Magazine Diario personale

Late Night with The Big Man

Da Big @matteoaiello

Matte vi odia tutti.
A prescindere che voi siate uomini, donne o bambini Matte vi odia.

Da quando sono riuscito a mettere in fila più di due parole davanti ad un microfono (e credetemi ce n’è voluto….), ho avuto in mente un solo tipo di programma.
Mi ha sempre attirato molto più la fascia serale rispetto a quella mattutina e pomeridiana perché di solito è la sera che mi prende “l’ispirazione”. Di conseguenza, ho da sempre un amore spassionato per i Late Night americani. Come dice De Niro in Taxi Driver: “vengono fuori gli animali più strani la notte” ed essendo affascinato dai casi umani e dalle persone borderline, penso che col calar del sole riuscirei davvero a tirare fuori il meglio e il peggio di me.
In Italia, ovviamente, i Late Night non esistono.
Ce n’è stato uno soltanto ed è durato ventisette anni ma dalla chiusura del Maurizio Costanzo Show il niente. O meglio, si chiamano talk show e sono comunque settimanali e non giornalieri. Recentemente ci ha provato il buon Cattelan su Sky con un programma carino ma lontano anni luce dallo standard USA sia per programmazione, durata e qualità degli ospiti.
Purtroppo in convento passa questo.

Late Night = David Letterman Show penserete voi.
No. Assolutamente no.
Letterman è un grande. Un grandissimo e su questo non ci sono dubbi. Così come Jay Leno e il leggendario Johnny Carson. Ma per me il Late Night ha un solo nome e cognome: Jimmy Fallon.
Jimmy Fallon è un genio. Un genio assoluto. Prendete Fiorello e moltiplicatelo per duecento mila. Non so se vi è mai capitato di guardare qualche video su YouTube (se non l’avete mai fatto iscrivetevi subito al suo canale!!) ma riesce a fare e a far fare ai suoi ospiti delle cose incredibili. Ad esempio, la settimana scorsa ha fatto duellare alla batteria Chad Smith e Will Ferrell (non so se lo sapete ma sono la stessa persona) dopo mesi di sfida virale tra i due via social network.
Dopo aver visto il suo Late Night per la prima volta ho capito che, se mai il culo dovesse girare o qualcuno mettesse una parolina buona per me (tanto oggi funziona così), vorrei condurre un programma molto simile al suo.
Ho pensato e ripensato a come potrei fare per riuscire a raggiungere questo obiettivo ma dentro la mia testa continuava a ripetersi in loop una sola domanda: se Jimmy Fallon fosse Matteo Aiello e invece che vivere a New York stesse a Firenze, ce l’avrebbe fatta ad arrivare dov’è arrivato? Soprattutto, sarebbe riuscito ad avere carta bianca e a fare quell’incredibile e geniale Tonight Show?
Grazie ai meccanismi perversi che ci sono dentro questa boccia pelata mi sono immaginato tutta la storia su ciò che direi e, ahimè, su quello che mi sentirei dire nel caso qualcuno fosse così umano nel rispondermi.

Preso dall’euforia e convinto di avere tra le mani un’idea nuova e per alcuni versi innovativa, inizierei a mandare mail alle più importanti emittenti radiofoniche nazionali. Pensare in grande non costa niente, no? Late Night with The Big Man. Anche il titolo suona bene.
Ah, dimenticavo, radio eh. Non televisione. Mi vergognerei troppo ad apparire in video. Poi la radio è molto più romantica e fantasiosa già per il semplice fatto di abbinare una voce ad un volto.
Salve, mi chiamo Matteo Aiello e sono uno speaker. Avrei in mente di fare un Late Show giornaliero di circa 60/90 minuti dove intervisterei personaggi di ogni tipo (tv, cinema, musica, politica, sport). Il tutto accompagnato da qualche scenetta e da musica dal vivo. Credo che con un ottimo lavoro di redazione possa venire qualcosa di diverso e soprattutto nuovo. Resto a disposizione per qualsiasi tipo di chiarimento. Saluti, Big.
Risposte dopo una settimana: nessuna.
Adotterei allora il detto “chi l’ha dura la vince” pensando di prenderli per sfinimento e continuerei ogni giorno a scrivere in attesa di una risposta che sicuramente arriverà.
Risposte dopo due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, nove settimane e mezzo (e potrei andare avanti all’infinito): nessuna.
“Dai Matte non mollare. E’ una grande idea. Credici!”.
Ma conoscendomi, nonostante tutti i buoni propositi, lo sconforto arriverebbe molto prima delle nove settimane e mezzo.
Abbasserei il target passando alle radio regionali. Ctrl C-Ctrl V alla mail e giù a spammare anche a loro.
Risposte: nessuna.
Incazzato ancora di più col mondo e con i poveretti che mi stanno intorno, abbasserei ancora l’asticella puntando alle radio provinciali e cittadine.
Risposte: nessuna.
“Fanculo alle mail. Userò la old school: suonare ai vari campanelli in cerca dei direttori artistici a cui esporre questa idea così geniale”.
Nella mia storia immaginaria, soltanto uno riuscirà a farmi entrare nel suo ufficio e mi darà l’occasione per parlare. Dopo avermi ascoltato, con aria anche abbastanza interessata, mi dirà la sua facendomi capire, senza troppi giri di parole, che il mio programma geniale non è fattibile.
“Siamo una radio cittadina. Chi vuoi che ti venga come ospite? Ma poi un tipo di programma del genere in radio non rende. Andrebbe fatto in televisione e basta”.
Ha ragione. Lui si che se ne intende. Renderebbe molto di più in video. Però mi vergogno come un ladro e non sono per niente telegenico.
“Ma che caXXo me ne frega! E’ un’idea geniale!”.
Ripartirei in pompa magna, sempre con la stessa mail, bombardando sia la tv di Stato, sia Mediaset, sia le pay-per-view. Ci sono duemila merdosissimi canali. Ce ne sarà uno che mi darà uno spazio di 60/90 minuti. L’hanno dato a Lia Celi su RaiTre lo possono dare a me!
Risposte: nessuna.
“Possibile che in Italia siamo così dementi? Perché nessuno si rende conto del potenziale che ha il mio programma?”.
Stesso iter della radio. Scendere prima alle tv regionali e poi a quelle provinciali e cittadine.
Risposte: nessuna.
Non ho la forza di segnarmi tutti gli indirizzi per attaccarmi al loro campanello e suonare fino a quando qualcuno mi aprirà.
Ma una mattina mi sveglio carico e sicuro e lo faccio.
Rimbalzo con il primo, il secondo, il terzo e il quarto fino a quando non vado a “Tele Merda” che mi fa esporre le mie idee. Bocciandole.
“In televisione non credo che renda al massimo “. Gli vorrei dire che i Late Night sono solo ed esclusivamente televisivi ma ho talmente il morale sotto i piedi che non ho la forza di dire nulla.
“Però potresti provare con YouTube”.
Mi aggrappo a quel consiglio.
Ha ragione il tipo. La rete è il futuro. Ci sono ex comici che grazie ad internet vorrebbero governare il paese. Non avrei alcun veto e potrei davvero farlo come ho sempre immaginato.
Sì, ok, ma chi mi viene?
Come faccio ad intervistare qualcuno senza che questo qualcuno sappia chi sono? E poi dove lo intervisto? A casa mia? T’immagini. Mandare una mail, ad esempio, a Pierfrancesco Favino con scritto: Gentilissimo Pierfra, conduco un Late Night su You Tube da casa mia, mi piacerebbe intervistarla. Che ne dice di venire in via di Brozzi?
Indovinate le risposte? Esatto. Nessuna. Con gli uomini. Con le donne invece rischierei anche una denuncia per molestie sessuali. Beh, magari potrei adattarlo alla fauna di Sollicciano e fare una roba tipo Wayne Gale con Mickey e Mallory Knox in Natural Born Killers.
Vedete, non sono le idee che mi mancano. Manca tutto il resto!

Questa sarebbe la storia se Jimmy Fallon fosse Matteo Aiello.
Resterebbe comunque un genio ma nessuno gli darebbe la possibilità di dimostrarlo.
Tanto non c’è nulla da fare, se non vai ospite al programma di Carlo Conti non ti caca e non ti cacherà mai nessuno.
Non lo fa più??
Veramente??
I Raccomandati non esiste più sul serio??
Vabbé caXXo, è una congiura. Non ci sarà mica Moggi dietro?
Vorrà dire che continuerò ad immaginarmi il mio successo e le mie interviste in quei cinque minuti prima di addormentarmi.
Si sogna quando si dorme, non quando si è svegli.

Questo è quello che fa Jimmy Fallon.
Ce li vedete i nostri super vip a fare certe cose?
Jimmy, non hai idea del culo che hai avuto ad essere di New York!


Archiviato in:Prisencolinensinainciusol Tagged: david letterman, firenze, jay leno, jimmy fallon, late night, new york, the tonight show

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