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La versione di Lucho

Creato il 04 aprile 2014 da Salone Del Lutto @salonedellutto

" ... giunge infine un momento in cui non c'è più bisogno di far la commedia, in cui il moribondo ha veramente perduto conoscenza, e coscienza, pur respirando ancora. E la famiglia, stremata di fatica, assiste per giorni, talvolta per settimane, a ciò che un tempo durava - ma in modo più drammatico e doloroso - qualche ora, al capezzale di una povera casa irta di tubi, nella bocca, nel naso, nel polso... E un bel giorno o una bella notte, la vita si arresta quando nessuno sta più attento, quando non c'è più nessuno vicino. [...] E si ammette ancora che i sopravvissuti abbiano diritto a una consolazione. Questo diritto, la società tende ormai a negarglielo: è il secondo grande mutamento intervenuto negli atteggiamenti di fronte alla morte. Oggi ci si vergogna di parlare della morte e del suo strazio, come un tempo ci si vergognava a parlare del sesso e dei suoi piaceri. La buona creanza vieta ormai qualunque riferimento alla morte. È morboso, si parla come se la morte non esistesse. Ci sono soltanto persone che scompaiono e di cui non si parla più, di cui si parlerà più tardi, quando si sarà dimenticato che sono morte. [...] Si capisce allora la frase di Pascal "Si morrà da soli" che ha perduto per i contemporanei molto della sua forza, perché oggi si muore quasi sempre soli".
da Storia della morte in occidente: dal medioevo ai giorni nostri, Philippe Aries, Éditions du Seuil

La versione di Lucho

Qualora io versassi in una condizione non più cosciente e autonoma, bensì incosciente o attaccato ai macchinari che mi tengano in vita. Qualora io non sia in grado, come Galgano o Orlando, di capire il sopraggiungere della morte. Qualora io, nel mio ultimo letto, non riesca a morire come Tristano, girandomi verso il muro e attendendo la fine. Qualora io non ci sia, chiedo che il mio corpo sia riportato a casa, mia o di persone amiche, con le accortezze del caso. Chiedo che al mio cappezzale, per una settimana, ogni giorno alle 17, vengano eseguite le seguenti opere:

giorno 1: W.A. Mozart - Serenata 13 in sol maggiore K.525 " Eine Kleine Nachtmusik" per quartetto d'archi.
S. Prokofiev - Toccata in re minore Op. 11 per pianoforte.
J.P. Sweelinck - Fantasia cromatica in re Swwv 258 per pianoforte.
C. Saint-Saëns - Introduzione e rondò capriccioso in la minore Op. 28 riduzione per violino e pianoforte.
F. Chopin - Improvviso in do diesis minore Op. 66 per pianoforte.

giorno 2: J.S. Bach - Suite inglese n. 2 in la minore Bwv 807 per pianoforte.
J.S. Bach - Suite inglese n. 6 in re minore Bwv 811 per pianoforte.
J.S. Bach - Fuga in si bemolle Bwv 954 per pianoforte.
J.S. Bach - Fantasia cromatica e fuga in re minore Bwv 903 per pianoforte.
C. Saint-Saëns - Danza macabra Op. 40 riduzione per violino e pianoforte.

giorno 3: F. Schubert - Quartetto per archi in re minore N.14 D.810 "La morte e la fanciulla".
J.S. Bach - Sonata in sol minore n.1 Bwv 1001 per violino solo.
F. Kreisler - "Liebeslied" in la minore per violino e pianoforte.
F. Chopin - Valzer in mi bemolle maggiore Op. 18 per pianoforte.

giorno 4: D. Scarlatti - Sonate K1 in re minore e K.113 in la maggiore per pianoforte.
L.V. Beethoven - Sonata n.9 Op.47 "A Kreutzer" per violino e pianoforte.
W.A. Mozart - Sonata n.16 in do maggiore K. 545 per pianoforte.

giorno 5: F. Schubert - Trio per pianoforte n.2 in mi bemolle maggiore D.929.
F. Chopin - Valzer in si minore Op.69 n.2 per pianoforte.
J.S. Bach - Concerto per due violini in re minore Bwv 1043 riduzione per due violini e pianoforte.
F. Schubert - "Winterreise" D.911 Op.89 per voce e pianoforte.

giorno 6: J.S. Bach - Variazioni "Golberg" Bwv 988 per pianoforte.
P.I. Tcaikovski - Trio per pianoforte in la minore Op.50.
J.S. Bach - Partita n.3 in la minore Bwv 827 per pianoforte.

giorno 7: L.V. Beethoven - Quartetto per archi in do diesis minore Op.131.
J.S. Bach - "Arte della fuga" Bwv 1080 per pianoforte.
J.S. Bach - Toccata in do minore Bwv 911 per pianoforte.

La versione di Lucho

Vorrei che la scelta degli archi e l'esecuzione delle parti soliste fosse affidata al M° Leonardo Spinedi. Come pianista, vorrei che ci fosse il M° Stefano Lenci. Per i cantanti, il M° Irene Molinari. Vorrei che i concerti fossero ad ingresso libero. Vorrei, inoltre, che i musicisti fossero pagati adeguatamente e non rifiutassero il denaro per motivi di amicizia. In ultimo, vorrei che alle esecuzioni dei brani, per quanto perfette e coinvolgenti, non seguissero applausi ma silenzio. Qualora, dopo tutto ciò, io non mi fossi ancora svegliato, spegnete tutto in presenza della mia famiglia, in modo da rendere completo e consapevole il momento della mia morte. Liberate i miei parenti dalla penosa e infinita veglia, spero alleggerita dall'azione catartica di musiche che ci hanno sempre circondato. Non ignorate me, non isolate loro. Donate tutti gli organi utili. Ho richiesto un programma più intenso per l'ultimo giorno, per avere più possibilità di risvegliarmi o per sentire per ultime, come eventuale commiato, opere che mi hanno tenuto in vita a lungo. Che drago, gufo e tartaruga mi accompagnino.
Parigi, 10 novembre 2013, Lucio Villani

" ... sì, l'uomo è mortale, ma questa sarebbe solo una mezza disgrazia. Il brutto è che a volte muore all'improvviso, è questo il guaio! E in genere non è in grado di dire cosa farà stasera". M. Bulgakov

Quello che avete letto è la lista dei desideri che Lucio Villani vorrebbe vedere realizzati prima di accomiatarsi. Gliel'ho chiesta e ho voluto riprodurla qui dopo essere entrata in possesso dell'ultimo numero di Mamma!, interamente dedicato al tema dei "Mortacci Nostri". Con Lucho, vi invito a pianificare, perché andarsene sulle note di Bach è infinitamente meglio che andarsene e basta. Voi, due piani, li avete già fatti?

La versione di Lucho
Qui due info su Mamma!. "Mamma!" è la prima rivista italiana di giornalismo a fumetti, nata da un gruppo di autori senza padrini e senza padroni. Penne e matite fuori dal coro, che sperimentano il fumetto, l'infografica e l'illustrazione come strumenti per capire meglio la realtà che ci circonda. (...) Con lo slogan "Se ci leggi è giornalismo, se ci quereli è satira", la rivista "Mamma!" sta cercando di dare spazio a una generazione di autori rimasta schiacciata tra la crisi editoriale e la gerontocrazia che ha occupato tutti i posti chiave dell'informazione. E pian piano qualcosa si muove.
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La versione di Lucho
Lucho, musicista e disegnatore italiano. Veterano di ambienti underground lontani dalla grande distribuzione, scarso diplomatico, scarsissimo presenzialista, riesce, grazie a queste qualità, a vantare un enorme numero di tentativi di pubblicazione, tutti in terza persona! Come contrabbassista e cantante, riesce a finire spesso in posti ai confini della realtà, testimone dell'improbabile. Produce, a ritmo sostenuto: autoproduzioni, musica, satira, dischi, storyboard, fumetti, illustrazioni, gavettoni e scherzi da stronzo.
Se Lucho vuoi conoscerlo meglio,clicca qui.


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