Magazine Per Lei

LE ANIME BELLE. Quelle che lasciano il segno.

Creato il 16 luglio 2012 da Nina
LE ANIME BELLE. Quelle che lasciano il segno.
Sono giorni in cui il mio cuore è mattone, impastato con l'argilla rossa della terra e l'acqua densa e scura di uno stagno. E ha rallentato i battiti. Sono giorni in cui la testa ciecamente cerca di innalzare barriere, per difendermi dalle immagini che fanno male.  Sono giorni in cui la bocca è arida, asciutta di parole. Sono giorni in cui i miei occhi si sono chiusi, per non dover guardare la faccia brutta della vita, incapaci come sono di sostenerne la vista. Sono giorni in cui il mio corpo è macigno pesante, che schiaccia a terra con prepotenza ogni mio slancio di risalita.  Devo vincere la forza di gravità che preme e spinge verso il basso. Lo faccio a modo mio, l'unico che conosco, cercando di fermare i fotogrammi dell'anima, di tradurli nel linguaggio che più mi appartiene: una foto, un post. Non scenderò nel dettaglio, poco o nulla cambierebbe per me o per voi, ma sarò sincera, fino all'indecenza.
Oggi vi parlerò di certi destini, che sono legati a filo doppio. Di certe amicizie nate col blog, che sono poi diventate molto altro, trascendendo la realtà virtuale, fino a raggiungere la mia anima, colorando la mia vita.  Quel che è accaduto a Lei mi stringe il petto in una morsa che non vuole allentarsi. Perché ci sono storie da cui, dopo una profonda partecipazione, io non riesco a staccarmi, a mettere quella sana distanza che mi permette di continuare ad agire, a fare la mia parte in tutto questo, tramite il blog. Voi mi siete testimoni di questa abilità che nel tempo ho coltivato e affinato, voi Conchiglie siete il mio canale privilegiato, la mia scuola. Con voi ho imparate l'arte del distacco, quello sano, che mi impedisce l'immedesimazione, permettendomi di continuare ad esserci nel modo giusto, quello pulito e utile. Le nostre storie sono simili, si assomigliano ma mai devono sovrapporsi: che ognuna ha il suo destino, ognuna deve e può concedersi il lusso di credere e sperare anche di fronte al momentaneo fallimento di un'altra. Ognuna deve e può sentire di meritare la gioia assoluta, anche se altre continuano a cadere e lottare. Perché nessun essere umano, che vive il suo momento di sconfitta e fallimento, se dotato di sensibilità ed empatia, vorrebbe mai che l'altro si privasse della sua porzione di gioia, in nome di quel dolore. Perché ognuna di noi vuole per l'altra solo il meglio e io lo so che indugiare nella compassione (nel senso del patire insieme) non è certo di aiuto o conforto per chi quel dolore lo sta vivendo sulla sua pelle. Ma non è sempre così, o meglio a volte, per la sottoscritta, non è così immediato e semplice. Soprattutto quando non si tratta più solo di compassione o compartecipazione. Quella di oggi per me è la sfida più grande. Perché con Lei ci siamo accompagnate per mano, per Lei e con Lei ho creduto e sperato. E' con Lei che io ho conosciuto il risvolto umano della PMA, Lei mi ha permesso di entrare a guardare, mi ha accolto a braccia aperte, lasciandomi scoprire insieme a Lei cosa significa quell'esperienza lì.  E ci sono stata dentro, alla sua vita, alla sua esperienza, più di quanto potrò mai spiegare. E questo ci ha unite indissolubilmente. Ho amato il suo approccio, molto simile a quello che cerco di avere io, di costruire giorno per giorno, fino ad arrivare a credere che sarebbe stata la riprova che uno stato d'animo così avrebbe fatto la differenza, regalandole la realizzazione del sogno. Prima a Lei, dopo a me. La sua vittoria sarebbe stata la mia, ci credevo più di tutto, ogni volta.  E oggi mi accorgo che non ne sono mai uscita, perché sento che la sua perdita è la mia. Ora io sono qui, alle porte della mia occasione, con il mio carico di buone intenzioni - le migliori - con la mia ingenua, sciocca allegria, quella di chi ancora non sa cosa l'aspetta, quella di chi ciecamente vuole crederci e vuole farlo fino in fondo, con tutta l'anima. Quella di chi ha conosciuto tanti tipi diversi di dolore, ma non quello dell'ennesima caduta delle illusioni. Io sono a questo punto della mia vita, con gli occhi avidi di conoscere e vedere, con la sete e la fame di scoprire, di sperimentare sulla mia pelle. Con l'ostinata volontà di una bambina che è convinta che i suoi sogni si avverano, se ci spera più che può. Se ci crede forte forte.  Perciò io sono qui, in questo punto esatto e se mi volto Lei non c'è accanto a me, è rimasta indietro.  Lei si è dovuta fermare, Lei non può seguirmi, Lei è più grande di me di tre volte.  Lei se guarda me vede quello che era, alla luce della disillusione del presente e non può sostenerlo. Io se guardo Lei vedo quello che più mi spaventa. Io sono la bambina ingenua con l'entusiasmo della principiante, e lei è l'adulta col cuore a pezzi.  Io vorrei scaldarglielo, quel cuore, vorrei prendermi un po' del suo dolore, ma adesso devo fare i conti con la dura realtà: il suo dolore mi rallenta, fino a paralizzarmi. Il suo dolore mi ghiaccia gli entusiasmi, mi mette di fronte a un destino che potrebbe essere il mio e questo mi terrorizza, mi toglie le energie, quelle buone, di cui ho un disperato bisogno, soprattutto adesso che sto per affrontare l'operazione alle tube. 
Così la voce della mia coscienza mi ripete in modo ostinato che è giusto mettere quella distanza: Per me, che ho diritto di continuare a credere nella mia favola; Per Lei che ha bisogno di essere rispettata nel suo dolore, protetta dalle ingerenze esterne, custodita.  So che le nostre strade dovranno separarsi per un po', so che devo cercare il modo di farlo anche se oggi il solo pensarlo mi sa di sconfitta: una crudele mossa, una mancanza, un difetto, una stortura. Ma io farei del male a Lei indirettamente e Lei a me. E questo non lo posso sopportare. Lei mi ha scritto: Tu stai per affrontare un percorso delicatissimo, ancora non lo sai quanto è delicato e credimi le sconfitte delle altre fanno solo male.  Questa consapevolezza, oggi, mi affetta in due. Mi toglie la pelle, me la scotta, mi scopre la carne viva, mi brucia.  La bambina vorrebbe gridare perché adesso ha paura, perché sta scoprendo che in percorsi come il nostro si toccano con mano pietre così preziose e delicate, che il rischio di graffiarle, danneggiarle è altissimo. E anche se quelle pietre sembrano emanare una luce costante, ogni tanto invece si opacizzano e hanno bisogno di essere lasciate sole, a ricaricarsi e rigenerarsi. Poi torneranno a brillare anche più di prima. Noi siamo quelle pietre rare, noi e i nostri individualissimi sentimenti. Che l'amore è prima di tutto questo: Riuscire a lasciare andare.  Lo diceva anche Sting 'If you love somebody set them free'.  Ma il problema per me oggi non è questo, il lasciar andare, ma il motivo, la causa di quella necessità.  La ragione della mia risata è causa di pianto in un'altra. Quel che mi rende felice getta l'altra nello sconforto. Questa è la cosa più difficile da accettare. Percorsi simili, esiti diversi. Il sacrosanto diritto alla gioia, anche se un'altra perde un pezzo di sé e una parte di lei muore. Questo è difficile riconoscersi, senza sentirsi in colpa. A spingermi avanti a proseguire è la fiducia nella rinascita, che non si muore mai per sempre. Perciò lasciare andare non basta, non è sufficiente, bisogna anche credere nelle risorse dell'altra, sapere che rinascerà. E io so che chi ti vuole bene, vuole saperti felice, indipendentemente dalle sue personalissime sorti. Non c'è colpa nella ricerca della felicità, perché la natura è grandiosa e magnanima e io sono certa che ce n'è per tutti, prima o poi arriva per tutti, in modi e forme diversi e a noi sconosciuti. Oggi è un gran giorno, sento che sto crescendo e imparando qualcosa di nuovo, grazie a Lei. Ci si può far male senza volerlo, si può ferire qualcuno senza cognizione, semplicemente essendo se stessi, se il motivo della nostra gioia è lo stesso che mette l'altra di fronte ai propri limiti. La vita ci regala delle opportunità, sapergli attribuire il giusto valore, la giusta attenzione, questo fa la differenza fra una Scelta Distratta (che scelta non è) e una Scelta invece Consapevole. E ci sono momenti nella vita in cui bisogna salutarsi, perché le rispettive fragilità non reggerebbero la vicinanza.  E non si tratta di cinismo, ma di amore per sé stessi e per l'altro. Si tratta di proteggersi e proteggere i propri sentimenti, i propri sogni, le proprie verità. Si tratta di spazi che richiedono dedizione, cura, lavoro su se stessi, ascolto intimo. Spazi che ci dobbiamo.
Prendete me: sono molto delicata in questo periodo della mia vita, sono facile preda dei mostri, delle paure, dei dubbi. Basta un niente e comincio a temere di aver inventato una bella favola di cui io non sarò mai la protagonista. Ho dei limiti oggettivi e lo riconosco. Ho invece bisogno di circondarmi di immagini positive, di successo e riuscita, bisogno di parlare del mio futuro di madre, di renderlo reale e concreto. Prendete Lei: ora è fragile, ha solo bisogno di non sentirne parlare, di pace, di silenzio. Ora ha solo bisogno di ritrovare se stessa, di rimontare i pezzi e ricostruirsi. Perciò oggi io sono pronta, oggi io riesco a dirtelo: Arrivederci Amica mia, ti saluto, ma col sorriso. Perché credo in te e nel tuo immenso smisurato potenziale.  Perché so che tornerai in una forma ancora più splendente di prima e lo so così come sono certa che stasera il sole tramontando lascerà il posto alla luna. E domani si scambieranno di nuovo di posto nel cielo. Ciao, mia Fatina dalle ali piccole, delicate e trasparenti, come la tua splendida Anima, questo post io lo dedico a te, in nome di quel che mi hai donato e insegnato. Voglio però salutarti nel modo che è nostro e ci accomuna: dedicandoti una canzone. Ho scelto questa per un motivo preciso: sabato sono andata al concerto di Cristina Donà e quando lei l'ha cantata il mio cuore è  volato via, è venuto a trovarti e si è seduto accanto al tuo. E lì è rimasto.
Ho immaginato di cantartela, Cuore a Cuore. Parla della fine di agosto e di una giornata perfetta. Che ti sta aspettando e non tarderà, ne sono certa.  Credici, continua a credere in te. Buona vita Anima Bella, come ti ho già detto ce ne sono davvero poche come te.
Perciò abbi cura di te, che siamo in molte a sentire che il mondo è un posto migliore da quando lo abiti anche tu :)

LE ANIME BELLE. Quelle che lasciano il segno.

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