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La vita continua, come non dovrebbe.

Creato il 18 agosto 2011 da Frufru @frufru_90

Ci sono cose che non capisco e che non voglio capire. Cose che non mi spiegherò mai, cose che nessuno saprà mai spiegarmi. Cose che non saprò mai perdonare. Ci sono cose che faccio finta non esistano. Ho ignorato il problema per due anni, fingendo che fossero solo pettegolezzi infondati quelli che volavano di bocca in bocca. Ho fatto finta di niente anche quando era evidente che era tutto vero. La settimana scorsa però li ho trovati di fronte a me. Sono venuti alla festa, alla festa dove lavoravo io. Sono stata professionale, cinica, insensibile, ho finto di non pensare per non scoppiare a piangere. Com'è possibile? Non voglio spiegazioni perché spiegazioni non esistono. Lui, mio zio, ha 52 anni, due figli di 19 e 15 anni, una moglie morta di cancro nel giugno di due anni fa. Adesso sta con una ragazza della Romania di 25 anni, anche lei ha una bambina avuta con un uomo che beveva e la picchiava, dicono. Il problema non è che lei è giovane e straniera, il problema non è lei. Io sono arrabbiata nera, ma nera proprio, con lui, con lui che dovrebbe innanzitutto fare il padre prima di fare l'innamorato sedicenne. Io non lo perdonerò mai. Non gli perdonerò le sue assenze mentre mia zia, sua moglie, così giovane, stava sdraiata su un letto con gli occhi chiusi e mille dolori. Io so che lui non c'era la sera, perché la sera c'ero io. Pensavo che avesse bisogno di svagare la mente, ma non pensavo andasse a casa di una ragazza che potenzialmente poteva essere sua figlia. Io stavo seduta accanto al letto di mia zia senza dire una parola, perché parole non ne trovavo, stavo lì e mi chiedevo solo quando sarebbe finita tutta quella sofferenza. E lui non c'era. Magari mentre sua moglie moriva se ne stava a letto con un'altra. Non gli perdonerò mai le sue assenze, non gli perdonerò mai le sue fughe al mare con lei dopo due mesi scarsi dalla morte di mia zia. Ma che uomo sei? Ma nemmeno gli animali fanno così. Io penso che, essendo anche lui giovane, avrebbe avuto il diritto di rifarsi una vita, certo non era un dovere, certo non doveva farlo così. Per quanto mi riguarda io con lui ho chiuso. Non è niente. Non è mai stato un padre, non lo è stato nemmeno quando i suoi figli avrebbero avuto bisogno più che mai di lui. Lui non c'era. Se ne stava con quella lì invece che con i suoi figli. Alla festa li ho visti insieme, per la prima volta. Ho sentito una cosa brutta, pensavo di scoppiare a piangere e invece, non so come, le lacrime non sono uscite. Forse perché la rabbia ha preso il sopravvento sul dispiacere. Lei non la voglio a casa mia. Non la voglio vedere più. Non voglio che me la presenta. Non voglio stringerle la mano e sorridendo dirle “piacere”. Non sarà mai un piacere la sua conoscenza. Ha una manciata di anni più di me e mi chiedo davvero come possa lui pensare che lei possa davvero amare uno come lui. Io non voglio più parlarci. Non voglio più incrociare il suo sguardo, perché non so se saprò essere ancora professionale e insensibile. Magari la prossima volta potrei piangere o mandare entrambi affanculo. Mia zia sta al cimitero. Tutto il resto è niente.
La vita continua, come non dovrebbe.
 

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