Magazine Motori

La vuelta 2013 al 42enne chris horner che precede nibali di 37”

Da Postpopuli @PostPopuli

di Ferdinando Cocciolo

Il  42enne  Cris  Horner  è il degno vincitore di una Vuelta di Spagna difficilissima e spettacolare. Onore ad un grande Vincenzo Nibali, ad un ottimo ma sfortunato Ivan Basso, e ai mai domi Alejandro Valverde e Joaquin Rodriguez

È stata la Vuelta dei “colpi di scena” (probabilmente neanche immaginabili), delle emozioni, delle conferme e delusioni. Ma è stata, soprattutto, la Vuelta 2013 di Chris Horner, “quello che non ti aspetti”, un 42enne in bici che sembra “improvvisamente  ringiovanito”, ciclisticamente parlando. Una Vuelta che sicuramente ha anche dissipato gli ultimi dubbi di chi ancora la considera “ruota di scorta” delle più mediatiche grandi gare a tappe Giro e Tour, con le emozioni dell’arrivo sul mitico Angliru che non si sono viste neanche durante l’ ultima corsa francese.

Vuelta Spagna 2013 Chris Horner LA VUELTA 2013 AL 42ENNE CHRIS HORNER CHE PRECEDE NIBALI DI 37

Chris Horner – pelotoncafe.com.au

Trionfatore Cris Horner dunque, al secondo posto sul podio un indomabile Vincenzo Nibali a 37 secondi, seguito sul gradino più basso da Alejandro Valverde (già in forma mondiale) a 1 minuto e 36  secondi. Dopo il podio, Joaquim Rodriguez (vincitore di una tappa) a 3 minuti e 22,  Nicolas Roche a 7 minuti, un ottimo Domenico Pozzovivo (praticamente sempre con i primi in salita) a otto e “la promessa del ciclismo francese” Thibaut Pinot a 8 minuti e 41. Questi i primi sette nella classifica finale di una Vuelta che difficilmente sarà dimenticata, ma vi sono stati altri protagonisti che, in mezzo anche a sfortune e imprevisti, l’hanno rispettata e nobilitata.

I chilometri finali dell’Angliru, che doveva emettere “la sentenza finale”, sono stati l’ulteriore dimostrazione del grande amore dei tifosi nei riguardi del ciclismo, lo sport che, probabilmente più di ogni altro, rispecchia i sentimenti della vita quotidiana, tra gioie, fatica e sofferenze. La tappa che doveva celebrare il trionfatore della grande gara spagnola, è stata vinta da Kenny Elissonde (dopo una lunga fuga), ma il vero spettacolo è stato fornito dai due contendenti, Vincenzo Nibali e Chris Horner. I più forti in una Vuelta che agli altri pretendenti in classifica ha solo riservato “briciole” e sussulti, e non ci riferiamo naturalmente al nostro Ivan Basso, un grande (ritrovato) protagonista che non ha potuto completare il suo percorso di rinascita solo per sfortuna. Un duello, una rivalità “improvvisa” non prevista  e pronosticabile, che ci consegna la grande sorpresa americana. Tutti parlavano di un duello per il successo finale tra Nibali, Valverde e Rodriguez (Basso permettendo) ed invece è sbucato questo 42enne corridore statunitense (mai vinte grandi corse in carriera) che nelle ultime tappe in salita è andato anche più forte (riferendoci nello specifico alle precedenti edizioni) di Froome e Alberto Contador.  Horner ha risposto così a chi non credeva nelle sue possibilità sin dall’ inizio, a chi ha ironizzato sulla sua età, dimenticando che proprio il ciclismo è concreto esempio di come la forza agonistica e la tenacia vadano oltre l’età. Sicuramente un “fenomeno” da studiare, analizzare in maniera più approfondita, che avrà bisogno di conferme (se l’ americano soprattutto, come sembra, dovesse decidere di continuare a correre), anche per dissipare tutti quei dubbi legittimi in un ciclismo che le sta davvero tentando tutte per contrastare il doping.

Soprattutto sulle ultime rampe “dell’inferno” dell’Angliru, un commovente Vincenzo Nibali ha tentato il tutto per tutto per staccare il rivale, ma ogni volta che il siciliano scattava, l’ex gregario  di  Lance Armstrong era lì, come un’ombra, pronto a seguirlo, sino allo scatto  decisivo. Quello che ha colpito, soprattutto nelle ultime tappe di venerdì e sabato scorso, è la sicurezza, la padronanza  tattica di  un Chris Horner  che, al di là di tutto, ha un merito, quello di aver vinto contro un grande Vincenzo Nibali. Per chi l’avesse dimenticato o sottovalutato, lo “squalo dello stretto” ha disputato sin qui una stagione piena e straordinaria, iniziata con il Giro dell’Oman: successi nel Giro d’ Italia, Tirreno Adriatico, Giro del Trentino, dunque secondo posto in Spagna. Nonostante un po’ di delusione da parte dei sostenitori del leader dell’Astana, come si fa a criticare colui che indubbiamente è il nostro miglior corridore? Rimane un solo dubbio (collegabile quindi con la clamorosa prestazione di Horner), se Vincenzo sia stato in linea con il suo standard ottimale  oppure al di sotto di quella condizione ottimale che, ad esempio, è ora necessaria per un appuntamento faticoso e stressante (di un giorno) come il Mondiale.

IL ciclismo non è “materia scientifica esatta”, è frutto in primo luogo, come detto, della fatica e del sudore di un corridore come Vincenzo che è convinto di aver dato proprio tutto, di fronte ad un rivale che, a 42 anni, ha probabilmente raggiunto l’apice di una carriera sin qui messa al servizio soprattutto dei capitani, evidenziando una tenacia e una forza di volontà fuori dal comune.

Di Chris Horner,  sicuramente, si ritornerà a parlare. A noi interessa parlare, anche e soprattutto, di un ciclismo italiano che, soprattutto in chiave mondiale, ci incoraggiaDomenico Pozzovivo, anche se non risulterà tra i convocati (annunciati in queste ore) dell’appuntamento iridato di Firenze, con un ottimo sesto posto ha ampiamente dimostrato di poter essere competitivo in una gara a tappe di tre settimane. Il Commissario Tecnico della  Nazionale italiana Paolo Bettini si aspettava risposte significative e convincenti da uno dei possibili leaders della squadra, Diego Ulissi.  Il portacolori  della Lampre , a parte qualche défaillance nelle difficili salite a lui non congeniali, ha dimostrato di essere in palla, protagonista di attacchi, fughe e buoni piazzamenti, sino all’ottimo secondo posto sull’Alto De Naranco dietro ad un’imprendibile Joaquin Rodriguez. Michele Scarponi non compare tra i primi dieci della classifica generale, si è classificato 15° a 22 minuti dal vincitore. Come interpretare questo  risultato del marchigiano ? Michele è venuto in Spagna non in ottime condizioni fisiche e con la consapevolezza di non poter puntare ai primi posti della graduatoria. Il suo obiettivo era di mettersi in evidenza in qualche tappa per convincere Bettini che, stando alle ultime notizie, ha ancor dei dubbi tra lui e Ivan Basso per una scelta che sarà importante negli equilibri della squadra che andrà alla conquista del Campionato del Mondo. A Scarponi, dunque, un voto di sufficienza, probabilmente utile, esclusivamente, ad un suo contributo alle fortune della nazionale. E a proposito di Ivan Basso, rimane indubbiamente il grande rammarico, soprattutto dei suoi tifosi, per quello che poteva essere e non è stato. Ivan aveva iniziato la Vuelta con la giusta rabbia e motivazione, dopo la rinuncia dolorosa al Giro d’Italia. La condizione fisica, alla luce di quanto visto alla Vuelta Burgos era ottima, tale da legittimare un podio finale. A parte la debacle della sua squadra, la Cannondale, nella cronosquadre di apertura, Basso è sempre andato in crescendo, sempre, in salita con Nibali, Valverde, Horner e Rodriguez, anzi, nei primi tapponi, è stato l’unico che ha messo in difficoltà un Vincenzo Nibali che ha sofferto anche le accelerazioni del leader del team italo-statunitense (da ricordare un quarto, un quinto, un ottavo e un decimo posto di tappa, roba di non poco conto). Chi lo ha visto da vicino assicura di aver rivisto il Basso vittorioso al Giro nel 2010 ma, per l’ennesima volta, la sfortuna si è messa di mezzo, privando Ivan, sicuramente, almeno di un posto tra i primi quattro. E  l’ Angliru poteva essere, come lo Zoncolan del 2010 sulle strade italiane, il “regno” dove dimostrare la sua superiorità, al cospetto di un Nibali in calo e anche del superlativo Horner. Ma il ciclismo non vive di rimpianti, lo stesso Basso sta per tornare in gara e spera ancora in un’ eventuale convocazione nella squadra azzurra.

PostPopuli è felice di aver seguito e commentato una bella Vuelta, spettacolare, difficile, emozionante, nella quale hanno avuto un ruolo importante giovani promesse come Nicolas Roche e Pinot. Il ciclismo della gioventù e della speranza, sperando che i nuvoloni minacciosi che si addensano in queste ore su Chris Horner non promettano bufera…

Per saperne di più, consulta l'articolo originale su:

http://www.postpopuli.it/30089-la-vuelta-2013-al-42enne-chris-horner-che-precede-nibali-di-37/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-vuelta-2013-al-42enne-chris-horner-che-precede-nibali-di-37


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :