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Le compartecipazioni: ne abbiamo parlato con Marco De Fortuna, Agente FIFA

Creato il 14 marzo 2014 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

Abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Marco De Fortuna, un Agente FIFA che si è reso disponibile a parlare con noi dell'argomento delle Compartecipazioni, regolate all'art. 102 NOIF.

 

 

TB: In occasione dell'ultimo Consiglio di Lega c'è stato uno "scontro" sul tema delle compartecipazioni. La nostra opinione è che, come capita spesso, si faccia confusione fra il giudizio dello strumento giuridico (la compartecipazione) e l'utilizzo a volte distorto che se ne fa, ad esempio come mezzo per generare plusvalenze in bilancio.
Tu come vedi la cosa? Ci puoi dare una tua valutazione lato "Agente" dello strumento? 

Marco: Si, c’è stato uno scontro poiché volevano abrogare le compartecipazioni ed adeguarsi al resto d’Europa, ma visto il particolare momento di crisi che ha colpito il paese ed il calcio italiano, hanno deciso di mantenerlo per dare più possibilità di movimenti, anche se sulle comproprietà è stato dato mandato di studiare soluzioni alternative in accordo con l’Agenzia delle Entrate.

Sulla decisione, sembra aver avuto parere fondamentale la volontà della maggioranza dei club di mantenere inalterata la formula, in attesa di soluzioni alternative.

Ovviamente uno delle principali cause per cui è stata chiesta l’eliminazione delle compartecipazioni è proprio l’uso distorto che se ne fa, dove genere molta confusione nei bilanci delle varie società.

Io ritengo che la compartecipazione sia un ottimo strumento per far sì che le società calcistiche non rimangano ferme in fase di mercato e abbiano più possibilità di gestione, ma al tempo stesso metterei dei paletti per far sì che qualcuno non se ne approfitti, magari un massimale di compartecipazioni per ogni società.

 

 

TB: Abituati ormai a vederli come figurine sull'album Panini, a volte ci dimentichiamo che sono uomini e non numeri. Come viene vissuta da un atleta l'esperienza della compartecipazione?

M: È molto importante ricordarsi che ogni club calcistico è un’ azienda e come tale deve cercare di ottenere sempre il massimo da ogni operazione.

Detto questo chi gestisce questo tipo di trattative deve cercare di avere sempre una sensibilità a livello umano, poiché come avete osservato, a volte ci si dimentica che i giocatori non sono numeri ma persone che hanno fatto sacrifici per diventare professionisti. La compartecipazione credo sia vista in più modi, dipende molto se la carriera del giocatore è in ascesa oppure in fase calante.

È molto personale come viene vissuta questa esperienza da un atleta, ma a mio parere può dare delle opportunità in più a giocatori e sicuramente offre dei vantaggi alle società che ne fanno uso.

 

 

D: Le grandi squadre sembrerebbero essere interessate a sostituire la compartecipazione con un contratto di prestito con obbligo di riscatto al determinarsi di certi eventi. Da osservatori esterni ci siamo fatti l'idea che le compartecipazioni  - se correttamente usate – siano uno dei pochi strumenti che le squadre medio-piccole possono avere per ottenere dei benefici dalla loro attività di scouting e addestramento dei calciatori. Tu come giudichi questa proposta delle grandi squadre? Che effetto potrebbe avere sulle dinamiche di calciomercato? E per i calciatori?

M: Sono d’accordo con voi, lo scouting di giovani talenti è un grande potenziale per  piccole società, una volta scovato il talento devono cercare di competere con squadre big che hanno a loro disposizione più possibilità (oltre il blasone, i soldi) per poter far proprio il giocatore.

Non sono d’accordo con la proposta delle grandi società di sostituire la compartecipazione con un contratto di prestito con obbligo di riscatto, poiché a mio parere andrebbero ad avvantaggiare le big (i cui giocatori, per la maggior parte, hanno degli stipendi più alti delle piccole-medie squadre che non hanno larga possibilità economica).

L’effetto che potrebbe avere in questo momento storico calcistico è una paralisi di calciomercato, poiché tutte le società (vorrei ricordare sempre che sono aziende) devono fare quadrare i bilanci prima di tutto. Basta guardare negli ultimi anni come sono aumentate le comproprietà e gli scambi a discapito dei trasferimenti veri e propri per capire come in questo momento sia una necessità per le piccole-medie società poter usufruire delle comproprietà.

 


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