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Le audaci imprese del Bologna in Sud America

Creato il 08 settembre 2014 da Calcioromantico @CalcioRomantico

L'emozione è palpabile in tutto l'ambiente calcistico. Come sottolinea il Littoriale, il fatto che il Bologna e il Torino navighino a vele spiegate verso il Sud America è "un'audace impresa". Vittorio Pozzo, dalle pagine del Resto del Carlino, con la sua consueta franchezza e facendo riferimento a categorie allora in voga spiega meglio la situazione: "Lo sport di un dato paese e le qualità di una data razza vengon portate alle stelle o condannate senza attenuanti né reticenze a seconda dell'esito di una partita di calcio." E per le migliori rappresentanti del calcio italiano è dietro l'angolo il rischio Barcellona, il cui viaggio l'anno precedente "permise di constatare che la tempra della gioventù del continente nuovo è ben differente da quella dei rappresentanti della vecchia decrepita Europa".
Le audaci imprese del Bologna in Sud AmericaC'è poi un importante novità, un qualcosa che era nell'aria da un po' di tempo e che il congresso FIFA del 18 maggio ha appena ratificato. Per premiare la squadra che ha attraversato l'Oceano e vinto le due ultime Olimpiadi calcistiche, l'organizzazione della prima Coppa del Mondo Jules Rimet è stata assegnata all' Uruguay. Da qui a un anno, al posto di Bologna e Torino, ci potrebbe, dunque, essere la nazionale italiana a sobbarcarsi una traversata oceanica per confrontarsi col meglio che il calcio sudamericano può offrire. Anche per questo Roma, Alessandria, Pro Vercelli, Bari, Modena, Livorno e Milano hanno prestato alle due compagini partite per il viaggio alcuni dei loro giocatori più rappresentativi.

Anche se la F.I.G.C. preferirà rinunciare al viaggio mondiale nel 1930, quella tournée sudamericana che ha luogo tra luglio e settembre del 1929 entra di diritto nel la storia del calcio italiano perché contribuirà al far conoscere anche fuori dai confini italiani il mito del Bologna che tremare il mondo fa.
I primi passi sono ormai alle spalle, anche se sulla definitiva consacrazione dei rossoblù a potenza del campionato italiano pesa l'ombra di Leandro Arpinati, tifoso bolognese, squadrista della prima ora, dal 1924 membro del Gran Consiglio del Fascismo, dal 1926 presidente federale nonché podestà della città emiliana. Del resto, la controversa e lunghissima finale del 1925 contro il Genoa, che ha regalato agli emiliani il primo scudetto, è un esempio di come godere delle simpatie in alto loco possa aiutare.
Il Bologna ha appena vinto il secondo titolo della sua storia, battendo il 7 luglio nello spareggio di Roma il Torino per 1-0. La formula, che prevede due gironi e finalissima tra le prime classificate, ha penalizzato le dominatrici dei rispettivi raggruppamenti nell'atto conclusivo, ma sul fatto che la vittoria dei felsinei sia meritata non ci sono dubbi. Il commento di Pozzo alla partita e al match-winner, il "rotondo" Muzzioli, è però talmente pungente che va necessariamente condiviso.

.[Il] campionato [...] non poteva che essere deciso da una "finalissima" che fosse la quintessenza della violenza. E non poteva che essere deciso da un colpo di fortuna. [...] E la sorte volle che la decisione stessa giungesse per opera del giuocatore dotato di minori doti tecniche tra tutti i 22 uomini in campo

La squadra che si imbarca per il Sud America è, dunque, abituata da qualche anno a lottare per traguardi di una certa rilevanza e solo la concomitanza con lo spareggio scudetto le ha impedito di debuttare nella Mitropa Cup, che nel 1929 vede per la prima volta la partecipazione di club italiani.

L'allenatore è l'austriaco Felsner, scelto nel 1920 tra coloro che hanno risposto a un annuncio fatto dalla società bolognese su un quotidiano viennese. Come i suoi colleghi danubiani che, o per scelta o per necessità (dopo l'entrata in vigore della Carta di Viareggio), si ritrovano in Italia a fare i trainer, Felsner introduce metodi di allenamento più duri e cura in modo maniacale la tecnica individuale di ciascun giocatori. La tattica usata è, invece, quella di tutte le altre squadre italiane, della nazionale di Pozzo e del Wunderteam austriaco, ovvero il metodo.

I giocatori che partono con Felsner alla volta di Brasile, Uruguay e Argentina sono diciassette. Dieci sono rossoblù, tutti quelli dello spareggio di Roma tranne Giuseppe Della Valle. Sette gli aggregati. Tra loro i futuri campioni del mondo Schiavio, Monzeglio e Giovanni Ferrari (quest'ultimo in forza all'Alessandria) e quattro che hanno già esordito o esordiranno a breve in nazionale, i felsinei Pitto e Busini III, Magnozzi del Livorno e Costantino del Bari.
L'attracco in terra brasiliana è datato 23 luglio, dopo dodici giorni viaggio. La partenza per l'Italia il 15 settembre. In mezzo quindici partite con uno score complessivo all'apparenza non proprio lusinghiero: 3 vittorie, 3 pareggi e 9 sconfitte. Il Bologna, però, se la gioca quasi sempre, a parte due nette sconfitte col Corinthians e a Santa Fé, e gli avversari che incontra sono spesso di caratura internazionale, se non vere e proprie selezioni nazionali. E poi al Torino va peggio: 2 vittorie, 3 pareggi, 8 sconfitte, ma 5 di queste sono nettissime.
Tra le partite più importanti, o meglio tra le partite cui i giornali danno più spazio, ne ricordiamo tre: il rocambolesco 4-6 subito per opera della rappresentativa paulista, dopo che i rossoblù avevano chiuso in vantaggio per 3-1 un primo tempo giocato benissimo; la vittoria grazie a un gol di Magnozzi contro la nazionale uruguaiana, che non scende però in campo con la formazione tipo; lo 0-1 in quel di Buenos Aires contro il Boca in un match in cui la difesa arcigna dei bolognesi provoca l'infortunio immediato di Tarascone e successivamente le proteste del pubblico.
La tournée dell'estate 1929 rafforza, quindi, l'idea in tutti coloro che seguono il calcio che quella rossoblù sia davvero una bella squadra, pronta di lì a poco a farsi valere sia in Italia che all'estero. Per il resto, a far davvero tremare il nuovo mondo, in quel lontano 1929, ci hanno pensato i magiari del Ferencváros, un altro prodotto del calcio danubiano, questa volta non di importazione.

federico
grazie a mirkot per materiale e consulenza

Fonti: http://tremareilmondofa.blogspot.it/

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[1] La dicitura "lo squadrone che tremare il mondo fa" è degli Dieci del XX secolo. Nel 1912 nel Bar Libertas di via Ugo Bassi n. 13 (sede sociale dei rossoblù dal 1910 al 1917) Giannino Tonelli e Vittorio Ortali composero l'inno adattato al refrain "il Bologna è uno squadrone che tremare il mondo fa" che già si sentiva partire dagli spalti durante le partite dei felsinei
[2] Al di là di quale sia stata la reale influenza del gerarca Arpinati nell'ascesa del Bologna negli Anni Venti, va sottolineato come il ciclo d'oro del Bologna della seconda metà degli Anni Trenta coincida in realtà con la fase discendente della stella Arpinati (cfr. Papa e Panico, Storia sociale del calcio in Italia)
[3] I bolognesi sono Gianni, Monzeglio, Gasperi, Genovesi, Baldi, Pitto, Martelli, Schiavio, Busini III e Muzzioli. Poi abbiamo Compiani e Tansini del Milan; Dugoni del Modena, Ferrari e Banchero dell'Alessandria, Magnozzi del Livorno e Costantino del Bari
[4] Le partite del Bologna:
Rio de Janeiro, 25 luglio 1929: Rappresentativa Carioca - Bologna 3-1
Sao Paulo, 28 luglio 1929: Rappresentativa Paulista - Bologna 6-4
Sao Paulo, 30 luglio 1929: Corinthians - Bologna 6-1
Montevideo, 10 agosto 1929: Bologna - Uruguay 1-0
Buenos Aires, 15 agosto 1929: Argentina - Bologna 3-1
Buenos Aires, 18 agosto 1929: Argentina B - Bologna 0-0
Rosario, 21 agosto 1929: Newell's Old Boys - Bologna 2-1
Buenos Aires, 24 agosto 1929: Huracan - Bologna 2-1
Bahia Blanca, 25 agosto 1929: Bologna - Rappresentativa Argentina del Sud 2-1
Buenos Aires, 27 agosto 1929: Boca Juniors - Bologna 1-0
La Plata, 30 agosto 1929: Estudiantes de La Plata - Bologna 3-3
Santa Fè, 1 settembre 1929: Rappresentativa Santa Fè - Bologna 3-0
Sao Paulo, 8 settembre 1929: Palestra Italia - Bologna 4-4
Sao Paulo, 10 settembre 1929: Bologna - Rappresentativa Paulista 3-1
Rio de Janeiro, 14 settembre 1929:Rappresentativa Carioca - Bologna 3-1
Le partite del Torino:
28/07/1929 Naz.Argentina - Torino 1-0
03/08/1929 Naz.Argentina B - Torino 1-1
04/08/1929 Naz.Argentina - Torino 4-1
08/08/1929 Estudiantes - Torino 5-0
10/08/1929 Independiente - Torino 1-2
15/08/1929 Lega Rosariana - Torino 2-4
18/08/1929 Newell's Old Boys - Torino 2-0
25/08/1929 Naz.Uruguay - Torino 5-1
31/08/1929 Peñarol - Torino 1-1
07/09/1929 R.Carioca - Torino 6-0
10/09/1929 R.Carioca B - Torino 2-1
13/09/1929 Palestra Italia - Torino 0-0
14/09/1929 Rap.Paulista - Torino 6-1

[5] Uruguay: Mazzali, De Agustino I, Tejera, Silva, Occhiuzzi, Magallanes, De Agustino II, Sacco, Borjas, Anselmo, Arremon. Tra loro quattro ori olimpici del 1928: Mazzali, Borjas Anselmo, Tejera. Gli ultimi due si laureranno anche campioni mondiali nel 1930. Spiccano però le assenze di Nasazzi, Andrade, Scarone, Iriarte, Cea e Petrone


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