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LA VITA DELLA MADONNA Secondo le contemplazionidella pia ...

Da Eleonoraely
LA VITA DELLA MADONNA Secondo le contemplazionidella pia ...LA VITA DELLA MADONNA Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATAAnna Caterina Emmerick

Capitolo X
132 – Il Salvatore incontra la Santa Madre mentre viene condotto in catene da Pilato
Vidi Gesù pregare in favore dei suoi carnefici che non cessava­no d’insultarlo e di tormentarlo. 

Il Signore era rinchiuso in una piccola prigione a volta, una parte della quale esiste ancora. Siccome anch’io sono una povera peccatrice, è anche per col­pa mia che Gesù dovette subire tutto ciò.Con i peccati continui che commettiamo, noi tutti, partecipia­mo ai maltrattamenti del Redentore. Se fossimo veramente pentiti del nostro comportamento, pronunceremmo spesso la preghiera: “Signore, fatemi morire piut­tosto che vi offenda con il peccato”. Dopo questa riflessione vidi che incominciava a spuntare l’al­ba della nostra redenzione, che era pure il giorno della sua Pas­sione. Un raggio della prima luce di quel giorno raggiunse Gesù nella prigione, allora Egli ringraziò il Padre suo per averGli dona­to quel raggio, desiderato ed atteso dagli antichi Patriarchi e da Lui tanto sospirato. Dopo il verdetto del gran Sinedrio, vidi il Salvatore condotto tra la folla tumultuante alla presenza di Pilato. Egli procedeva barcollante attraverso la parte più frequentata della città, la quale in quei giorni era piena di Ebrei e stranieri giunti da ogni parte del Paese per celebrare la Pasqua. Il corteo, preceduto da Caifa e Anna in abiti sacerdotali solenni, attraversò una stretta via diri­gendosi verso il quartiere di Acra in cui si trovavano il palazzo ed il tribunale di Pilato, di fronte al gran mercato e a nord-ovest del tempio. Poco distante dalla casa di Caifa vidi la Santa Madre di Gesù, con Giovanni e Maddalena, nascosta dietro l’angolo di un fab­bricato, che aspettava il passaggio del corteo. Dopo la visita notturna al tribunale di Caifa, la Madonna era rimasta per qualche tempo al Cenacolo immersa in un muto dolore; poi quando Gesù fu tolto di prigione per esser condotto nuovamente davanti ai giudici, Maria si alzò, si mise il velo e il mantello e, uscendo per prima, disse a Maddalena ed a Giovanni: “Seguiamo mio Figlio fino alla casa di Pilato, voglio vederlo con i miei occhi”. Si mossero allora lungo un sentiero obliquo e aspet­tarono il corteo in un punto dove sapevano che avrebbe dovuto passare. Sebbene la Santa Vergine avesse impresso nello spirito le soffe­renze atroci di suo Figlio, il suo occhio interiore non riusciva ad immaginarlo così disfatto e rovinato come l’aveva ridotto la cattivena degli uomini. I Dolori del Figlio dell’uomo le parevano tutti racchiusi dalla dolce aureola di santità, d’amore e di pazienza. Ma ecco che l’ignominiosa, terribile realtà le si offerse alla vi­sta del corteo infame, giunto ormai vicinissimo al suo sguardo: venivano prima gli orgogliosi nemici di suo Figlio, i Sommi Sacer­doti, animati da propositi deicidi e dall’anima menzognera piena di malizia. Quei sacerdoti che volevano essere di Dio erano diventati di Satana. Seguivano i falsi testimoni, gli accusatori senza fede, poi la plebaglia con i suoi clamori e infine Gesù, il Figlio di Dio e il Figlio diletto di Maria, orribilmente sfigurato e contuso. Il corteo sfiorò la Madre Santissima, che appena lo vide esclamò singhioz­zando: “Ahimè! Questo è mio Figlio? O mio Gesù!”. Quando il Sal­vatore le rivolse uno sguardo commosso, Ella perse di nuovo i sensi. Giovanni e Maddalena la portarono via. Appena si fu un poco ripresa, la Madonna si fece condurre da Giovanni al palazzo di Pilato.

133 – La Santa Madre 
da origine alla Via Crucis
“Ma quest’uomo è galileo e quindi suddito di Erode?” doman­dò Pilato. Alla risposta affermativa, egli così concluse: “Ebbene: siccome è suddito di Erode, accompagnatelo alla sua presenza. Erode è venuto per la Pasqua da Cafarnao e Lo può quindi giu­dicare…”. 

Vidi che mentre il Salvatore veniva accompagnato alla reggia di Erode, Pilato si intratteneva a colloquio con sua moglie Clau­dia, donna di alta statura e di bell’aspetto. Il velo che le scende­va dalla testa sulle spalle, lasciava scoperti i capelli sulla fronte adorna di un prezioso diadema. Il fermaglio d’oro che risaltava sul suo petto, le sosteneva l’ampio ed elegante vestito. Ella parlò a lungo con il marito raccomandandogli per quanto avesse di più sacro di non fare alcun male a Gesù, al Profeta Santo dei santi. Gli parlò delle meravigliose visioni che aveva avuto la notte pri­ma. Mentre la sposa raccontava queste cose al suo consorte, mi furono mostrate alcune visioni che aveva avuto: Claudia Procla aveva visto i principali episodi della vita di Gesù, il quale le era apparso come un’anima piena di luce. Aveva anche visto la cattiveria e la crudeltà dei nemici del Salvatore, apparsi a lei in forme mostruose. Claudia aveva inoltre contemplato la pazienza e l’inesauribile amore di Gesù e ammira­to la santità della sua impareggiabile Madre. La Madonna, Maddalena e Giovanni erano rimasti nascosti in un angolo buio mentre Gesù veniva trascinato da Erode. Poi Giovanni ripercorse con la Santa Vergine e Maddalena tutto il cam­mino percorso da Gesù e dal triste corteo. Ritornarono così da Caifa e da Anna, al Getsemani, all’orto degli Ulivi, e dappertutto dove il Cristo era caduto e aveva sofferto. Essi piansero e soffriro­no con Lui. Vidi la Santa Vergine soffermarsi e prostrarsi più di una volta, baciando i posti dov’era caduto suo Figlio e dov’erano rimaste le impronte del suo Sangue divino. Maddalena si con­torceva le mani e Giovanni pure piangeva mentre le consolava, le rialzava, le conduceva più avanti. La Vergine Madre, rendendo onore ai Dolori di Gesù, diede inizio alla prima santa Via Crucis. Ella inaugurò così la meditazione della futura Chiesa sui Dolori del suo Redentore. La Madre piena di grazia, benediceva con le sue lacrime i passi del Figlio pieno di sofferenze. Ella viveva con Lui la via dolorosa poiché era la Beata che L’aveva portato nel suo seno, l’aveva concepito e custodito nove mesi nel suo cuore materno pieno di grazia, e aveva udito realmente e sostanzialmente il Ver­bo di Dio dentro di sé. In questo modo la Madre del Redentore raccolse ad ogni sta­zione, della Via dolorosa, come pietre preziose, i meriti infiniti di Gesù Cristo per offrirli al Padre Celeste in favore di coloro che hanno la fede. Questa triste Via avrebbe riunito in seno alla futu­ra Chiesa di Cristo tutti i fratelli e le sorelle nella fede eterna. Vidi Maddalena fuori di sé, straziata dal dolore immenso e santo. Quei peccati dell’umanità, per i quali Gesù soffriva, la invadevano tutti procurandole un immenso orrore. I sacerdoti avevano pregato Erode di condannare Gesù, ma questi lo rimandò da Pilato. Con raddoppiato furore, i nemici di Gesù Lo ricondussero da Erode a Pilato, umiliati di ritornare senza averlo fatto condannare.Vidi Gesù schernito dalla folla e martoriato dagli aguzzini. Quando il corteo giunse di nuovo al palazzo di Pilato (probabil­mente dal lato orientale) erano circa le otto e un quarto del mat­tino. I farisei correvano in mezzo al popolo per eccitarlo contro Gesù. Pilato aveva fatto occupare il pretorio e le porte da un mighaio di guardie, non avendo dimenticato la sedizione dei Galilei scoppiata nella Pasqua precedente. La Madonna, sua sorella maggiore, Maria di Cleofa, Mad­dalena e altre pie donne, stavano in un luogo dove potevano udire tutto.


134 – Maria assiste alla condanna e alla flagellazione di Gesù
Gesù venne obbligato, con la solita brutalità, a salire le scale della casa di Pilato. Ma impacciato dalla veste troppo lunga, cad­de sui candidi gradini di marmo che si macchiarono col sangue del suo sacratissimo Capo. 

I nemici di Gesù, che frattanto aveva­no ripreso i loro posti all’entrata del foro, risero della sua caduta, come ne risero la gentaglia e gli arcieri che lo fecero rialzare a cal­ci. 


Pilato, adagiato su una specie di lettino da riposo, disse: “Voi mi avete presentato quest’uomo come un agitatore di popolo: io l’ho interrogato alla vostra presenza e non l’ho trovato colpevole. 

Nemmeno Erode l’ha trovato colpevole, perché io vi avevo man­dato da lui e vedo che non ne avete riportato sentenza di morte. Lo farò dunque flagellare e poi liberare”. 


A quelle parole si sollevò un mormorio di protesta tra la fol­la. Pilato offrì allora al popolo la possibilità di scegliere la libera­zione tra Gesù o Barabba, un grande malfattore. 

Frattanto i farisei e i sacerdoti erano in grande agitazione e si aggiravano tra il po­polo, minacciando, eccitando e dispensando denaro. 

Vidi allora, in un angolo del foro, la comunità Cristiana primi­tiva formata da Maria Maddalena, Giovanni e le pie donne, una ventina in tutto, tremanti e piangenti. La Madre di Gesù, pur sapendo che l’unico mezzo di salvez­za per gli uomini era la morte di suo Figlio, era piena di ango­scia e di ansia materna. 


La vidi soffrire tutto lo spasimo che pro­va una madre alla vista di un figlio virtuoso e santo così bistrattato da gente ingrata e crudele. 

Ella tremava con le sue pie compagne, si desolava e sperava, mentre Giovanni si allontanava spesso 

nel­la speranza di raccogliere qualche buona notizia. La Santa Vergine non aveva ancor perso tutte le speranze perché correva voce che Pilato intendesse liberare Gesù. 

Poco lontano dalla Santa Madre c’erano alcune persone di Cafarnao che Gesù aveva guarito e istruito, guardavano celatamente le pie donne coperte di veli e fingevano di non conoscere il Salva­tore. 


La Vergine pensava che almeno costoro non avessero chiesto la liberazione di Barabba ma quella del loro benefattore e salvato­re. 

Purtroppo non fu così: si levò un grido unanime: “Noi non vogliamo costui, vogliamo Barabba!”. 

Dovunque si gridava: “Crocifiggilo! Crocifiggilo!” 
Allora il debole Pilato liberò il malfattore Barabba e condan­nò Gesù alla flagellazione. 

Mentre i carnefici colpivano e urtavano il Figlio di Dio, Egli pregava in modo commovente volgendo in spirito lo sguardo ver­so sua Madre la quale, trafitta dal dolore, era corsa a ripararsi in una sala del mercato. Obbligarono Gesù per la fustigazione a togliersi anche l’ultimo panno che gli cingeva i reni.

 Egli allora, volgendosi verso la colonna per nascondere la sua nudità, disse: “Distogliete gli occhi da me!”. Maria dovette intendere queste parole nella sua anima perché, appena furono pronunciate, vidi che cadde priva di sensi fra le braccia delle pie donne. 

Non sono certa se Gesù avesse pronun­ciato queste parole o se le avesse solo pensate nel suo intimo. 

La Santa Vergine portava una lunga veste azzurra color cielo, coperta da un lungo mantello di lana bianca e da un velo giallo-pallido. Maddalena era interamente sconvolta e addirittura annientata dal dolore e dal pianto, mentre i suoi capelli sotto il velo s’erano tutti sciolti. 

Durante il tempo della flagellazione di Nostro Signore, la Santa Vergine visse in uno stato di profonda estasi dolorosa. Spesso gemiti sommessi prorompevano dalle sue labbra e i suoi occhi apparivano fortemente infiammati per il gran piangere. Giaceva velata tra le braccia della sua sorella maggiore, Maria Heli, che era in età ormai avanzata, circondata dalle pie donne tremanti dall’angoscia. 

Tutte si erano strette intorno alla Vergine, esalanti deboli gemiti come se aspettassero la propria condanna a morte. 


Quando Gesù cadde svenuto a terra ai piedi della colonna, vidi Claudia Procla, moglie di Pilato, inviare alla Madre di Dio un pacco di grandi teli di lino. Non so se questi teli fossero destinati alla fasciatura delle ferite, oppure se la pietosa pagana li avesse inviati per lo scopo in cui vennero poi effettivamente impiegati. 

La Santa Vergine, riacquistati i sensi, vide l’amato Figliolo martoriato nelle carni, trascinato e sospinto dagli arcieri. Gesù, per poter vedere sua Madre, si deterse il sangue dagli occhi con un lembo della veste, allora Ella protese le mani dolorosamente verso di Lui, guardando a terra le tracce di sangue.

Vidi poi Maria e Maddalena, mentre il popolo si spostava da un’altra parte, avvici­narsi al posto dove Gesù era stato flagellato. Celate dalle pie donne e da alcune buone persone che le ri­paravano dagli sguardi, Esse si prostrarono al suolo presso la co­lonna, asciugando dappertutto il Sangue di Cristo, con i teli inviati da Claudia Procla. 

Non vidi Giovanni tra le pie donne, che erano quel giorno in venti. Il figlio di Simeone, quello di Veronica, di Obed, Aram e Themeni, nipote di Giuseppe di Arimatea, erano nel tempio in preda alla tristezza e all’angoscia. 

Quando finì la flagellazione erano circa le nove del mattino.
(continua)

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