Magazine Politica

Le cattive notizie da Firenze

Creato il 02 dicembre 2012 da Firenze5stelle @firenze5stelle

Traduciamo un articolo puntuale ma poco incoraggiante da parte dei cugini d’oltralpe

Son cattive notizie da Firenze e dall’Italia … #ADESSO

Le cattive notizie da Firenze

NON POSSIAMO FARCI NULLA! QUALCHE (CATTIVA) NOTIZIA DALL’ITALIA

Di   Stéphane Toussaintfonte: http://www.latribunedelart.com

1 Battaglia d’Anghiari seguito e fine (provvisoria?)

I lettori che hanno seguito la storia della Battaglia di Anghiari ne La Tribune de l’Art del 12 giugno 2012 saranno senza dubbio assai curiosi di conoscerne l’epilogo.

Le ricerche dell’affresco perduto di Leonardo, sono cessate bruscamente in settembre1 .

Esse non hanno portato a niente, come era stato previsto. Questa sconfitta mette un punto di conclusione al brutto feuilleton di Palazzo Vecchio?

Nulla è meno sicuro di ciò. Ma dunque proseguiamo assieme il racconto la donve lo avevamo lasciato il giugno scorso.

Ci ricordiamo che la polemica creava astio far i partigiani di una caccia alla Battaglia d’Anghiari , al costo di distaccare tutto o una parte dell’affresco del Vasari nel Salone dei Cinque Cento, e i difensori di un concetto più rispettoso del patrimonio fiorentino .

I primi, schierati dietro Maurizio Seracini, erano convinti di avere la scienza e la tecnica dalla loro parte. Ad ascoltarli, si trattava niente meno che di risolvere<< il più grande enigma della storia dell’arte >> ( dixit Matteo Renzi ,il sindaco di Firenze) contro una élite, manifestamente oscurantista e reazionaria ,vigliaccamente opposta alle perforazioni allegramente praticate nella Battaglia di Sangallo del Vasari. I secondi non avevano troppe difficoltà nel dimostrare il preteso rigore metodologico diffusa a colpi di conferenze stampa davanti a dei giornalisti affamati di scoop,nascondevano una campagna di marketing turistico e di propaganda politica al limite dell’impostura2. I sussidi della National Geographic, avida di pubblicità, hanno permesso all’operazione di durare qualche mese.

Fra le due fazioni, evolvendosi in una zona indecisa ,le istituzioni coinvolte come la Soprintendenza ai Beni Culturali di Firenze , l’Opificio delle Pietre Dure3 e il Ministero dei Beni Culturali, si sono passate la palla, per mancanza di prove decisive.

In effetti i campioni prelevati dall’Ingegner Seracini ( e analizzati nei suoi stessi laboratori), non hanno mai subito contro analisi ufficiali.Peggio, malgrado le asserzioni di Seracini il solo ad averci visto delle tracce di pigmento compatibili con la Gioconda(!) i prelievi non sono mai stati oggetto di un rapporto scientifico scritto,o quantomeno quest’ultimo non è mai stato comunicato fino ad oggi ( lo avevo chiesto invano e alcuno degli specialisti che avevo consultato ne ha avuto conoscenza.

Davanti all’impasse e preoccupato di non rovinare una promozione personale incentrata sul tema kitsch in barba dello Stil Novo de Dante à Twitter, Matteo Renzi spedì una lettera fragorosa ma calcolata a Ornaghi ,il Ministro dei Beni Culturali del governo Monti,In questa missiva dal tono indignato,la responsabilità di un fisco (pertanto annunciato da tutti gli osservatori seri) era interamente imputata al Ministero e tramite esso al Governo italiano ,incapace ,secondo Renzi , di cogliere la posta in gioco culturale della Battaglia d’ Anghiari.

Il lungo testo della lettera di cui fornisco la traduzione parziale in francese qui sotto. È un brano di antologia di falsa franchezza, come sanno praticare i nostri uomini della politica,E’ ben probabile che il suo obbiettivo inconfessato sia di trovare una soluzione politicamente onorevole ad un potenziale disastro mediatico. Ma vi si esprime soprattutto una visione della cultura piuttosto diffusa,allarmante per la sua rudezza,la sua carenza di giudizio estetico e di sensibilità patrimoniale, di cui ameremmo essere sicuri che non sia propria a tutti i governanti attuali ,generalmente incolti. Purtroppo ,la sua impudenza candida ci assicura al contrario, che si ostenta ancor più francamente in quanto si sente condivisa.

E’ per questo motivo che la sua lettura fa parte delle mitridatizzazioni necessarie all’uomo colto,che non è mai abbastanza informato sull’ imbarbarimento degli spiriti:

<<Signor Ministro, Professor Ornaghi,
Le scrivo per metterLa a conoscenza delle decisioni della città di Firenze in ordine alla ricerca della Battaglia d’Anghiari, dopo che i Suoi uffici ci hanno comunicato le determinazioni che precludono all’equipe dell’ing. Maurizio Seracini, direttore scientifico della ricerca, di procedere con la fase due dell’indagine, come invece noi avevamo richiesto.Riepilogo i fatti. Da quasi cinque secoli la comunità fiorentina discute (e litiga, siamo a Firenze) sulla possibilità che il capolavoro di Leonardo da Vinci “La Battaglia d’Anghiari” sia nascosto nel Salone dei 500 dietro un affresco del Vasari. Nel corso degli anni vari gruppi di ricerca hanno svolto indagini in questa direzione. E addirittura poco più di trent’anni fa alcuni tecnici del Ministero, con l’autorizzazione delle Sovrintendenze, hanno proceduto, invano, allo strappo di diversi metri quadrati di un altro affresco del Vasari sulla parete Ovest. L’affresco è stato poi rimesso a posto, senza aver ottenuto risultati apprezzabili.
 Le ricerche dell’ing. Seracini – supportate dalla Città di Firenze, dall’Università della California di San Diego e sponsorizzate da più privati, coordinati in quest’ultima fase da National Geographic – hanno prodotto invece risultati inoppugnabili. Il primo e più evidente dei quali è che le teorie degli uffici del Ministero che produssero lo strappo del Vasari in Parete Ovest erano del tutto erronee, avendo Leonardo realizzato l’opera sulla parete opposta antecedente l’intervento architettonico del Vasari stesso.
 In particolar modo nelle indagini condotte tra novembre e dicembre 2011 Seracini e il suo team – sotto il diretto controllo del Ministero, con le autorizzazioni del Comune e della Soprintendenza e per il tramite dell’Opificio delle Pietre Dure – hanno potuto estrarre del materiale dall’intercapedine esistente sotto la Battaglia di Scannagallo del Vasari: grande è stata l’emozione quando abbiamo rinvenuto tracce di materiale colorato che danno finalmente la certezza della presenza di una pittura sulla parete celata sotto l’opera del Vasari. E la sonda che è stata inserita nel muro, di appena 4 millimetri, mostra in modo evidente la traccia di pennellate, come testimoniano i video già visionati dai Vostri uffici. Sotto il Vasari abbiamo dunque la certezza di avere un’opera pittorica: non è più un’ipotesi ma un dato di fatto. Un risultato storico, una pietra miliare in questa ricerca.

Grazie all’indagine condotta con il sostegno economico di National Geographic, senza alcun costo per la comunità, abbiamo dunque appurato che sotto la Battaglia di Scannagallo ci sono tracce di pittura. Era un’ipotesi non confermata fino alle indagini dello scorso inverno e anzi decisamente esclusa da alcuni autorevoli professionisti che si sono opposti alla ricerca sostenendo che stessimo sbagliando parete. Non sbagliavamo noi, dunque. E non erano sbagliate neanche le tecniche utilizzate, visto che nonostante la solerte denuncia penale di alcune associazioni e comitati, la Procura della Repubblica ha ritenuto di dover archiviare le accuse che ci erano state rivolte di aver “forato” il dipinto del Vasari.

Nel marzo scorso ho chiesto, privatamente e pubblicamente, l’autorizzazione alla seconda fase della ricerca. Abbiamo finalmente chiaro un fatto inoppugnabile: sotto il Vasari c’è un’opera pittorica e le fonti sono concordi nel ritenere che se nessuno in precedenza ha realizzato alcun intervento pittorico: soltanto Leonardo ha lavorato lì durante il breve periodo di governo della Repubblica Fiorentina. Non abbiamo più il dubbio di sapere se c’è qualcosa lì sotto. C’è senz’altro. Ragionevolmente è la Battaglia d’Anghiari. Ma in che condizioni si trova? Sono solo pezzi distrutti e frammentati o Vasari ha inteso proteggerla attraverso un’intercapedine per lasciarla ai posteri come peraltro aveva già fatto in Santa Maria Novella con un affresco del Masaccio? Questa è la seconda sfida della ricerca.
 Non è difficile dare una risposta. Seracini ha individuato alcune zone dell’affresco del Vasari che sono state interessate da restauri ottocenteschi, più vicine alla zona in cui ritiene possa esserci l’opera (distante qualche metro dai fori autorizzati dall’Opificio) e ha proposto di staccarli per verificare la situazione della Battaglia d’Anghiari attraverso una microsonda. Dunque senza toccare il Vasari originale siamo nelle condizioni di capire se il capolavoro di Leonardo sia ancora in condizioni accettabili o meno.
 Non stiamo chiedendo la luna, né complicate operazioni di strappo, già fatte peraltro in passato dai tecnici del Suo Ministero. Ci stiamo limitando a chiedere di rimuovere qualche centimetro di restauro ottocentesco per avere la certezza della consistenza dell’opera di Leonardo. La rimozione e il recupero di pezzi di restauro ottocentesco sono già stati fatti in più circostanze e in tante altre opere d’arte. Abbiamo fatto una richiesta semplice, non ci siamo avventurati in complicate e azzardate operazioni rischiose. Dopo qualche mese di attesa la risposta arrivata dai Suoi uffici suona come una posizione pilatesca: nei fatti gli uffici autorizzano quello che già… era autorizzato prima della ricerca di novembre-dicembre, che parlava di sette fori (l’ultimo non venne praticato perché rimaneva comunque distante dalla zona che si voleva investigare) ignorando la richiesta del team di Seracini.

Caro Ministro, la città di Firenze non accetterà mai che una ricerca scientifica rigorosa, fondamentale per la nostra storia, possa essere trasformata in una telenovela di seconda categoria. Il Suo dicastero, se vuole, ha gli strumenti per mettere la parola fine a questa vicenda autorizzandoci a capire in che stato si trova la Battaglia d’Anghiari che il team di Seracini ha localizzato e le cui prime tracce sono state già prelevate e offerte all’attenzione delle analisi di laboratorio. La microsonda non è in grado di prelevare altro materiale nei fori aperti dall’Opificio; ricordo peraltro che siamo lontani dalla zona inizialmente indicata.
 Mai come in questa vicenda volere è potere. Ma se Ella e i Suoi collaboratori preferiscono prendere tempo, non esprimendosi, non sarà la mia Amministrazione a giocare al rinvio per lucrare un po’ di visibilità internazionale. Noi siamo seri e sappiamo distinguere tra serie ricerche scientifiche e operazioni di immagine spot. Ho scritto a National Geographic – che sostiene la spesa dell’intervento e che riconosce un contributo di 250.000$ alla città di Firenze, perché l’Amministrazione Locale ha dimostrato che certe operazioni si possono fare senza costi per il contribuente ma anzi con un ritorno economico – per evidenziare come la posizione debole e interlocutoria degli uffici del Ministero nei fatti impedisca di vere le risposte che cerchiamo. Ho dunque invitato il privato che sostiene la ricerca a sospendere i lavori, finché non ci sarà una chiara autorizzazione da parte Sua o più probabilmente del Suo successore.
 Per correttezza ho il dovere di dirLe che la Città pubblicherà la ricerca di Seracini così da offrirla all’attenzione degli esperti e dei media di tutto il mondo. Terminata l’imminente stagione elettorale, sia centrale che locale, riproporremo al nuovo Governo l’intervento su Anghiari. Sono il primo a volere che l’indagine su Anghiari stia dentro il dibattito scientifico e non elettorale. Mi rimane l’amaro in bocca perché penso che non occorresse un grande coraggio, ma il semplice buon senso per autorizzare gli stacchi richiesti da Seracini. Ma Firenze ha atteso quasi 500 anni: oggi che abbiamo la certezza che almeno tracce della Battaglia ci sono, non ci cambia la vita aspettare un anno in più. [...]

Dunque possiamo essere accusati di molto, ma non di scarsa attenzione alla cultura. La ricerca della Battaglia d’Anghiari per noi sta in questa logica di investimento sulla cultura come sfida identitaria per la città. Non è uno spot elettorale, ma una gigantesca opportunità per la nostra storia e per il nostro futuro. Se il Ministro oggi ha paura ad autorizzare ciò che viene autorizzato costantemente in tutti i restauri del mondo, aspetteremo che cambi Governo. Aspetteremo ancora qualche mese, ma almeno porteremo a termine la ricerca. Per noi e per i nostri figli.
Un saluto cordiale, 4 ». Matteo Renzi».

Numerosi passaggi eclatanti , che domandano di esser descritti e confrontati con la grigia realtà,sono stati sottolineati e che ordinerò sotto tre temi introdotti da Renzi stesso :

A) la ricerca della Battaglia d’Anghiari è un successo;

B) essa è scientifica e non mediatica;

C) non ha nessun nesso pubblicitario ne’ politico.

Riprendiamoli in ordine A) Nella sua perorazione sfrontata per il successo di Seracini, Renzi formuna delle proposte che afferma corrispondano a dei fatti: innanzitutto e contrariamente ai suoi lontani predecessori che si concentrarono sulla parete ovest, Seracini sarebbe giunto,grazie al suo metodo e alla sua procedura scientifica ,a localizzare il Leonardo sotto la parete est. La riprova che Seracini e Renzi hanno ragione,è che i ricercatori precedenti, non meglio identificati per il momento,si sono sbagliati del tutto su tutto. Presentata in tal modo, in affetti,la questione è definita Ma, domandiamoci, questi disgraziati ricercatori erano dei professori Tournesol smarriti verso l’Ovestda un pendolo guasto? La risposta noi la conosciamo bene, poichè l’ho resa nota in una precedente cronaca.

L’istigatore della prima ricerca non era assolutamente un « tecnico del Ministero », era Seracini in persona, così come lo possiamo vedere ,giovanotto, su una foto presa all’epoca davanti alla parete ovest del Salone dei Cinquecento5. Questa tragica dimenticanza del sindaco di Firenze porta una seria smentita all’infallibilità del suo compare ingegnere ,ma anche alla sincerità del suo proprio plaidoyer.

E se la sua sincerità si avverasse intatta, è allora la sua incompetenza del dossier che esploderebbe allo scoperto. Nel voler dichiarare certificato il successo di Seracini nel 2012 a causa dell’errore di un altro, Renzi ignora veramente che quest’altro è, ancora e sempre Seracini nel 1976 ? Orbene, poiché l’uomo si è già sbagliato una volta ,perché non due? Devo risparmiare ai lettori, ed è un peccato,l’analisi delle deduzioni che portarono Seracini ad affermare nel 1976 che la Battaglia d’Anghiari si trovava sicuramente sotto la pellicola pittorica della parete ovest , ma non posso tacere questi vecchi ragionamenti, fondati su delle analisi termiche e delle analogia con l’Ultima Cena, esponevano la stessa disinvoltura dei nuovi argomenti del 2012 tuttavia applicati nel lato opposto.

Se, per riprendere le parole del sindaco di Firenze, , « le ricerche dell’ingegner Seracini, sostenute dalla città di Firenze [...] (hanno prodotto dei risultati inconfutabili. Il primo e maggiormente evidente di essi è che le teorie provenienti dal Ministero, che hanno portato al distacco dell’affresco del Vasari sulla parete ovest, furono completamente sbagliate “, siamo legittimati a temere per il futuro, dal momento che le teorie qui criticate erano state quelle dell’ingegnere in questione.

Ma un’altra prova dello stesso calibro e della stessa qualità,ci viene somministrata in seguito: i campioni prelevati. Renzi reclama, malgrado tutto, per questi campioni dubbi,lo staus dell’infallibilità scientifica: La loro analisi avrebbe rilevato delle tracce di colore comparabile a quelli della Gioconda,prova anche essa « inconfutabile», che la Battaglia d’Anghiari, come dice Il sindaco <<è ben la sotto>>. Qualche osservazione.On sait que jamais aucun échantillon ni aucune analyse n’ont fait officiellement l’objet d’une remise en bonne et due forme à l’Opificio delle Pietre Dure.

Sappiamo che nessun campione ne’ alcuna analisi non sono stati ufficialmente oggetto di confronto da parte dell’Opificio delle Pietre Dure. Donc, pas de contre-expertise non plus. Quindi, neppure alcuna contro analisi. Après quoi les partisans de la Bataille d’Anghiari pourront bien dire que tous les résultats ont déjà été communiqués à la presse et à la télévision, ils ne feront que prouver, pour la ennième fois, leur méconnaissance navrante des protocoles scientifiques. Dopo di che i sostenitori della Battaglia di Anghiari potranno ben dire che tutti i risultati sono già stati comunicati alla stampa e alla televisione, essi dimostreranno, solo per l’ennesima volta, la loro avvilente ignoranza dei protocolli scientifici.

E’ apparentemente il caso del sindaco di Firenze, che pretende di ottenere una autorizzazione alla sola vista e non su analisi chimiche e comparative reali. Salvo credere, sicuramente senza prove certe e malgrado la contraddizione di una restauratrice esperta come Cinzia Pasquali, che i pigmenti cosiddetti analizzati sono quelli della Gioconda…Dobbiamo tuttavia ringraziare Renzi per aver dimenticato nella sua missiva l’indizio usurato, fonte di malintesi, il famoso motto « Cerca Trova » che campeggia su un vessillo verde della battaglia di Scannagallo. Ben lungi dall’invitare i decective del futuro a pedinare un Leonardo nascosto,mirava quei fiorentini esiliati e alleati dei senesi contro Firenze che,cercando una fallace libertà,ne trovarono nel 1554 la sconfitta6.

Arriviamo adesso al punto B), Malgrado la sua convinzione di avere la scienza dalla sua parte,Renzi confonde in ogni momento scienza e media. Egli accusa il Ministero di trasformare in un romanzo a puntate una ricerca che è stata, come si dice adesso, formattata si sua iniziativa come una fiction americana, una detective story infedele alla storia dell’arte Se la rivendicazione di essere dalla parte delle <<persone serie >> avesse qualche peso e se il rinnegare degli spot pubblicitari avesse qualche credibilità,sarebbe utile spiegare perché si sono diffusi i trailer della National Geographic sulla Battaglia d’Anghiari; perché il sindaco di Firenze ha impunemente coltivato il « marketing » di Leonardo ; perché infine il manifesto politico di Renzi, Stil Novo, la rivoluzione della bellezza da Dante a Twitter,cavalca fondamentalmente i media popolari,che sono anticulturali e antiscientifici7.

La stessa domanda si pone per Seracini, il cui titolo di gloria pienamente assunto è di essere il solo specialista ad essere mai stato citato nel Codice Da Vinci e che non esita mai, sul lancio dell’Affaire della battaglia d’Anghiari,a vendere ad una agenzia turistica i suoi servigi di « world’s leading art sleuth », come il piu’ grande detective d’arte del mondo,alla modesta tariffa iniziale di 900 €8.

Ancora una detective story. Riassumendo, siamo curiosi di sapere perché dove e quando« la Città pubblicherà la ricerca di Seracini così da offrirla all’attenzione degli esperti e dei media di tutto il mondo».

Pensavamo che gli specialisti e le persone serie, come spiega la lettera, avessero già tutte le prove in mano.

Infine il puntoC). Non soltanto, dice la lettera, la Battaglia d’Anghiari non sarebbe uno spot ma non sarebbe per nulla al mondo uno psot elettorale!

Quando ripete che la Battaglia d’Anghiari non ha mai rappresentato ai suoi occhi alcun coinvolgimento politico, bisogna credere al sindaco sulla parola senza commettere (come me) la malizia di verificare sul suo sito elettorale la modestia con cui si inorgoglisce d’aver trovato in America i fondi necessari per promuovere e valorizzare la ricerca …della Battaglia d’Anghiari !

La somma di tutti questi «fatti» smentiti, di tutte queste «prove inconfutabili» smascherati da tutta questa « serietà» e da tutta questa « scienza» illusorie e piuttosto schiaccianti per chiunque ami profondamente l’arte e la cultura di Firenze.

Con questi tristi pensieri in testa e per un azzardo perverso, ho incontrato recentemente Matteo Renzi in Piazza della Signoria.

Immediatamente ho deciso di intervistarlo a bruciapelo sul bilancio culturale, Con l’affabilità ben conosciuta con la quale trae il suo successo dalle folle ,il primo cittadino di Firenze ci ha risposto amabilmente e vantato in particolare l’azione della sua amministrazione a favore dei libri.

E’ vero che una biblioteca quella delle Oblate, è ormai a disposizione dei fiorentini e che pratica degli orari quasi all’americana.

Ma questo progetto risale all’amministrazione di Dominici, il sindaco precedente, che definiva, ed è tutto dire, la nuova biblioteca come un« luogo di lettura per non lettori ».

Tanto vale parlare di una mediateca e non di un luogo di studio. Spesso la sfumatura si cancella anche nello spirito dei nostri bibliotecari

Impossibile non obiettargli la chiusura recente e drammatica di due delle più importanti librerie di Firenze , la Edison e soprattutto la Marzocco-Martelli ( senza speranza di riapertura al cento per cento , poiché le norme comunali non prevedono che una riapertura parziale dei negozi e attività dette storiche in centro città).

E non potrei tacere aimè neanche, lo stato di fatiscenza della Biblioteca Nazionale Centrale, lungo l’Arno, l’abbandono che circonda la grande cappella incompiuta del Brunelleschi, in via degli Alfani, e dell’università vicina.

Ma come spezzare la corazza d’auto soddisfazione politica di questo sindaco così simile ad altri e forse sincera nel suo concetto anticulturale della cultura?

E lui dichiarando, mano sul cuore che « vista dall’estero, la situazione culturale di Firenze è disastrosa » ?

E’ quel che ho fatto. Risposta immediata: « Rispetto la vostra opinione ma non ci posso far nulla9 ».

Per finire un’angoscia : se il governo d’Italia dovesse capitare presto in mano a un uomo di una serietà di tipo così unico, che giudica ordinario lo « strappo » di un restauro del XIX secolo e innocua la perforazione di una parete del XVI secolo,per il quale scienza e media, ricerche e marketing sono nozioni interscambiabili, faremmo bene ancora a tremare per il Vasari.

Infine una conclusione desolante: terminai la nostra precedente cronaca accusando l’amministrazione fiorentina di aver sprecato i fondi della National Geographic per niente, mentre il patrimonio di Firenze si deteriora.

Ignoravo quanto avessi ragione. La morale di questa storia ha già fatto il giro di tutti gli ambienti autorizzati: per circa 100.000€ sarebbe stato possibile restaurare tutta la Battaglia di Scannagallo. L’impostura di della Battaglia d’Anghiari sarà costata il doppio e l’affresco del Vasari ne esce un pochino piu’ sciupato.

2. Una talpa sotto Firenze

Il comune di Firenze non ha la sola responsabilità di gestire e di preservare, in genere il patrimonio fiorentino.

La Regione Toscana è un’altra autorità politica amministrativa competente, la sua influenza si estende, per esempio, sino alle splendide ville medicee del Quattrocento fra cui la famosa Villa di Careggi che porta l’impronta di Michelozzo, che il mito dell’accademia platonica di Ficino incensa di gloria, ma che resta sempre chiusa al pubblico in attesa di esser restaurata ( i responsabili della Regione non hanno ancora risposto a tale argomento).

Noi abbiamo già quale concetto della cultura guidi il sindaco di Firenze.

Quale ideale culturale guida la Regione?

E’ sufficiente andare sul suo sito per capirlo: « La cultura è per la Toscana ciò che i pozzi di petrolio sono per gli emirati10 ».

Meravigliosa sovrimpressione visiva delle torce petrolifere di Abu Dhabi delle torri di Siena e di San Giminiano !

Sublime sintesi delle belle arti come pompe di idrocarburi! Tutto quello che il concetto corruttore di una economia della cultura11 ha trasportato in Europa la purulenza mercantile,esplode come un foruncolo ben maturo in questa definizione.

In verità, se la Regione non ha scritto che la cultura è per la Toscana ciò che i formaggi sono per la Francia o quel che le donnicciole sono per Parigi,è perché ci sono cose più reali dietro all’identificazione delle colline fiorentine con le dune arabe: lo sfruttamento dei suoli e l’uso dei suoli.

Non tanto tempo fa, il dispotico presidente della Regione Toscana Enrico Rossi , comunicò alla stampa due delibere importantissime approvate dal suo Consiglio Regionale.

Si pronunciavano a favore del treno a grande velocità (« TAV ») che dovrebbe attraversare la Penisola e passare all’occasione sotto la città dei Medici.

Esse autorizzavano lo scavo di un doppio tunnel di otto chilometri in due pezzi sotto Firenze e la realizzazione di una grandissima stazione sotterranea di sei piani , la stazione « Foster»,destinata a raccogliere dei treni ultra rapidi come la TGV.

Costo ufficiale dei lavori: circa due miliardi di euro. Molto di più in realtà.

L’impatto dell’operazione : scavo stoccaggio di tre milioni di metri cubi di terra, inizialmente considerate inquinanti e pericolose.

Ma un decreto del governo Monti (il « decreto Clini-Passera ») è passato di lì ed ha opportunamente declassato lo status dei detriti.

Questi materiali ieri dichiarati speciali ( perché impregnati di bitume, bentonite, polivunilcloruro (PVC), vetroresina, mescole di cementi e di oli per la scavo meccanico) sono diventati oggi per incanto delle semplici terre ordinarie.

La commissione europea Entreprises et industrie non si’è ancora pronunciata e e ne dubitiamo ,contro il decreto, ma altre commissioni ,fra cui quella dell’ambiante, sono richiamate dalle associazioni fiorentine che si oppongono alla Regione Toscana. Finalmente ,anche quest’ultima ha dovuto riconoscere nel mese di Aprile 2012 che le terre di scavo erano riutilizzabili,perché troppo inquinanti. Questa ammissione la dice lunga sui pericoli che minacciano Firenze.

Le cattive notizie da Firenze
Grazie ad associazioni come « Italia Nostra » e « NOTAV di Firenze »e grazie alla valorosa associazione « Idra »,autofinanziata dai fiorentini ,la cartografia precisa del tracciato ci è conosciuta.

Attraversa da parte a parte il sottosuolo di Firenze da Rifredi a Campo di Marte facendo un gomito sotto la fortezza da Basso, edificata da Antonio da Sangallo il giovane a partire dal 1532. Come gli altri duemila edifici e abitazione a rischio recensiti ,la fortezza del Sangallo , puro capolavoro di architettura militare del rinascimento, potrebbe subire delle lesioni,al pari di un altro monumento celebre, l’Arco dei Lorena,eretto nel 1737 da Jean-Nicolas Jadot, attualmente in Piazza della Libertà all’altezza del doppio tunnel. Soprattutto, la Fortezza da Basso, ospita il laboratorio dell’Opificio delle Pietre Dure,dove sono depositate delle opere di Giotto, Paolo Uccello, Vasari e di altri artisti.

Secondo la Signora  Margherita Signorini13 Restauratrice fiorentina ( i due sublimi Trionfo di Amore e Trionfo di Castità de Jacopo del Sellaio sono passati attraverso le sue mani)come pure responsabile nazionale di « Italia Nostra » -che ringrazio sentitamente per la sua conversazione molto istruttiva- le massicce iniezioni di cemento previste al momento dello scavo sotterraneo per un consolidamento inevitabile della fortezza rischiano all’occasione di ostruire i pozzi di ventilazione che alimentano il sistema di climatizzazione e di purificazione dell’aria dell’immensa sala che conserva quei tesori: Citiamo solo due dei capolavori che beneficiarono delle cure attente di questo prestigioso « ospedale »della pittura,come lo chiama la Sig Signorini: La vergine del cardellino di Raffaello (dodici anni di restauro)e il grande crocifisso di Cimabue( quindici anni di restauro). Poco tempo fa L’Adorazione dei Magi, di Leonardo è entrata alla Fortezza da Basso per delle analisi preliminari.

Molto probabilmente la Talpa meccanica passerà dunque sotto il capolavoro di Da Vinci .

La Talpa dovrebbe scavare il suolo per una decina di anni almeno e avvelenerà la vita e l’aria di migliaia di fiorentini :ironia della sorte , si chiama Monna Lisa ! solo il suo nome costituisce il tributo pagato dalla « TAV » al patrimonio di Firenze

Nel 2010 i fiorentini ebbero un assaggio con la distruzione brutale di un vasto complesso architettonico del XIX secolo, i macelli di Giuseppe Poggi (il creatore del Piazzale Michelangelo), rasi al suolo senza alcuna consultazione ,con la complicità passiva del Consiglio comunale , per far posto ai cantieri della « TAV ».

 3. Brevi da Venezia

Le cattive notizie da Firenze
Ma gli amanti dell’Italia, hanno veramente molte preoccupazioni da faresi. Infatti l’estate scorsa i giornali hanno rimbalzato una polemica franco-italiana che a giudicare dai fievoli articoli nella nostra stampa nazionale14 non hanno provocato grande emotività da questa parte delle Alpi. Non è il caso in Italia, dove il 31 Luglio 2012 è apparso nelle colonna de La Repubblica l’invettiva implacabile di La Repubblica intitolata L’ultimo affronto fatto a Venezia la Torre firmata Cardin.

Settis vi tratta non solo del delirante « Palais lumière »,questa discreta torre di duecento cinquanta metri di altezza che lo stilista d’origine veneziana pretende erigere a Merghera,ma anche di una futuro centro commerciale sopraelevato sul Canal Grande, « megastore » sgraziato concepito dall’architetto Reem Kolhaas per i Benetton,a due passi da Rialto, al Fontego dei Tedeschi,e infine dei mastodonti galleggianti di quaranta mila tonnellate che solcano quotidianamente la Laguna15

Da quella brumosa mattina del Maggio 2004 in cui un battello tedesco di duecento metri di lunghezza e dal nome decisamente fatele di Monna Lisa (come la talpa di Firenze)si èè insabbiato a trenta metri dalla Riva degli Schiavoni16, alcuna misura seria è stata presa per contrastare una catastrofe scritta nel futuro di Venezia,M la prosa incisiva di Settis ( ce mi aveva inviato Tomaso Motanari pregandomi di diffonderne il contenuto) Faceva eco ad una bella analisi disincantata della politica culturale e patrimoniale veneziane ereditata da Cacciari, in un documento che dobbiamo alla penna di Pietra Reski : Ach Venedig !successivamente tradotto in italiano e messo in rete il 12 Luglio 2012 sotto il titolo di Povera Venezia ! adesso è l’architetto Paolo Portoghesi che ha preso il testimone su l’Osservatore romano in un articolo del 23 Novembre (segnalato da Michel-Yves Perrin)dove denuncia l’orrore di questi attentati estetici.

La follia patentata dei progetti Benetton e Cardin non devono incitare a scommettere sulla saggeza degli edili veneziani e sulla probietà degli affaristi. Ed ecco la prova: la torre Cardin trovandosi sulla verticale delle rotte aeree dell’aeroporto Marco Polo. Si poteva supporre che l’Enac, la direzione aeroportuale, avrebbe emesso un parere negativo contro questo progetto,in regione di un sorpasso non regolamentare di almeno cento metri di altezza, L’esatto contrario si è prodotto magicamente solo due settimane fa: l’Enac ha dato il suo semaforo verde17.

Così che il rischio oggettivo di un incidente aereo non ha potuto ostacolare il succoso affare di tre miliardi di euro con il quale Cardin affascina e alletta i veneziani più influenti,Quanto alla sorte del Fontego dei Tedeschi, costruito nel 1508e riacquistato dai Benetton coloro i quali conoscono La storia recente di Venezia devono aspettarsi qualche lussuoso vandalismo. L’ingiuria che i Benetton hanno già commesso nel delizioso piccolo teatro del Ridotto18, trasformato in una sala da pranzo ultra chic dell’hotel Monaco, rischia di se ripetersi sul Canal Grande .

L’architettura e la storia saranno nuovamente violentate dal commercio.

Diversi mali si evincono dappertutto contro il Patrimonio ma non portano che un nome : la redditività. L?abitudine al mercantilismo mafioso sventolato come un’ « eccellenza », termine avvezzo e caro ai mediocri,ha condotto la nostra società all’incubo culturale che si merita. Ecco quel che un piccolo libro di Paola Somma, Benettown, edito da Corte del Fontego en 201219 analizza con lucidità il caso di Venezia. Ecco quel che denunciamo anche noi stessi da molto tempo. Ecco Quello che farebbe dire con un’alzata di spalle al sindaco Matteo Renzi e al suo omologo veneziano Giorgio Orsoni : “ non possiamo farci niente!”

Notes

1. Comme le raconte notre collègue Tomaso Montanari dans le Fatto Quotidiano du 19 septembre 2012. Voir l’article intitulé : Renzi non buca più, jeu de mots sur « Renzi ne fait plus de trous » (dans Vasari) et « Renzi ne troue plus l’écran » (médiatique).

2. Massimiliano Pieraccini, physicien de l’Université de Florence, a brillamment démontré que certaines « preuves » de la conférence de presse du 12 mars 2012 avaient été falsifiées (cf. notre Affaire de la Bataille d’Anghiari, à la note 11, sur ce site).

3. A l’exception remarquable de Cecilia Frosinini qui s’était aussitôt dissociée de l’opération par une lettre bien sentie, à l’origine d’une pétition décisive (cf. l’Affaire de la Bataille d’Anghiari, sur ce site).

4. Source : La Nazione. Rappelons les paroles de Montanari à ce propos : « La lettre est un texte clef pour ceux qui veulent comprendre Renzi, le porteur sain le plus incroyable de la politique italienne, au sens où il parle de culture en continuation sans en être le moins du monde affecté ».

5. Cf. page 74 du mémoire de 1976 intitulé Development of Non-Destructive Techniques to Search for a Lost Mural By Leonardo da Vinci, co-écrit par Seracini avec H. Travers-Newton Jr, sous forme de tapuscrit (Final Report For Grant N. FC- 6-66619, 1976, Special Studies/Research), National Museum Act, The Smithsonian Institution, Washington, D.C. Ce mémoire est le compte rendu technique de la première « chasse » infructueuse à la Bataille d’Anghiari de Seracini.

6. Voir à ce sujet la note sagace de Federico Giannini : La bufala del Cerca trova (Le bobard du Cerca trova) sur le site Finestre sull’arte, conçu et réalisé par de jeunes « laureati » italiens passionnés d’histoire de l’art.

7. Cf. le compte-rendu de Claudio Giunta, qui trouve comme moi que le Maire de Florence triomphe dans le kistch.

8. « What about seeing one of the world’s most famous galleries, the Uffizi in Florence, with your art investigator who discovered another missing Da Vinci masterpiece lying hidden for centuries under the surface of a later painting ? ».

9. « su questo noi non possiamo nulla ».

10. « La cultura sta alla Toscana come i giacimenti di petrolio agli Emirati »

11. Qu’il me soit permis de renvoyer le lecteur à ce que j’en disais dans Humanismes et Antihumanismes de Ficin à Heidegger. Humanitas et rentabilité, Paris, 2008, passim.

12. Par la délibération D.R.316 du 23/04/12.

13. Voir son article dans le Nuovo Corriere Fiorentino du 1er mars 2012, intitulé : Les risques du patrimoine monumental et architectural de Florence et sa lettre à la Surintendance parue le 3 février 2012 dans La Repubblica di Firenze.

14. Voir Le Nouvel Observateur ; Le Figaro ; Le Monde.

15. Voir l’article de Florence Evin dans Le Monde du 10 juillet 2012.

16. Dans un papier du 16 janvier 2012 sur La Reppublica, Settis rapporte erronément la date du 21 juin 2011.

17. http://nuovavenezia.gelocal.it/cron… la-deroga-enac-1.5993521

18. Très richement décoré, ce lieu de divertissements et de jeux (gérés par la Sérénissime) était fréquenté par la noblesse vénitienne et par Casanova. Il fut actif de 1638 à 1744 et ne devint théâtre qu’au XXe siècle. Il abritait notamment les spectacles brillants de Paolo Poli.

19. Voir ce blog et voir aussi l’article de Tomaso Montanari sur le Fatto quotidiano du 7 mars 2012 : Un showroom appelé Venise.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :