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Lavoratori italiani a parte: licenziare e meglio che assumere

Creato il 05 giugno 2012 da Maricappi
Mai sentito parlare così tanto, in quest’ultimo governo, di licenziamenti. Pare che la giusta soluzione, semplificando discorsi complicati, per carità, sia quella di licenziare in maniera più facilitata per sbloccare la flessibilità lavorativa. Poche volte è stata utilizzata la parola ASSUNZIONE. 
In termini di lavoro sarebbe un 5x1, per cinque licenziati un solo assunto, ammesso e concesso che l’assunto sia ancora vivo, altrimenti salta. Si chiama operazione 5.0, internet ci fa un baffo. Pensate, la nuova Lega è ancora al 2.0.
Il Ministro Elsa Fornero, Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, con la sua delega anche alle Pari Opportunità, auspica pure che non ci siano discrepanze tra lavoratori privati e statali. Si aggiunge così un altro tassello al capitolo dei licenziamenti e cioè che anche i Pubblici dipendenti abbiano lo stesso trattamento dei lavoratori privati.
TUTTI LICENZIATI.
Credo che mai si sia raggiunta una così bassa soglia di popolarità del lavoratore italiano.
Gli ultimi sondaggi danno il partito dei lavoratori allo 00000.1%, il partito della flessibilità allo 15%, il partito dei licenziamenti al 57% con punte del 63%, più del PDL e PD messi insieme.
Analizzando i dati, se ne deduca che, il lavoratore in Italia è un impiccio. Consuma carta igienica, sapone per le mani, l’aria nel luogo del lavoro, i macchinari che utilizza, presidi che possono anche essere omessi, è un consumatore senza giusta causa.
A volte parla di diritti, questi sconosciuti, ma ci sono i sindacati a metterci una toppa. Operazione azzeriamo i diritti.
In un clima così sereno e pacatamente italiano tra i banchi della politica, tutti i lavoratori, quelli che ancora non sono riusciti a licenziare, quelli più umili, dagli operai sino al famoso ceto non più medio, devono chinare la testa in segno di gratitudine perché un lavoro ce l’hanno. E non importa se quel lavoro ti fa rischiare ogni giorno la tua vita.

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