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Lavoro a provvigione ? meglio niente !

Da Roberto Chessa @robertochessa70

Lavoro a provvigione o stipendio fisso ?

Un altro “dilemma”, un po’ come l’eterna lotta tra lavoro di concetto o lavoro manuale. Due universi opposti che difficilmente riescono ad incontrarsi.

Con la “scusa” della crisi, sempre più aziende cercano di legare il compenso dei propri collaboratori a variabili produttive.

Ti pago per quello che produci. Il che sarebbe lecito, se non fosse che tale principio viene richiesto anche per mansioni prettamente di carattere impiegatizio, di concetto, dove sarebbe realmente difficile quantificare un compenso.

Poi diciamocelo, c’è chi nasce imprenditore e chi dipendente, chi ha le “palle” di rischiare, e chi preferisce la “tranquillità” , la certezza del compenso, anche se questo sfiora lo sfruttamento.

Cosa vuol dire lavorare a provvigione ?

Chi ha scelto la libera professione sa perfettamente che meglio lavorerà, (attenzione meglio non vuol dire lavorare di più)maggiori potranno essere i margini di guadagno.

Significa assumersi la responsabilità del proprio lavoro, dei propri  risultati.

Il contadino che si presenta al mercato senza la propria merce non potrà pretendere di essere pagato.

Sarà inutile tutta quella fatica. Aver  tolto le pietre, zappato,seminato, sudato, se poi non porti i frutti al mercato. E anche se li porti, ti devi sempre confrontare con le altre bancarelle, con i prezzi, con la concorrenza e le richieste dei clienti.

Non è semplice.  A questo punto, meglio pochi ma sicuri.

Ma quanto vale il tuo tempo ?

Facciamo un esempio :

Ad un “esperto” in web marketing viene proposto di collaborare con una società che si occupa di sviluppare siti web. Per questo lavoro sarà retribuito in base ad ogni commessa per la quale metterà a disposizione le proprie competenze. A percentuale.

Ma la sola parola lo spaventa, perché dove si paga a provvigione “c’è sempre la fregatura”.

Quindi preferisce lavorare 8 ore a giorno per 5 giorni alla settimana per un totale 160 ore al mese.

A disposizione dell’azienda .

Compenso mensile €. 900,00 netti, il che vuol dire poco più di 5 euro ad ora.

La tua professionalità vale 5 euro ad ora ?

Lavorando a percentuale, quello sarebbe stato l’importo di una singola commessa.

La retribuzione variabile non è una prerogativa esclusiva di chi lavora nel mondo della vendita, ma anche di  tutti quei professionisti che offrono le proprie competenze, lavorando in gruppo, per un progetto unico.

La cosa importante è saper valutare il progetto e le reali opportunità ad esso connesse.

Soffermandoci un momento nel fantastico mondo del venditore.

Oltre il 50% delle offerte che si trovano in rete sono relative a lavori di vendita.

Il che vorrebbe dire che se sai vendere non avrai mai problemi a trovare un lavoro.

Nei vari social, leggo spesso commenti a dir poco offensivi, di persone che “denigrano” , ironizzano e giudicano, senza conoscere.  Si raggiunge l’apice quando si tratta di network marketing, buttando fango su colossi presenti da oltre 50 anni sul mercato , dando degli sfigati a chi ha fatto questa scelta.

Nessuno vi punta la pistola contro, e se  una volta nella vita avete provato e vi è andata male, probabilmente è  anche  colpa vostra.

Quindi perché offendere chi ha scelto questo mestiere ? chi campa la famiglia e paga le tasse.

Forse perché loro sono felici e voi costantemente depressi ?

La Vendita, è un mestiere che non può essere fatto in mancanza di altro, o in attesa di opportunità migliori. Va scelto , desiderato.  Bisogna avere un metodo, essere organizzati, e tanta ma tanta passione.

A breve preparerò un post dove analizzerò gli elementi fondamentali da prendere in considerazione per comprendere se un’offerta a retribuzione variabile è un’opportunità o una perdita di tempo.

Auguro di cuore a tutti quelli che cercano la propria strada di trovarla, con la speranza di evitare qualsiasi commento e giudizio “figlio” del sentito dire e dei luoghi comuni.

 


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