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La vuotitudine / Rapsodia di un San Valentino

Da Francesca Passarelli @QualsivogliaB
La vuotitudine / Rapsodia di un San Valentino
<< Ho visto cose che voi innamorati potete solo immaginare. Ho visto uomini innamorarsi delle donne anonime, quelle con un viso che rientra in certi canoni, dai lineamenti non troppo decisi, che non lasciano intravedere le emozioni, con una espressività palesemente costruita, un sorriso uguale per altre mille che hanno portato l’apparecchio ortodontico fisso quando erano piccole, con le gambe vergognosamente magre, i capelli medio-lunghi pettinati senza carattere. Quelle donne che le guardi e dici bella, ma poi non trovi più aggettivi, perché come lei ne vedi una moltitudine che camminano sugli stessi tacchi. Quelle donne che non fanno oscillare mai il loro peso, che non si lasciano andare alla vista dei carboidrati, che non fanno battute sul sesso, che non parlano di sesso ma che si trombano mezza città, quelle che aspettano il principe azzurro ma nel frattempo si ripassano tutto il reame. Signorine che hanno come unico obiettivo un fidanzato e lo cercano avidamente non curanti che la preda sia impegnata oppure no. Poi nemmeno lo amano, lo vogliono possedere, per colmare il vuoto di non essere riuscite ad ottenere la loro libertà, di non sapersi bastare, di non saper appartenere alla loro identità. È meglio dividersi con qualcun altro che con se stessi. Danno origine a relazioni basate sul vuoto perpetuo: la vuotitudine. Questo ha poco senso, ma non riuscivo a trovare una parola che descrivesse lo stato di alcune relazioni e così l’ho coniato: la vuotitudine. Ho visto donne definire il silicone di Gabriel Garko bello. Ho visto canotti che erano meno gonfi di Gabriel Garko. La vuotitudine aumenta sempre più in una società di plastica. >>
<< Ma tua mamma lo sa che sei così? >>
<< Poi vado a chiederglielo. Potrebbe essere un buon argomento per San Valentino, che dici? >>
<< Per indurre al suicidio di massa è ottimo. >>
<< No, per far capire alle persone che l’amore non nasce da un giorno all'altro e non è sicuramente un sentimento che nasce così all'improvviso solo perché hai una relazione da quattro mesi ed è arrivato il momento di dire le paroline magiche. Non ha a che fare con il tempo impiegato, al massimo con la qualità del tempo offerto. Non è una scelta come tutti pensano, l’amore non è il ti amo: è solo la coniugazione del verbo amare; l’amore non si dice, non si vede, si sente a pelle, forse sottopelle, devi entrarci con tutto il corpo per riconoscerlo. È viscerale, ha l’effetto della droga ti fa sentire perso e invincibile, libero, ed è eterno anche quando muore. Probabilmente non esiste, chiamiamo amore quella gamma di emozioni che ci fa vedere una persona perfetta quando veste solo le sue cicatrici. >>
<< Ma oggi hai pensato tutto il tempo? Hai mangiato almeno? >>
<< No, me ne sono dimenticata! Ho disegnato, però, e questo fa bene alla mia salute mentale. >>
<< Non si direbbe, e che hai disegnato? >>
<< Un ragazzo … gli ho fatto un ritratto a matita poco dopo averlo conosciuto, avrà pensato o che sono matta o  che sono un genio, dopotutto la linea di confine tra le due cose è labile. Fatto sta che l'ho reso immortale, anche se il ritratto fa schifo, ero arrugginita. >>
<< Addirittura immortale, quanta arroganza e presunzione trasudi oggi? >>
<< Non è presunzione, o meglio non è cattiva presunzione. Quando ritrai una persona ne studi il volto, le linee, i colori, devi lasciare che l'immagine ti entri in testa e una volta acquisita la devi capovolgere per crearne una nuova nella quale nemmeno il soggetto ritratto potrebbe riconoscersi. Con lo sguardo scansioni ogni dettaglio, ogni ombra e ogni luce e non parlo di quelle proiettate dal sole o da una lampadina. Se sei un bravo ritrattista riesci a cogliere anche le declinazioni dell’anima. Quando devi conoscere qualcuno le parole e le domande servono a ben poco, devi prima disegnarla, devi osservare. Per conoscere qualcuno serve il silenzio e servono le mani. >>
<< Non riesco, però, ad afferrare il nesso con l'immortalità. >>
<< Il nesso è semplice: i ricordi non muoiono, a meno che non decidiamo di cancellarli; nei nostri pensieri le persone sono eterne. Quanto tempo deve trascorrere per avere il diritto di poter pensare ad una persona?  Dopo quante volte che l’hai incontrata hai il diritto di sognarla? Dopo quanto tempo puoi sentirti in diritto di percepire la sua assenza come un vuoto allo stomaco? >>
<< Oggi hai gli occhi gonfi di chi ha sperato per tutta una notte; ti è rimasta una lacrima lì … nell'angolo dell'occhio dove nessuno guarda. >>
<< Non è speranza, è rabbia mista a noia, di chi ora non capisce più il senso di alcune cose. >>
<< Quali cose? >>
<< Tante cose… >>
<< Dimmene almeno una. >>
<< Il senso di un bacio: sono due labbra che si incontrano o due verità che si sfiorano? >>
<< Definisci verità. >>
<< Che hai mangiato pane e Marzullo oggi? … La verità è sempre nascosta nella carne, mai nelle parole, contenta? >>
(respiro)
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<< Non hai mai avuto la sensazione che quando baci qualcuno si possa scoprire molto di quella persona? Ho sempre adorato baciare, trovo che sia molto più intimo del sesso, più denso ma delicato, un'ouverture dei sensi.  Puoi riuscire a leggere molto in un bacio: la timidezza che viene mascherata senza grande successo, la voglia che ha di te, le ferite che si porta dietro, le labbra che l'hanno rifiutato, quelle che gli hanno detto di sì ma poi l'hanno rifiutato nuovamente. Riesci a sentire perfino il momento preciso in cui spegne la mente iperattiva e si abbandona e i movimenti sono dettati dal respiro. Lento... Dolce… Lungo… Profondo… Quanto dura un bacio? Poi ci sono quei baci che ti dicono quanto marciume ci sia dentro una persona, quanto sia vuota, scevro di sentimenti, quei baci sono quelli che vorrei dimenticare e invece sono quelli che nella notte inquinano i miei sogni. Con il tempo impari a fare attenzione ad ogni dettaglio e ti accorgi che puoi realmente fidarti solo di essi. >>
<< Hai finito di lucidare lo specchio? >>
<< Sì, non vedi come siamo belle brillanti e lucenti. >>
<< Io sono il tuo riflesso. Sei consapevole che tutto ciò che hai detto fino ad ora era solo un monologo, una rapsodia tra te e
te? >>
<< Sì, mi succede ogni volta che non digerisco il pranzo della domenica... >>

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