Magazine Psicologia

La via della leggerezza

Da Anna

tratto da "Metalogo alla ricerca del Bene"
La via della leggerezza
Ho scelto di trasmettere i concetti di cui mi sono appassionata attraverso una forma che consente di coinvolgersi nel tema trattato con immedesimazione e curiosità, proprio come un’opera teatrale. L’idea è tracciare l’idea, il punto di partenza intorno a temi esistenziali quali l’arte come cammino verso la scoperta di sé, il Bene come valore, l’armonia sociale e la morte. Tutti temi che se il lettore vorrà, potrà riprendere e  continuare a tesserne questa trama, contribuendo in questo modo a sviluppare un pensiero critico e consapevole, un pensiero d’amore e di speranza, la sua personale partitura poetica.Sto parlando del Metalogo.
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Cavaradossi: Mi hai chiesto di accompagnarti nella risalita e questo mi ha fatto pensare all’importanza della leggerezza nella nostra ricerca.
Artemisia: E’ fondamentale! Siamo così bravi a vivere la pesantezza del quotidiano che il valore della relazione può essere anche superare la dicotomia tra pesante e leggero. Pensiamo ai grandi poeti. Cos’hanno fatto se non cercare una possibilità tra melanconia e umorismo. Come la melanconia è la tristezza diventata leggera, cosi lo humour è il comico che ha perso la pesantezza corporea mette in dubbio l'io e il mondo e tutta la rete di relazioni che li costituiscono.
Cavaradossi: Calvino nelle “Lezioni americane”, citando il poeta Lucrezio, sottolinea l’importanza di evitare che il peso della materia ci possa schiacciare. Immagina deviazioni imprevedibili degli atoni dalla linea retta, tali da garantire la libertà tanto alla materia quanto agli esseri umani. E’ poesia dell'invisibile, poesia delle infinite potenzialità imprevedibili e dei semplici gesti del quotidiano.
Artemisia: Il lavoro dell’artista sta nella sottrazione di peso, come fa Calvino attraverso il suo linguaggio, come fanno gli scultori, Michelangelo, sottraendo peso al marmo ricavandone un’immagine. La stessa natura è leggera e semplice come l’elica del DNA e  gli impulsi dei neuroni. Per non parlare di tutte le informazioni inviate attraverso la rete. Sono sicura che se Calvino fosse vivo userebbe il web in modo creativo e divertente!
Cavaradossi:E lo stesso concetto viene espresso da Milan Kundera, che parla dello “spogliarsi” di quanto e’ in eccesso. Il peso del vivere per Kundera sta in ogni forma di costrizione: la fitta rete di costrizioni pubbliche e private che finisce per avvolgere ogni esistenza con nodi sempre più stretti.
Artemisia: Esistono diverse costrizioni, costrizioni sociali e vincoli soffocanti. E’ un dato oggettivo col quale dobbiamo fare i conti reagendo. E penso che il modo di reagire sia alleggerire. Leggerezza come stato interno.
Cavaradossi: Quello che dici quando mi chiedi di accompagnarti nella risalita …
Artemisia: Si, perché sono convinta che il senso della leggerezza sia presente in ciascuno di noi. Esiste una leggerezza esteriore, quella non mi appartiene. La definisco immorale e sconsiderata. Esiste , invece, una leggerezza interiore che implica un percorso che dalle profondità degli abissi, ci serve per risalire e avvicinarsi alla Bellezza della vita.
Cavaradossi:Sembra quasi un processo alchemico!
Artemisia: Lo è a tutti gli effetti. E’ il processo attraverso il quale ogni persona è alchimista della sua storia e potenzialmente anche della storia della sua rete relazionale. E’ l’incontro tra il nostro potere personale e quello delle persone che incontriamo lungo il nostro cammino.
Cavaradossi: Un modo di essere contro alla tendenza della nostra natura materica e quindi pesante.
Artemisia: Io direi piuttosto la ricerca della nostra entità impalpabile, la nostra capacità di essere leggeri, come lo è il movimento, la danza ne è un esempio. Andare contro la tendenza a lasciarci andare alla pesantezza del vivere, stimolando la capacità poetica che risiede in ognuno di noi. E’ la capacità di manipolare e trasfigurare soggetti e oggetti quotidiani in un teatro di forme e di comunicazioni indirette, sospese, in identità multiple attraverso il ricorso a ulteriori metafore.
Cavaradossi: Il rovescio, la fodera di seta abitualmente invisibile dell'esistenza si rivela attraverso una fedeltà e una passione ben temperata alle cose e ai luoghi del quotidiano. Tu parli di una passione extra morale, intuitiva, assertoria ma con il beneficio del dubbio e della possibilità.
Artemisia: Non esiste leggerezza senza apertura al possibile!Sono infatti convinta che sia proprio la nostra cocciuta ricerca di mantenere ferme le nostre certezze che crea una visione statica e pesante della realtà.
Cavaradossi: Non pensi che infondo, l'esistenza e le scelte che ognuno compie nella sua breve o lunga durata siano del tutto irrilevanti e che sia proprio in questo il senso della leggerezza?
Artemisia: Concordo nel fatto che vi sia un paradosso tra la sfuggente evanescenza della vita e la necessità umana di rintracciare in essa un significato. Ma il dato di fatto è che ciascuno di noi, più o meno consciamente, cerchi di dare un senso. Io stessa ne sento la necessità, altrimenti non scriverei. Dubbio, paradosso, incertezza, comicità. Non pensi, invece che siamo proprio questi gli elementi della leggerezza del vivere che servono nella risalità?
Cavaradossi: Pur comprendendo il tuo punto di vista mi sento di poter affermare che ciò che dici sia comunque difficile da trasmettere soprattutto in momenti di difficoltà.
Artemisia: Son d’accordo con te ma è proprio in questi momenti che sento il bisogno di serenità. Questa notte l’ennesima scossa. La Terra non vuole saperne ancora di fermare il suo tumulto.
Ho scelto di dormire a casa mentre la gente si organizzava nelle tende. Sono stanca di essere stanca, sono stanca di aver paura, di non sapere cosa fare. Sento il bisogno di Bellezza. E’ da quando è iniziato il terremoto che ovunque io vada porto nella mia borsa un libro di poesie. Pessoa, Celan, Rilke, Montale, Pasolini, Pavese, Dikinson, Merini, Gualtieri , Weil… sono aria che alimenta i momenti del quotidiano, quando il fare si arrende al sentire, quando mi fermo nell’attimo per riconnettermi alla vita.
Cavaradossi: Non so se la gente ti può comprendere. Quando tutt’intorno regna l’insicurezza per il quotidiano, penso che non si abbia tempo per concedersi questi momenti. Sono un privilegio che la gente non si concede!
Artemisia: Senti, io penso che dopo le macerie, dopo i terremoti “interiori” e l’attuale stato di incertezza esistenziale, sia necessario trovare un luogo dove poter riposare,  riconciliandosi con il Tutto. Il luogo della Poesia, è un luogo di ringraziamento, una preghiera laica in connessione con la Vita. E’ il luogo della Bellezza e del contatto più intimo, il luogo dove posso lasciare che le lacrime lavino la paura per rigenerarmi e per ricominciare. Può sembrare frivolo in un momento di così tanta angoscia, ma noi “portatori sani di speranza” siamo un po’ folli e un po’ folletti. Amiamo scendere in profondità per poi riprendere quota, arrampicandoci sui tralicci, per superare i muri e vedere oltre.
Cavaradossi: Forse hai ragione tu. Forse dopo il dolore c’è bisogno di Bellezza, quella fissata sulle pagine sicure, le pagine che toccano il luogo più intimo del nostro cuore. E c’è bisogno di condividerla questa Bellezza, con coraggio perché alcune persone si spaventano davanti al tentativo di chi cerca di incoraggiarle! E’ una risposta naturale per chi vive nella paura e nel dolore.
Artemisia: Anche io sento la paura, tutti i giorni da quando la Terra trema, ma la paura non può fermare la vita. E la vita deve essere alimentata con un fuoco che arde costantemente. La vita e l’esistenza hanno bisogno di Bellezza e leggerezza. Hanno bisogno di luoghi dove riposare lo sguardo per riprendere e reagire agli eventi. Ecco perché la poesia, il luogo della solitudine e della condivisione,  dell’intimità e dell’emozione della chiarezza e della speranza. Come per l’ascolto, ecco un altro balsamo per accarezzare le ferite in attesa della risalita. Se la Vita mi vorrà viva, non sprecherò un solo giorno lasciandomi travolgere dalla paura. E nel vivere mi nutrirò di Bellezza e Poesia per me e per le persone che vorranno condividerla con me.
 anna 2011
 

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