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Le anime perse del Pd romano: "Ora rischiamo di essere azzerati" (di Concita De Gregorio)

Creato il 09 novembre 2015 da Tafanus

Concita-de-gregorio...ritorna (spero non occasionalmente) Concita De Gregorio su "Renzubblica", e come d'incanto il giornale riacquista un leggero profumo de "La Repubblica" che fu... E Concita racconta come "I Due Mattei" (Renzi & Orfini) abbiano ammazzato il PD a Roma, che ora vale metà del M5S...
Circoli spesso chiusi, militanti sconcertati per la cacciata del sindaco, Orfini assediato su Fb: "Fateci parlare". E l'accusa di una ex assessora: "I capibastone ancora tutti lì, vivi e vegeti" (di Concita De Gregorio)
ROMA. Anticorpi no, però c'è il sole. Un sindaco no. Le sedi del Partito Democratico chiuse, però si sta in maglietta e c'è il mercatino biologico, stamani. Molte coppie, bimbi in monopattino, anziani in panchina vicino alla fontana. Scusate, la sede del Pd? "E' tanto che è chiusa". Sì ma quella nuova? "Non so, chieda a loro". Due operai fumano una sigaretta davanti al cancello dove in un tempo ormai remoto lo studente Matteo Orfini, oggi presidente del Partito Democratico, uscito da scuola andava ad ascoltare Massimo D'Alema: la storica sezione Mazzini, quartiere Prati. Al posto del circolo c'è il magazzino di una farmacia, "ma è tanto". Sì. Ma quella nuova? "Dice che ora l'hanno accorpata a Trionfale, come le scuole quando restano vuote". Trionfale, a piedi, sono venti minuti a passo svelto. Chiuso. Sul portoncino del circolo Pd (l'anta di sinistra, quella di destra è di Sel) c'è un cartello: "Aperto il martedì dalle 18 alle 20, o su appuntamento". Segue numero di telefono urbano. Squilla a vuoto. Il circolo Pd Trionfale-Borgo ora anche Mazzini-Prati copre un'area che va dal Vaticano allo Stadio Olimpico, dalla collina dei grandi alberghi alla sede della Rai. E' come se Pisa, tutta, avesse un solo circolo Pd. Chiuso però. Riceve su appuntamento. Se chiami non risponde.

Orfini-renzi

Si vergognano di quello che dicono?

E' cambiato tutto, dall'estate, e non è cambiato nulla. C'è il sole, sempre. Quel che è successo negli ultimi cinque mesi, da quando Fabrizio Barca ha consegnato la relazione sullo stato del Pd romano, è difficile da spiegare a chi non viva a Roma. A chi cioè non la sappia tiepida distratta e accogliente come il dehor di un grand hotel: porte girevoli e prego accomodatevi in giardino, cosa possiamo offrire. C'è posto per il papa argentino, per il presidente fiorentino, per Daniel Craig di passaggio sul set, per Marino che esce e per il prefetto di Milano che entra, per la scuola in gita scolastica e per i vecchi potenti al solito tavolo, il loro tavolo, invisibili alla luce del sole.
"I capibastone sono tutti lì, vivi e vegeti" dice Marta Leonori, ex parlamentare pd ex assessore capitolino avvilita per essere stata trattata "dopo due anni e mezzo di lavoro durissimo come un'imbecille in un branco di imbecilli. Ma non ne faccio un fatto personale. Prima che ingiusto è stato un errore politico. Ora aspettiamo il dream team di Malagò, meno male. Scusi, la devo lasciare, sto entrando al cinema". Cosa va a vedere? "Un cartone, mi distraggo. Comunque ha ragione Barca: è un favore fatto al 'Pd cattivo'. A quelli del 'potere per il potere', come diceva la sua relazione. Quelli non hanno mai mollato, sono al loro posto. Ora Renzi ha detto che a Roma di politica non si deve più parlare fino a marzo. Mah. Lo ha detto a Porta a Porta. Orfini ha postato l'ultimo messaggio su FB il 31 ottobre. Per sapere che succede devi guardare Vespa o controllare Facebook".
L'ultimo post su Fb di Matteo Orfini, il dirigente politico nato dal ventre del partito che deve bonificare, è del 31 ottobre, appunto. Dopo ce n'è solo uno breve, ironico, su Happy Days e la nuova sinistra. Quello lungo sul 'caso Marino' è vecchio di nove giorni. 1211 mi piace, 620 condivisioni, 1062 commenti. Vediamo i primi:
"Il post è lungo perché la coscienza è sporca. Si vergogni", Paola Bassi.
"Il punto più basso della po¬litica italiana. Addio", Fabio Coppola.
"Buone ventose per arrampicarsi sugli specchi". Marco Rosolia.
"Avete fatto l'alleanza con l'opposizione, siete andati dal notaio. Una cosa inaudita". Maria Lucia Giaffreda.
E' la "congiura del notaio", Walter Tonietti.
"Un sindaco non appartiene a un partito ma alla città che lo ha eletto", Giancarlo Coelli.
Sulla 'congiura del notaio' molti 'like'. Maria Elena Pisani cita Paolo di Tarso. Vincenzo Sabatino la Costituzione. Moltissimi, con nome e cognome, si dichiarano iscritti, o simpatizzanti, o elettori. Ex, diciamo. Uno posta il video dell'assemblea al circolo di Trastevere in cui una militante dice a Barca: «Avete fatto con Marino quello che non avete fatto con Alemanno. Dovete spiegarci perché». Un altro, anziano: «Non si può più parlare da nessuna parte, io su Facebook non ci vado, voglio vedervi in faccia».
Un'occasione per dirsi due parole poteva essere quella del 27 settembre a Trigoria, circolo Castel di Lava, Cooperativa Agricoltura Nuova. Orfini aveva convocato lì tutti i segretari di circolo, riunione a porte chiuse, per comunicare le decisioni operative - 35 circoli su 100 chiusi o accorpati ad altri, tornano a chiamarsi sezioni, congresso rinviato, commissari e subcommissari prorogati sine die - e per ascoltare i dirigenti di base.
Ma quel giorno è morto Ingrao, si è fatto tardi e in segno di cordoglio la discussione è stata soppressa. Quindici giorni dopo, a metà ottobre, i sub commissari hanno proceduto agli accorpamenti. Testaccio con San Saba. Eur col Torrino, Subaugusta con Cinecittà. Tor de' Schiavi fuso a Villa Gordiani, Tor Tre Teste a Tor Sapienza.
Andiamo a Tor Sapienza. Periferia rovente di campi rom incendiati e scontri di strada fra Casa Pound e centri sociali. Anche qui come in tutta Roma il circolo-sezione del Pd, uno dei nove 'virtuosi' della relazione Barca, conta molto meno dei Comitati di Quartiere. In tv a dire che succede invitano Roberto Torre, presidente del comitato. Nei circoli si fa cineforum e discussione sul Jobs Act o sul popolo sahrawi - quando si fa.

Bruno Cecchini, il segretario, iscritto da 7 anni, 'nativo Pd': «In questo no, noi proviamo a stare sui problemi concreti ma è dura. Chiami la direzione cittadina e non ti rispondono mai. I vecchi iscritti fanno fatica. Il mio circolo era di proprietà dei Ds, lo avevano comprato i militanti, poi è passato a una Fondazione, e quando è arrivato come segretario cittadino Lionello Cosentino ha detto che dovevamo pagare la Fondazione. E' difficile spiegare a chi ha comprato il circolo che deve pagare l'affitto. Non so, poi Cosentino si è dimesso per via di Mafia capitale».

Già. E delle dimissioni di Marino avete discusso con gli iscritti? «Certo. Grande disorientamento. Io guardi, sono concreto. Gli scontrini non c'entrano, penso. Era tanto che si stringeva il cerchio: quando Marino ha messo mano all'Atac e all'Ama è stato chiaro a tutti che lo boicottavano. Non facevano funzionare più niente: trasporti, immondizia. Ma chi ci ha parlato coi sindacati, dico io? Il partito ha fatto un lavoro di mediazione? Marino sarà stato anche ingenuo, un 'fanciullo', ma gli hanno teso una trappola. La gente che sento pensa questo. E adesso? Adesso il Pd sta fermo un turno, temo».
Sezione di Villa Gordiani, all'altro capo di Roma. E' in corso la "Festa del tesseramento". Festa si fa per dire. Riccardo Vagnarelli, segretario, 40 anni, Cuperlo alle ultime primarie; «ma oggi forse voterei Renzi». «La gente non capisce cosa sia successo. Lo addebita al partito, ai giornali. Facciamo molta fatica a spiegare. Marino lo avevo votato anche io. Tante cose aveva cominciato a farle, poi a un certo punto buio. Dal primo rimpasto: da quando hanno mandato via Paolo Masini per mettere Rossi Doria. Non si è capito: pareva che il sindaco fosse obbligato a fare qual che non voleva. Ma da chi?».
Forse il diretto interessato lo sa. Sentiamo Paolo Masini, ex assessore alle infrastrutture in Campidoglio, poi a Scuola e sport. Dopo Estella Marino il più votato a Roma, 5500 preferenze. Ha votato Renzi alle primarie: «Non eravamo molti renziani a Roma. Ora vedo in arrivo una folla». Insegnante, classe 1964, ha fatto politica tutta la vita nelle case popolari di Donna Olimpia. Il circolo è intitolato a Miriam Mafai, c'è un manifesto di Berlinguer e uno di Moro. Un capodanno, dice, ci fecero festa Pasolini ed Elsa Morante. Lei lo sa perché ha dovuto lasciare l'assessorato? «No, non lo so. Mi fermano per strada e me lo chiedono. Franco Gabrielli il prefetto mi ha ringraziato. Per il lavoro che avevamo cominciato a fare sulla trasparenza degli appalti. Sono vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico, associazione di enti locali contro dalle mafie. Marino mi ha detto che lui mi avrebbe tenuto. Si vede che non poteva. Poi alla fine quando vedi le alleanze con la destra, i notai... non sai più cosa pensare». Però magari adesso la riorganizzazione del Pd romano fa un po' di pulizia, che dice? «Non è che i vecchi dirigenti dei circoli accorpati scompaiano, sa? Si trasferiscono, o continuano a fare politica da casa che tanto basta il computer. Oppure si mescolano agli altri. Ma se prendi mezzo bicchiere di acqua pulita e mezzo di acqua sporca e li mescoli diventa tutta pulita, l'acqua? Io dico che diventa tutta torbida, e più difficile trovare chi la beva». Anche gli anticorpi, a volte, affogano in un bicchier d'acqua. Ma non fanno rumore e poi fuori c'è il sole.

(Credits: Concita De Gregorio)


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