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Le colpe di Basso, Ranalli, Giacobbi, Venanzi, Pagliaricci e dell’opposizione. E quelle della maggioranza caduta.

Creato il 13 novembre 2013 da Laperonza

 

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E va bene il tradimento. E vanno bene anche le sue conseguenze nefaste. Io stesso, forse per primo, ho indicato come un male gravissimo la caduta della giunta Gismondi, in quanto questo avrebbe bloccato l’attività amministrativa dell’ultimo periodo e, soprattutto, impedito a governo della città di impiegare quelle risorse che, come ben sappiamo, vengono appositamente accantonate per gli ultimi mesi per farsi propaganda elettorale. Lo hanno fatto tutti, non si capisce perché Gismondi non lo avrebbe dovuto fare, posto che trattasi di malcostume.

Però non si può imputare la disastrosa situazione montegranarese alla caduta anticipata della giunta. E non si possono dare tutte le responsabilità del marasma in cui versiamo a Basso, ai traditori e all’opposizione. Intanto sgombriamo il campo: l’opposizione ha fatto solo il suo mestiere. La reale responsabilità della sfiducia ricadono esclusivamente su Basso, sui tre assessori e sul consigliere Pagliaricci (le cui spiegazioni stiamo ancora attendendo, penso invano).

Ma non è colpa loro o, meglio, non solo colpa loro se, ad esempio, il La Perla è tutto transennato e limitato a 99 posti: ci sono stati quattro anni e mezzo per risolvere la questione. Non è colpa di Basso se le strade sono un campo di battaglia: ci sono stati quattro anni e mezzo per risolvere la questione. Non è responsabilità di Giacobbi e dei suoi amici, almeno non solo loro, se la gran parte degli stabili pubblici, in primis lo stesso municipio, o non sono a norma o, addirittura, non sono agibili: ci sono stati quattro anni e mezzo per risolvere la questione. E non possiamo dare la colpa all’opposizione, a Basso, a Giacobbi, Venanzi, Ranalli e Pagliaricci se il progetto per il centro storico non è servito a nulla e se dovremo aspettare la prossima consiliatura per poter usare uno studio che, di fatto, ha bloccato ogni altra iniziativa: ci sono stati quattro anni e mezzo per risolvere la questione

E non basta: una volta messo mano al progetto, ammesso che la prossima amministrazione voglia metterci mano, bisognerà attendere e sperare di rientrare nei finanziamenti del periodo 2014/2020. Insomma: il centro storico può attendere, così come le case che crollano. Peccato che loro non lo sappiano e continuino a crollare.

Luca Craia


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