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Latte e biscotti

Creato il 04 ottobre 2011 da Sabby

Latte e biscotti

Ci sono le mamme che preparano latte e biscotti ai loro figli, per merenda, magari fatti anche in casa;

che la sera, ai loro pargoli, raccontano una favola;

quelle che vanno a tutte le riunioni scolastiche, o del catechismo, e che iscrivono i figli a tutte le attività scolastiche.

Poi ci sono le mamme come me, quelle che devono risolversi prima i loro problemi personali, o che devono prima cercarsi un precario equilibrio. Mamme quasi sempre sole, non perché non ci sono i nonni, o fratelli e zii, ma di una solitudine più impalpabile, più lacerante. Una solitudine che nasce da un confronto con un ruolo di mamma mitizzato dalle favole o dalla publicità: la mamma perfetta, quelle che di notte si sveglia con un bel sorriso, quella che nell’istante in cui vede sui figlio sente dentro di sé l’istinto palpitante della madre premurosa.

Per me non è stato così. Ho sofferto quando è nato mio figlio. La sua piccola malformazione mi faceva sentire inadeguata, incapace, come quando un ciambellone esce dal forno deformato e non ti senti una brava cuoca.

Io l’istinto materno non lo sentivo, io mi innervosivo alle poppate notturne. Io non mi sentivo madre!

Volevo essere una madre diversa, alternativa alla madre che pur di non far sporcare i suoi figli non li fa giocare, io invece, li facevo giocare eccome, non mi preoccupavo della maglietta sporca. Io però non raccontavo favole la notte, perché volevo il mio spazio per leggere, per pensare a me stessa. Quella felicità tanto decantata io non la provavo. A volte sentivo più il peso che l’idillio.

Tutto questo oggi si fa sentire. Mio figlio, dieci anni, è un bambino maleducato, irresponsabile, svogliato a scuola, e quant’altro.

Certo, non dipende tutto dai miei problemi, ma forse una donna, quando decide di diventare mamma, dovrebbe “farsi da parte” e ascoltare prima i suoi figli, poi se stessa.

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