava e considerava superati. Il  leader M5S che tanto ha attaccato i talk show in passato, marca, comunque, un cambio di strategia. Raggiunti tutti i cybernauti, finite tutte le piazze anche il guru della modernità deve inchinarsi – suo malgrado – al totem della televisione. Altro che web. Per sapere chi vincerà le elezioni bisogne attendere lunedi ma per molti chi ha vinto la campagna ellettorale  sono stati la “strana coppia” formata da Grillo e Vespa.La tv vince perchè è autoreferenziale – afferma Carlo Frecceroe da Vespa si è visto un pezzo di tv, il 29% di ascolti, incredibile”.  Gril

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lo, l’uomo della comunicazione globale, l’uomo della rete, dell’antitv, della comunicazione diversa si è seduto in poltrona, davanti a Vespa. Il futuro è la rete ma il presente, quello in cui Grillo deve prendere i voti, è la tv. Era d’obbligo lavorare su quel target che non riesce mai a toccare, quello trasversale che non usa la rete, doveva giocare là il suo colpo finale. Grillo è scaltro e utilizza il suo messaggio a seconda del medium che utilizza. Nelle piazze parla in un modo, nella rete cerca i colpevoli, e in tv fa il bravo ragazzo evitando le parolacce. Appare colui che racchiude in sè il malcontento generalizzato. Usa in modo assai spregiudicato parole e simboli. È un comico, un capo popolo, non un politico. Ha un movimento che lavora per lui e che dirige da dietro le quinte.

Leader molto più mediatici di quelli del passato, basti pensare a Renzi, così differente da Bersani, che come Grillo ha dimostrato indubbie doti di comunicazione, ben al di sopra di quelle della media dei politici, come al di sopra sono quelle di Berlusconi. Comunque  tutti e tre, dal punto di vista comunicativo, sono tre numeri, uno!

Avranno effetto sugli indecisi, cioè su quelli che hanno deciso di votare ma non sanno ancora per chi, e su quelli che sono propensi a non votare ma non ne sono ancora sicuri. Un elettorato sul quale le doti di comunicazione dei leader possono avere grande presa, tenendo presente che il voto per le Europee è meno legato alla vita, alle scelte ed alle necessità quotidiane o vinceranno gli euroscettici e gli eurocritici?  Moneta unica  o addio all’euro? L’Europa avrà una via d’uscita?

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La cosa sicura  e  più rilevante, è  che la televisione si riconferma punto  centrale. E che dopo tutti questi incontri/scontri televisivi, l’Italia attende la sua terza Repubblica.


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