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La Virtus Roma sceglie l’auto-retrocessione!

Creato il 20 luglio 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

Una notizia pessima ha caratterizzato gli ultimi giorni nel mondo del basket italiano. Giovedì scorso è giunta la conferma che la Virtus Roma non prenderà parte al prossimo campionato di Serie A, scegliendo invece, di ratificare la propria volontà ad una iscrizione al campionato di LegaDue Gold.
La voce girava negli ambienti già da tempo. Le difficoltà economiche in cui versava il club capitolino erano note a tutti, ma il patron Toti aveva lasciato trasparire un certo ottimismo nel corso dell’ultima conferenza stampa, sostenendo come fosse in grado di ottemperare alle richieste della Lega riguarda gli adempimenti necessari per l’iscrizione, e fosse pronto a ricapitalizzare la società. Ma aveva anche precisato come l’iscrizione dipendesse dalle trattative con due sponsor di livello nazionale. Purtroppo queste trattative non sono andate a buon fine e allora da qui la scelta di auto-retrocedersi.

Questa decisione permetterà al club di risparmiare capitale (più o meno 1.5 milioni di Euro) e magari poter porre le basi di un progetto per tornare rapidamente nel massimo campionato, e si spera a giocarsi traguardi importanti. Pare infatti che la società dedicherà grande attenzione ai movimenti giovanili, provando a dare spazio ai ragazzi di talento all’interno della squadra. La volontà è anche quella di avviare progetti assieme alle scuole e di aumentare il radicamento della squadra e del basket nel mondo romano.

Basket: l'Acea Virtus riparte dai giovani e dal territorio http://t.co/x1SxsKUwLb #VirtusRoma

— Virtus Roma (@VirtusRoma) July 16, 2015

Nonostante i molteplici gridi d’allarme di Toti, che da 15 anni guida la società, non c’è stato nulla da fare. E pensare che alcuni mesi fa si vociferava anche di un interessamento di James Pallotta, il patron della Roma calcio, interessato a creare una sorta di polisportiva. Forse i cattivi esempi di storiche società italiane come Treviso e la Fortitudo Bologna, nonchè Siena, ultima in ordine temporale, hanno indotto Toti a prendere questa dolorosa scelta. Evidentemente la società ha fatto bene i suoi conti e allora meglio fare un passo indietro che affannare e poi scomparire dovendo ricominciare da molto più indietro con conseguenze ben più devastanti. Purtroppo il caso di Roma è l’ennesima mazzata per il nostro basket, che fatica a sopravvivere nel mare melmoso delle sponsorizzazioni, degli adempimenti e delle fidejussioni. E non è un caso che le squadre che ora stanno dominando nel nostro campionato sono quelle che hanno solide sponsorizzazioni alle spalle che permettono ai dirigenti di muoversi con più tranquillità.

A questo punto sorge un’altra domanda: possibile che si debba sempre arrivare vicino alle scadenze per lanciare questi gridi d’allarme e affannarsi per cercare di salvare il salvabile? Manca una visione di più lungo termine, un progetto solido che permetta alla società di costruirsi basi solide e poi lanciarsi per raggiungere traguardi più ambiziosi e speriamo che Roma sappia rialzarsi e tornare al palcoscenico che le compete il prima possibile.

 

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