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Laboratorio Instagram: Fotografia e turismo

Creato il 16 aprile 2014 da Agnese Vardanega

Foto di sci sulla neve

Per una curiosa “coincidenza” storica, macchina fotografica e turismo nascono quasi contemporaneamente, e diventano entrambi parte integrante dell’esperienza sociale moderna.

La fotografia ha dato un contributo fondamentale alla diffusione del turismo come comportamento di massa, e all’“invenzione” delle destinazioni turistiche attraverso ― ad esempio ― la pubblicità e le cartoline.

Il turismo di massa, da parte sua, è diventato l’occasione per diffondere l’uso della Kodak, e dunque la pratica di fotografare luoghi significativi e momenti salienti delle vacanze. Attraverso la costruzione di questi tópoi, le foto personali delle vacanze hanno dato il loro contributo nel diffondere modelli turistici e nel “costruire” le immagini delle destinazioni turistiche, mescolando i generi della fotografia di viaggio e commerciale e della fotografia di famiglia, nel tentativo di ri-costruire narrazioni personalizzate di destinazioni iperturistificate.

L’uso degli smartphones e la possibilità di condividere le foto in tempo reale sui social networks sta ulteriormente modificando e complessificando il rapporto riflessivo fra sguardo, device, invenzione e consumo dei luoghi, narrazione personale e relazioni sociali.

Le foto “personali” non sono più “private” e competono sul web con quelle prodotte a scopo commerciale. Le stesse pratiche fotografiche mutano, grazie alla facilità di scatto, editing e ritocco dell’immagine: strumenti più complessi diventano disponibili a fronte di tempi brevissimi per la realizzazione e la selezione degli scatti (in realtà, la gran parte delle applicazioni per smartphones offrono strumenti semplici ma molto standardizzati di editing).

Se dunque, sotto il profilo tecnico, sarebbe da attendersi una ulteriore standardizzazione dei “generi”, dall’altra, il proliferare delle occasioni per scattare fotografie davvero “instantanee” sembra produrre narrazioni e punti di vista nuovi ed inattesi, che a volte, per effetto della viralità dei social media, si trasformano in generi, magari trash, ma comunque riconoscibili, replicati e reinterpretati.


Foto: http://instagram.com/p/kwx2NUtmEh/

Riferimenti bibliografici

Chalfen, R. (1987). Snapshot versions of life. Bowling Green, Ohio: Bowling Green State University Popular Press. [Tr. it.: Sorrida, prego! La costruzione visuale della vita quotidiana. Milano: FrancoAngeli ].

Urry, J., & Larsen, J. (2011). The tourist gaze 3.0. Sage.


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