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Laura, la sarta che veste soldati, re, regine e Robin Hood

Creato il 23 agosto 2011 da Lapulceonline

sarta, laura sacchiE’ capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di trovarsi nel bel mezzo di una di quelle feste cittadine in cui ad un certo punto entrano in scena queicortei di persone con costumi medioevali o in armatura, con appresso utensili antichi o strumenti musicali di cui non conosciamo neppure il nome. Si tratta dei cosiddetti “Gruppi Storici”, cioè vere e proprie associazioni culturali, compagnie composte da uomini e donne che amano riunirsi per rappresentare il periodo della Storia di cui sono appassionati e far orgoglioso sfoggio degli abiti ad esso correlati. Dame, cavalieri, sbandieratori, re e regine, paggi, soldati, ma anche faraoni e dèi, figure mitologiche e spose egizie: ma dove troveranno mai quei costumi? Se li si osserva con attenzione, ci si accorge che quegli abiti sono curati nei minimi dettagli, sono confezionati con una misteriosa, impeccabile precisione certosina, nulla sembra lasciato al caso. Questi abiti se li fanno loro, li comprano da qualche parte? Viaggiano nel tempo e fanno shopping nella Firenze rinascimentale? Svaligiano i musei? Niente di tutto questo, naturalmente. I gruppi storici (vere e proprie confraternite, seconde famiglie) sono in costante contatto con sarti e fornitori specializzati. Maestri del mestiere che creano costumi appositamente per loro, che prima di ogni occasione importante riparano e perfezionano, cuciono e ricuciono affi nché tutto sia al suo posto e tecnicamente fedele all’epoca da rappresentare. Insomma, veri e propri artisti che si sono guadagnati la fiducia dei gruppi e coi quali, col tempo, si stringe un “sodalizio” fondamentale per la riuscita della rappresentazione stessa.

Laura Sacchi, 29 enne, è già una di queste persone: da ormai 3 anni, dal suo negozio di via Tortona collabora coi più importanti gruppi storici della provincia di Alessandria (e non solo) confezionando e fornendo loro costumi che solo a guardarli ti ritrovi catapultato in un’altra epoca. Il suo compito consiste sostanzialmente nel creare e nel soddisfare le esigenze (spesso alle soglie del maniacale) dei propri clienti “romani”, “cinquecenteschi”, “sumeri” o “risorgimentali”. Tra questi ci sono i membri del “Gruppo Storico Napoleonico di Marengo”, del gruppo Romano “Prima Legia Italica”, del “Res Gestae” e della compagnia “Ordo Temporis”, di cui lei stessa fa parte. Ha studiato alla Scuola di Moda Vezza, insegna alla Scuola Tecnica San Carlo e tiene corsi all’Istituto Morbelli e al CISSACA. Una passione, la sua, che oggi comincia davvero a dare i suoi frutti: clientela fissa, contatti in costante aumento, uno straordinario affl usso di attori teatrali in cerca del costume ideale da portare in scena, filologi ed associazioni culturali. Per non parlare poi di “comuni” clienti che chiedono riparazioni, invenzioni ed abiti su misura. “Oggi come oggi posso ritenermi soddisfatta di come stiano andando le cose.”, ci confessa. “Ho un solido gruppo di clienti fi ssi e quelli che capitano qui per caso spesso ritornano per commissionarmi nuovi lavori. Non sono mai ricorsa alla pubblicità vera e propria, diciamo che sta accadendo tutto grazie al passaparola”. Un passaparola così massiccio che ha portato Laura ad ampliare il proprio raggio d’azione, passando proprio quest’anno anche agli abiti da sposa. Detto questo, anche i più profani, potranno rendersi conto di che livelli di responsabilità stiamo parlando.
Inoltre, per fare un mestiere del genere è fondamentale possedere una preparazione storica ben al di sopra della media: le descrizioni o le fotografie portate dai clienti non bastano, occorre conoscere esattamente di cosa si sta parlando e in qualche modo esserne appassionati, amare ciò di cui ci si sta occupando.
“In effetti ho dovuto fare molte ricerche storiche, proprio per poter ‘capire’ precisamente i lavori che mi vengono commissionati”. C’è chi mi chiede di riprodurre a mano le cuciture originali delle sottane del Cinquecento, chi mi indica le dimensioni delle spalline della divisa prussiana, chi mi parla dei bottoni delle uniformi napoleoniche come se nulla fosse. E’ per questo che bisogna essere preparati e conoscere il più possibile la materia”.
Storia e folklore dunque, ma anche confezioni per cerimonie e feste in maschera, serate di gala e party a tema. E molti, moltissimi clienti ordinari che su base regolare si presentano in negozio per ridar vita a vecchi indumenti, magari “fondendone” due in uno, come ci viene mostrato una volta condotti nel retrobottega: decine e decine di abiti imbastiti e in lavorazione, molti dei quali ricavati da più capi. Spiccano su tutti una veste di stoffa marrone a cui sono stati applicati “ritagli” di jeans e un vestito in stile anni ‘20 composto da più materiali, tutti “riciclati” da altri abiti al fi ne di creare un unico collage di tessuti. Laura lavora principalmente a mano o con macchine da cucire, e il prezzo dei suoi lavori dipende ovviamente dal tempo che prende la manodopera: di certo si impiega meno tempo ad effettuare riparazioni piuttosto che a produrre confezioni su misura: c’è infatti anche chi, magari di taglia un po’ forte, si fa “cucire addosso” un capo che nei negozi convenzionali non troverebbe mai, oppure chi arriva con un’idea e chiede che questa venga “materializzata” su un vecchio vestito scampato in extremis al bidone della spazzatura. Sì, c’è da fare i salti mortali, e non è raro che la sera Laura si porti il lavoro a casa. “Ci sono periodi in cui sono letteralmente sommersa di lavoro”, dichiara, “ma per me questa è una passione, e non mi pesa più di tanto. Sin da ragazzini io e i miei amici, invece di andare in discoteca partecipavamo ai gruppi storici, lavoravamo ai costumi, studiavamo come meglio rappresentare una determinata epoca. Ci è anche capitato che ci offrissero di presenziare ai veglioni di Capodanno: non dovevamo fare altro che indossare i nostri abiti, aggirarci per i locale e… mangiare. Il tutto venendo pagati profumatamente. Mica male, no?”.

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