Magazine Psicologia

Le 5 caratteristiche personali per essere un buon mental coach

Da Certifiedmentalcoachitalia

Solitamente quando proviamo a documentarci su chi sia un buon mental coach ciò che ne otteniamo è una definizione piuttosto scolastica: professionista chiamato in causa da un soggetto in evidente difficoltà, il cui scopo è proprio quello di aiutarlo a superare tale problema, generalmente frutto di un blocco mentale, in modo da raggiungere il successo e la realizzazione personale. Il suo compito è concedere all’individuo quegli strumenti necessari perché acquisisca sicurezza e consapevolezza, indispensabili per agire senza dubitare di se stesso.

Solitamente quando proviamo a documentarci su chi sia un buon mental coach ciò che ne otteniamo è una definizione piuttosto scolastica: professionista chiamato in causa da un soggetto in evidente difficoltà, il cui scopo è proprio quello di aiutarlo a superare tale problema, generalmente frutto di un blocco mentale, in modo da raggiungere il successo e la realizzazione personale. Il suo compito è concedere all’individuo quegli strumenti necessari perché acquisisca sicurezza e consapevolezza, indispensabili per agire senza dubitare di se stesso.

 

Avete notato come si parli, dunque, di competenze, di quello che deve essere in grado di fare, senza preoccuparsi dell’aspetto umano, del carattere che dovrebbe avere? Insomma, che non ci si ponga mai la domanda: quali sono le caratteristiche personali che rendono un buon mental coach tale?

Proverò, dunque, a darvi una risposta. Analizzando un po’ tale figura ho individuato 5 requisiti che, a mio giudizio, sono fondamentali per poter svolgere questa professione.

  1. Un buon mental coach è una guida, un motivatore, quindi deve essere in primis carismatico, deve trovare la giusta chiave d’accesso per entrare nella mente del suo allievo, deve essere un trascinatore.
  2. Una dote di cui dovrebbe abbondare è la pazienza. Chi si rivolge a lui è chiaro che abbia qualche difficoltà. Il suo compito è quello di capire quale sia e per farlo deve saper ascoltare. Deve fare in modo che il proprio allievo ragioni e valuti attentamente tutte le possibilità che gli si presentano davanti e non che accetti la prima fornita perché si ha fretta di concludere. Il buon mental coach deve sempre tenere a mente che poi l’individuo dovrà agire autonomamente e che quindi è necessario che gli venga impartito un modo per affrontare il problema e non la mera soluzione.
  3. Se si vuole essere un buon mental coach è indispensabile essere decisi, risoluti, deve infondere sicurezza nel coachee, dato che il rapporto, per poter funzionare, è necessario si basi sulla fiducia. Il soggetto deve essere messo nella condizione di poter pensare “Ho trovato la persona che può realmente aiutarmi, pertanto mi impegnerò al massimo”.
  4. Per essere un buon mental coach è necessario essere obiettivi, per comprendere appieno se il soggetto ha le potenzialità per raggiungere l’obiettivo a cui aspira o meno, e quindi porre sullo stesso livello sia la mente che il corpo, non prediligendo la prima solo perché se ne occupa e discriminando il corpo celandosi dietro il concetto “se vuoi puoi”.
  5. Occorre essere analitici, avere cura di tutto ciò che possa essere d’aiuto al coachee senza tralasciare nulla, valutare i suoi punti di forza e di debolezza, valorizzando i primi ed abbattendo i secondi, al fine di rendere l’individuo sicuro, preparato e pronto per nuove sfide.

Avendo ora a disposizione l’identik del buon mental coach, valutate se una persona di questo tipo possa esservi d’aiuto e iniziate a compiere il primo compito che un buon mental coach vi induce a svolgere: AGIRE.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog