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La versione di Barney - Mordecai Richler

Creato il 05 giugno 2015 da Luz1971
La versione di Barney - Mordecai Richler
Incipit: Tutta colpa di Terry. E' lui il mio sassolino nella scarpa. E se proprio devo essere sincero, è per togliermelo che ho deciso di cacciarmi in questo casino, cioè di raccontare la vera storia della mia vita dissipata. Fra l'altro mettendomi a scribacchiare un libro alla mia veneranda età violo un giuramento solenne, ma non posso non farlo. 
Se un lettore fosse spinto a leggere questo libro anche solo per curiosare fra pagine in cui si sospetta si celi lo stesso autore, sappiate che ne vale la pena. Posso annoverarlo fra "imperdibili" senza remora alcuna. Richler ha negato che il suo romanzo migliore fosse un libro autobiografico e probabilmente c'è da credergli. Tuttavia è probabile che nel romanzo ci sia molta della sua esperienza di vita. Il carattere dei personaggi, le abitudini e i vizi del protagonista, le sue paure e il suo modo di pensare sono realistici, poco esaltanti, molto umani insomma. Fa eccezione Miriam, che è descritta con venerazione, come donna perfetta. Una considerazione sull’autore: Mordecai viene da una famiglia modesta, emigrata in Canada dall’Europa orientale. Pur appartenendo ad una minoranza malvista e emarginata, dal niente, si conquista una vita di successo, anche economico, e diventa l’artista che sappiamo. Non ha avuto la possibilità di accedere a scuole prestigiose e non ha avuto aiuti da nessuno. Come tanti intellettuali ebrei la sua forza è venuta dalla sua intelligenza e volontà - per altro, Richler, come altri scrittori ebrei, accenna al diffuso universale antisemitismo senza enfasi e vittimismo, come un fatto naturale senza colpevoli.Lo stile di questo romanzo è interessante e molto originale. Il ritmo travolgente della narrazione, quella specie di monologo divagante che in realtà ha dentro un'organizzazione molto salda. L'invenzione verbale è proliferante, spumeggiante, continua, sempre piena di umorismo anche quando nomina cose tragiche. E' un tipo di narrazione che non è mai banale, prevedibile, ma che rompe invece di continuo gli equilibri, per lasciare spazio ad un caleidoscopio di fatti, persone, elucubrazioni che a volte, pur essendo momenti comici, strappano un'amara risata, e suscitano compassione verso il protagonista. Adoro il protagonista. Per quanto sia evidentemente e assurdamente intollerabile in molto di ciò che fa, è possibile assolvere Barney in ogni suo gesto. C'è come un senso di tragedia che incombe fin dall'inizio, e quando capiamo che ciò che abbiamo in mano è il diario di Barney, rieditato da uno dei figli, non possiamo che sentirci molto solidali con lui. Barney è l'uomo da cui ogni donna dovrebbe restare lontano, e lo dimostra il fatto che, pur avendo realizzato il sogno perfetto, con la perfetta Miriam, è capace di gettare via tutto al vento, solo perchè cede all'impulso di non essere secondo a nessuno. Faticosamente raggiunta la meta agognata, distrugge il "quadretto" con quello stesso atteggiamento superficiale di tanti momenti.
La versione di Barney - Mordecai RichlerMi piace il suo legame con il padre. E mi piace il suo senso dell'amicizia. Non capisco come abbia potuto sposare una tipa come la Seconda Signora Panofsky, perchè il motivo di crearsi una posizione sociale privilegiata non "tiene". Non è da Barney! E non possiamo neanche dire che la tipa grassa e insopportabile fosse amabile all'inizio. Sicuramente Barney ha bisogno di una donna "di sostanza" accanto, e Miriam è perfetta nel ruolo. Mi piace la lucida intelligenza di questa donna, il suo mirare all'essenziale, la sua consapevolezza come donna realizzata, che sa quel che vuole. Peccato per quell'epilogo squallidino. Perchè Barney alla fine è sconfitto, facendo un bilancio della sua vita tutta. E mi spiace perchè in realtà è un uomo estremamente buono. La sua fragilità lo condanna. E credo che il suo difetto più vistoso e insostenibile sia l'attaccamento alla bottiglia. Mi piace nel momento in cui pone Miriam addirittura prima dei suoi stessi figli. Perchè in realtà lei è un suo completamento, o meglio il suo alter-ego "materno". I figli sono entità autonome e realizzate, diciamo più un diretto prodotto di lei che di lui, che commette errori grossolani e scatena le antipatie precocissime di uno dei figli. Insomma, ho raccontato qualche sprazzo di romanzo e spero di non avere guastato la festa a nessuno che abbia intenzione di leggere questo capolavoro. Anche in questo caso devo concludere scrivendo che ne è stato tratto un film che merita di essere visto. E' stato anzi il film stesso a indurmi a leggermi il romanzo. Consigliatissimi entrambi.
Vi siete imbattuti anche voi in Barney e le sue vicissitudini? Libro? Film? O entrambi?

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