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le avventure della Fenice: una giornata di ordinaria follia

Creato il 28 aprile 2011 da Lafenice
le avventure della Fenice: una giornata di ordinaria follialasciare il mio caldo e confortevole rifugio ieri, non è stato così tanto difficile. spinta da un certo senso di claustrofobia, incurante del fatto che uscire significasse andare incontro ad un atroce destino di sevizie e torture, vado all'università.
solo io, la mia auto, ed il pensiero fisso sul volto del mio sadico professore di Dottrine Politiche mentre mi dice "ritorni a settembre, signorina".
arrivo nel parcheggio dell'università giusto in tempo per evitare una crisi di nervi (resi molto tesi anche dalla consapevolezza che in quella città non esiste un luogo che sia uno in cui il parcheggio non sia a pagamento).
arrivo al parchimetro, con molta nonchalance, metto i soldi e mi appresto a tornare alla mia auto con il biglietto in mano.
penso - ma guarda quanto è bella la tua maglia nuova, Fenice - è la maglia che comprai lunedì pomeriggio quando, invece di studiare, mi persi per centri commerciali con una cara amica in crisi da astinenza da shopping. come è normale che sia, lei non comprò nulla, io me ne tornai a casa con la mia bella maglia di un azzurro acceso e maculata.
direi maglietta giusta giusta per passare inosservati durante un esame universitario.
arrivo all'auto, metto le chiavi nella serratura e apro. ma l'auto non si apre. dannazione dentro c'è la mia borsa c'è il mio intero mondo, tutto ciò che mi occorre per l'esame. provo un'altra volta, e poi ancora, tiro quella maniglia come se fosse semplicemente bloccata, ed invece no, il destino si è messo contro di me, vuole farmi arrivare in ritardo a lezione e non vuole farmi più salire sulla mia adorata Polo.
mi guardo attorno: vedo un pò di persone che scendono dalle loro auto, e che, chiaramente, mi stanno guardando, dato che ho attirato la loro attenzione con versi al di là dell'umana comprensione e rumori di sportelli che stanno per rompersi.
- dovrò chiamare qualcuno, magari riescono a forzarmi la serratura. cosa mi importa anche se abbandono l'auto qui completamente aperta, almeno riesco a prendere le mie cose e tornarmene a casa -
ma ecco che arriva Fen, la mia ragione.
- girati un'attimo per cortesia - mi dice, mentre la mia testa si volta automaticamente a destra.
la mia auto era laggiù. tranquilla, serena, baciata dal sole. sembrava dirmi - idiota sono qui -
mi guardo attorno, arricciando le labbra: almeno dieci persone mi stanno guardando, dalle loro auto.
- fra poco chiameranno la polizia e ti accuseranno di tentato furto d'auto - mi dice Fen, caustica, giusto per rincarare la dose e farmi agitare un poco di più.
prendo un respiro: corro verso la mia auto, metto il biglietto del parchimetro, prendo tutte le mie cose, mi ricordo di richiuderla, e scappo il più veloce possibile in facoltà.
ma che figura di m*****!
per la cronaca, dopo aver risposto alle domande del compito con la velocità e precisione che solamente un antico scriba egizio poteva avere, parlando con il professore mi rendo conto di averne equivocata una. avrei voluto raccontargli la mia pessima giornata, il fatto che, per presentarmi al suo stupido esame avevo quasi rischiato di finire arrestata per furto o non so cos'altro, ma...
Ho evitato: rassegnandomi al doloroso destino che non ha voluto che il mio compito fosse perfetto...!!
Buona giornata miei cari, e buona fortuna a tutti!

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