Magazine Cultura

la vendetta del fattore...

Creato il 25 febbraio 2015 da Omar
la vendetta del fattore...Vengeance Is Mine (conosciuto anche con il titolo Sunday in the country) è un semidimenticato titolo appartenente alla cosiddetta canuexploitation - schiatta di pellicole, cioè, realizzate in Canada grazie ad un regime di particolare detassazione fiscale nei primi anni '70.
Firmato da un efficace cineasta nativo di quella terra, John Trent, il film è sicuramente uno dei migliori revenge-movie figli di quel periodo (da noi, uniformandolo al gusto bronsoniano allora in voga, i distributori lo ri-titolarono La giustizia privata di un cittadino onesto. Sì, vabbe'!).
Il grande Ernest Borgnine, attore magistrale che in questo lungometraggio riesce a superare sé stesso interpretando un ruolo che gli calza a pennello, è un tranquillo uomo timorato dal Signore, un contadinotto che vive nella sua fattoria assieme alla nipote cercando solo di starsene per i fatti propri. Ma quando una gang di rapinatori sopraggiunge a imporgli la propria presenza per ripararsi dalla polizia, una feroce sete di giustizia s'impossesserà dell'uomo, trasformandolo in un sadico torturatore che sevizierà i fuorilegge.
la vendetta del fattore...Film bello tosto, con momenti di compiaciuta violenza e una sottilissima linea a demarcare la legge dalla giustizia sommaria, Vengeance Is Mine è un pugno nello stomaco di rara limpidezza. A tratti ispirato da L'ultima casa a sinistra - sia per l'ambientazione rurale che per il tema dei tre criminali rifugiatisi nel posto sbagliato - è da intendersi come una sorta di gioiello che sicuramente, col senno di poi, andava un po' sgrezzato: la linearità della prospettiva campagnola infatti è talvolta troppo semplicistica, sicuramente un po' ingenua, soprattutto quando il personaggio del fattore viene dipinto come uno zotico redneck dalla mentalità chiusa in un guscio che dispensa a ripetizione i suoi aforismi sempre incentrati sul granoturco. Trent però ha le idee chiare e, cosa che gli fa onore, non punta all'exploitation nuda e cruda quanto piuttosto a una riflessione sul labile confine tra bene e male, giustizia e giustizialismo; banditi quindi splatter e crudeltà gratuite (eccetto forse per un paio di scene comunque poco grafiche) la visione d'insieme si regge quasi esclusivamente sul notevole apporto di un cast decisamente convincente (Borgnine a parte, si segnala anche un ottimo Michael J. Pollard); Indubbia la tensione nei momenti della vendetta, vigorosa la messa in scena, anche se il finale poteva essere più eclatante. Sparito completamente dalla circolazione, merita sicuramente un recupero doveroso.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines