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La Zarro Night

Creato il 21 marzo 2011 da Lollo

La Zarro Night

Modalità Zarro Night.


Quattro giorni a casa a Milano, nemmeno quattro ore a notte di sonno perché tra il lavoro, lo studio e le notti brave non c’è stato il tempo di dormire. Sono riuscito anche ad assistere alla laurea del mio fantastico amico Matty, l’unico al mondo capace di scrivere una bella tesi su Glee, fingendo che sia argomento di studio. E’ stata una grande emozione esserci in questo giorno e sentirlo dire “E poi c’è anche l’esempio di Hannah Montana”, affermazione per cui ha ricevuto la lode. “Lollo preparati per sabato sera” disse la mia amica qualche giorno fa “Andiamo ad una Zarro night, e il titolo non l’ho inventato io”. Occhi sbalorditi, sguardo incredulo. Possibile che qualcuno organizzi in un locale una serata in cui ironicamente si prendono in giro i fruitori di certa musica e di un certo stile canonizzato come “tamarro” “coatto” o meglio ancora “truzzo”?
Direzione Trezzo d’Adda, da subito battezzato “Truzzo d’Adda”, una macchina che sfida un acquazzone che Milano non ha mai visto in tutta la sua carriera di città più umida del mondo. L’abbigliamento zarro era richiesto ed obbligato. Dress code: qualcosa di sintetico, tribali bene in vista, zeppe Fornarina oppure il tocco di classe: la maglietta della Onyx con le bamboline brutte e malvestite. Per l’occasione ho pure seguito un buon consiglio, il pacchetto di sigarette infilato sotto la t-shirt, bene in vista e a portata di bicipite. Sono durato poco, giusto il tempo di una fotografia e poi mi sono infilato un cardigan per sembrare qualcosa che sia lontano anni luce dal prototipo dello zarro. Tutto intorno zarri a perdita d’cchio. Ragazze con perizomi bianchi, teste rasate, felpe riesumate da guardaroba dimenticati della Lonsdale, canotte dai colori poco sgargianti e perché no, tatuaggi serpentini sui bicipiti molli.
La musica? Qualcosa che ci ha riportati agli anni ’90, su quelle giostre delle fiere paesane che portavano gli zarri di tutto l’hinterland a riunirsi sul tagadà. Gigi D’Ag imperatore del tunz tunz, Gabri Ponte rubava sei cervi nel parco del re, grandi inni di quel periodo storico su cui la moda proletaria dovrebbe stendere un velo pietoso. Mano sul cuore durante “Magica Europa”. Regnavano l’acrilico e il nylon, e prima di entrare ho detto “Scommettiamo che minimo ci saranno un paio di risse?”. Mi sono sbagliato, ce ne sono state molte di più, ad un certo punto ho visto una delicatissima ragazza (ultimo esemplare di gabber) avvinghiarsi completamente prendendo la rincorsa al ragazzo della sicurezza, un uomo talmente enorme che con una mano riuscirebbe a catapultarti direttamente sulla Salerno- Reggio Calabria. Qualche “Oh, che … fai? Non mi devi toccare” e poi qualche spintone di cui alcuni sono grandi maestri.
Il vero zarro è quello che sputa per terra, che cammina a gambe larghe con scarpe slacciate e sotto la linguetta dei calzini per avere l’effetto “bombato”, è quello che ha la Walls arancione e che non ha paura degli autoscontri perché ci passa i mesi. La sua ragazza invece è quella che con le sue amiche fa delle spedizioni punitive contro una vittima prescelta e sul tagadà si esibisce in un walzer d’amore sulle note degli Eiffel 65. “Hey bella fagiola, ti sei mollata? Stasera ke fai? Risp me”, scrive così Gennaro a Samantha. E’ stato molto divertente, lo ammetto, per una volta ho potuto tirare fuori la parte più tamarra di me che era latitante e in coma farmaceutico. Fortunatamente. Il giorno dopo come terapia di recupero sono stato ai giardinetti di via Palestro in Porta Venezia. Giornata assolata, mamme eleganti con deliziose bambine “addobbate” non rinunciano alla passeggiata per i viali ma nemmeno alla filippina. In metropolitana ho fatto sedere una signora molto chic. “Allora ci sono ancora dei giovani molto educati” dice facendomi arrossire “ E’ anche un gran bel giovane” aggiunge la signora accanto facendomi scappare dall’imbarazzo. Un vero zarro sarebbe rimasto seduto, l’avrebbe guardata con aria di sfida e le avrebbe detto “Non ti faccio sedere perché sei vecchia e puzzi di naftalina”.
Ho ancora molto da imparare.

La Zarro Night

Il dopo.


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COMMENTI (1)

Da sergio de ponti
Inviato il 22 marzo a 11:17
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ciao sono il fotografo della nosnop events cioè dei ragazzi che organizzano la zarro night. bel racconto! se ti interessa la prossima zarro night si terrà il 16 aprile... ciao e grazie :)

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