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LE AMANTI: PROFESSIONE O VOCAZIONE? - La difficile vita di chi sceglie di essere “L’ALTRA”

Da Ciro_pastore
Nel mio percorso di amatore da strapazzo, avendo incontrato decine di donne, mi sono convinto che è possibile suddividere le amanti in due categorie: le professioniste e quelle con la vocazione. È, ovviamente, un parzialissimo e semplicistico tentativo di dare una sistemazione tassonomica al fenomeno, ma può essere un utile e divertente esercizio tentare di incasellare le donne, che anche voi avete frequentato, in una delle due categorie.
Vorrei iniziare dalla categoria meno affollata e, sicuramente, quella che merita maggiormente la nostra indulgenza. L’amante per vocazione è come una suora laica che decide di dedicare la propria vita affettiva e sessuale a uomini già accasati o, comunque, con stabili relazioni con altre donne. Questo tipo di amante si caratterizza per un fondamentale tratto masochistico, dal punto di vista affettivo. È attirata da storie senza futuro, si tormenta e tormenta le proprie amiche raccontando fino allo sfinimento quanto sia sfortunata ad innamorarsi sempre degli uomini sbagliati. È destinata per definizione a vivere da sola ogni festività comandata, ogni weekend, tutte le ferie. Aspetta morbosamente una chiamata del suo LUI come fosse un’attesa messianica. Ogni sms proveniente dal suo adorato amante è come un raggio di luce che rischiara la sua giornata. Vive costantemente sotto la minaccia che quell’amore impossibile finisca, ma in fondo è proprio l’ineludibile attesa della fine che, pur tormentando le sue giornate, la eccita e la emoziona. Sa bene che la fine è sicura, sa quanto soffrirà per mesi, ma sa che dopo ogni storia finita le si schiude la possibilità di ripartire da zero, ogni volta con le stesse modalità e con la stessa inevitabile conclusione. Intrappolata, in quel modo struggente, in un eterno karma che la vede inesorabilmente vittima sacrificale sull’altare dell’Amore. Quando è nel pieno della fase dell’innamoramento è come soggiogata dall’estasi dell’irripetibile sogno che si avvera. Il suo romanticismo di fondo la spinge a vivere ogni amorazzo come fosse il perfetto intreccio di un romanzo di Liala. Per nulla al mondo rinuncerebbe alle emozioni incontrollate che prova quando la storia giunge al culmine dell’estasi amorosa e sessuale. La sua disponibilità sessuale è sempre il frutto di un amore che le pare eterno ed insostituibile, salvo verificare, di lì a poco, che non era per nulla eterno e neppure insostituibile. All’amante per vocazione non resta che vivere amori di seconda mano, nella vana attesa di un amore esclusivo che mai si avvererà.
Tutt’altra storia per l’amante professionale. Innanzitutto, le sue storie sono ben ponderate, mai del tutto occasionali, quasi mai disinteressate. La professionista sceglie e cura con attenzione i propri partner. Le più attente e scaltre si premurano di avere più storie in cantiere, ciascuna ad una diversa fase evolutiva. Come degli abili cuochi, riescono ad avere il controllo dei fornelli con più fuochi accesi contemporaneamente, muovendosi sapientemente fra le diverse fasi di preparazione, portando a termine le ricette più diverse con pari risultati.Personalmente, ne ho conosciuta una che sapeva, per doti naturali, tenere a bada a così tante storie parallele da aver perfezionato negli anni un metodo, che definire industrializzato non è un’esagerazione. Certo, qualche volta, le capitava di bruciare qualche piatto ma, in fondo, il danno non era poi grave, bastava saperlo sostituire rapidamente con un’altra portata. Avendola frequentata lungamente ed approfonditamente, ho molto imparato dal suo metodo di sovrapposizione delle relazioni contemporanee. Mi riconosco un suo devoto discepolo: da lei ho appreso trucchi e tecniche che consentono la gestione parallela, e di questo gliene sarò eternamente grato. Sono trucchi che non andrebbero svelati, ma oggi mi sento in vena di condivisione e, quindi, gratuitamente ve ne farò omaggio.Prima regola fondamentale: scegliere gli amanti con cura. L’amante è come il maiale, non si butta via niente. Ogni amante deve produrre qualcosa. C’è chi produce possibilità di carriera, chi porta in dote facilitazioni economiche foriere di oggetti lussuosi, chi può aprire strade nelle relazioni sociali e politiche, chi banalmente deve prodursi come stallone da monta. Nessuno di loro, però, deve avere la presunzione dell’esclusiva temporale. Certo, tutti si illudono di essere gli unici e soli, ma illudersi non costa nulla.Mirabile la sua tecnica per costringere i suoi amanti al regalo di lusso. Il rituale sempre lo stesso: ti invitava ad andare a vedere un negozio di gioielli o di abbigliamento di un certo livello (sapete quelle boutique chic, con nomi improbabili tipo Scialò o Preludio) oppure ottici accorsati con occhiali da sole delle grandi firme. “Guarda quel vestito (orologio, occhiali) come è bello, che dici me lo provo?”. L’amo era lanciato ed il gioco era fatto. Una volta, per sottrarmi a tale trabocchetto, mi sono dovuto inventare l’inverosimile balla di aver perso il portafoglio, con annesse carte di credito. Lei comprese il trucco, ma non poteva reagire. A breve distanza di tempo, però, me la fece pagare dandomi il benservito, via mail (ancora la conservo, a futura ed imperitura memoria).Altra operazione da imitare, è l’invio multiplo dello stesso messaggio sms a più amanti, avendo scrupolosa cura di non menzionare mai il nome dell’amato, meglio usare sostantivi anonimi come: cicci, gioia, tesoro. Sapeste quante volte l’ho utilizzata a mia volta, basta non farlo con gli mms, però, che conservano nel messaggio stesso la traccia degli invii multipli. Altra operazione difficile d’attuare, è avere più amanti nello stesso recinto. La mia maestra, però, anche per quei casi complessi, aveva adottato una tecnica vincente. Incastrare orari e luoghi d’incontro, tanto da evitare le sovrapposizioni temporali. A tal proposito, avendo un lavoretto in corso proprio all’interno del suo stesso ufficio, mi vietò assolutamente ogni visita al suo cospetto: “L’Ingegnere Acampos non vuole visite!” sentenziò, ma io capii perfettamente.Il suo programma di incontri con gli amanti prevedeva il prelievo pomeridiano nei pressi di casa, il breve soggiorno presso un bar dove consumare un cappuccino macchiato chiaro e l’inevitabile giro in giostra in macchina. Accuratamente da evitare l’errore di condurre nello stesso baramanti diversi. Regola ferrea: non dare a nessuno riferimenti geografici per la successiva individuazione dei posti in cui rintracciarla. Bar non distanti, tipo via Libertà (zona uscita autostrada A3) a Portici, english bar via Poli (adiacenze liceo Mandriani) o lounge bar strada collegamento S. Sebastiano-Cercola, caffè anonimi sulla Bernardo Cozzolino o Corso Garibaldi a Portici. Tutti posti in cui difficilmente si fanno incontri con conoscenti. A volte usava anche luoghi un po’ più compromettenti come cafè letterario in Villa Bruno, baretto in Piazza Troisi o Tallioo in via Roma. Insomma, una vita difficile, quasi da Mata Hari di provincia, ma tutto sommato entusiasmante. Una vita in cui nessuno è indispensabile, ma tutti sono utili.
Ciro Pastore-Il Signore delle Ancelle
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