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La7 e l’informazione 2.0 – Dalla “pressione” de “La Gabbia” al sindaco di Firenze sugli scontrini renziani alla “gogna morale” dei quotidiani di regime ai danni di Corradino Mineo.

Creato il 05 novembre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
imagesdi Rina Brundu. Straordinario il servizio mandato in onda ieri sera su La7, durante il programma “La Gabbia”, e realizzato in quel di Firenze alla spasmodica ricerca dei famosi scontrini renziani che avrebbe pagato il Comune. Purtroppo non ricordo il nome della giovane e bravissima inviata ma faceva bene al cuore dello spettatore accorto testimoniare l’effettiva pressione che la stessa giornalista sapeva mettere sul malcapitato  e attuale sindaco di Firenze, suo malgrado costretto a difendere l’operato altrui (in questo caso quello del Premier Matteo Renzi quando era sindaco di Firenze), come meglio poteva. E faceva bene al cuore realizzare che il giornalismo d’assalto esiste ancora in Italia. Sindaco, come mai gli scontrini non sono stati messi online come è stato fatto per quelli dell’ex sindaco romano Marino? Sindaco, a cosa sono serviti i numerosi viaggi del suo predecessore, pagati migliaia di ieri dal contribuente? Sindaco, perché non possiamo vedere il dettaglio di quelle transazioni? E via così senza arrendersi mai, fino a costringere l’attuale primo cittadino fiorentino ad andarsene di corsa sulla sua auto, lasciando lo spettatore con la forte impressione che se scoppiasse un vero Firenzegate porterebbe direttamente alla caduta del governo.

Tutto questo mentre la questione continua a vivere completamente oscurata dai giornali di “regime”, il Corsera primo fra tutti, con la recente “ciliegina” della “gogna morale” a cui viene sottoposto in queste ore il senatore DEM Corradino Mineo per l’infelice uscita a proposito del premier: “Renzi subalterno ad una donna bella e decisa”. Fa infatti specie leggere in questo stesso momento, in prima, sempre sul Corsera, ovvero sull’ex grande giornale che fu di Montanelli, scritti di giornalisti “quotati” che si stracciano le vesti sulla pubblica piazza, che straparlano di battaglie civili annichilendo con secchiate di retorica sciocca e infantile il popolino, che accusano Mineo di sessismo, come se questi stessi professionisti non scrivesssero per lo stesso giornale che ha fatto delle “mise” trendy di Kate Middleton la colonna sonora colorata del suo nuovo esistere come mero tabloid Italian-style. Come se questi professionisti non scrivessero sullo stesso giornale che ha raccontato con ogni dettaglio le avventure erotiche di Berlusconi, quelle vere e quelle presunte, quelle soltanto speculate e quelle create ad arte per vendere qualche copia in più senza evidentemente porsi alcun problema di “opportunità” politica soprattutto quando costui era Presidente del Consiglio e rappresentava la nazione.

Ma non è per lamentarmi del pernicioso status-quo dell’informazione italiana di “regime” che ho voluto scrivere questo pezzo (purtroppo la faccenda è vizio atavico!), quanto piuttosto per testimoniare l’esistenza di questa valida corazzata informativa de La7 che giunge come lieta sorpresa a chi come me non ha mai vissuto nel suo paese fino a poco tempo fa e quindi poco sapeva della stessa. Insomma, fa piacere scoprire che il giornalismo in Italia non è morto, che esiste ancora un coraggio della verità e del remare contro il potentato di turno (come dovrebbe fare sempre il buon giornalismo, a prescindere dalla personali simpatie), che esiste ancora la capacità artigiana di raccontare la notizia in maniera graffiante e irriverente (vedi il Crozza delle meraviglie), che sopravvive ancora “l’insolenza” e la “determinazione” necessarie per fare bene e al meglio questo mestiere a suo modo “eroico” anche nella sua versione 2.0.

Di fatto è proprio da questi elementi che riparte un paese, non dalla retorica di comodo o dall’informazione asservita e prostituita.


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