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Le donne, che brutte persone/14

Da Adelaide_the_president
 Espongo a beneficio (?) di alcuni la teoria di Giovanni, che ha molti punti condivisi con la mia. La chiameremo provvisoriamente la Teoria del Gemello Cattivo.
La donna nasce con un patrimonio di ovociti che chiedono di tramutarsi in figli entro i 40 anni. Perciò, a livello sia conscio che inconscio, ogni donna mette in atto dei meccanismi di comportamento su spinta biologico-evoluzionistica identificabili schematicamente come "materni".
L'atteggiamento materno nella donna si manifesta in due maniere, legate l'una all'altra.
La prima, più immediata, è la necessità di figliare entro il tempo biologicamente raccomandato. Perciò la donna cerca la relazione sentimental-sessuale stabile, cerca l'uomo con cui sistemarsi e fare dei figli, non appena lo avrà convinto a sua volta di volerne.
La seconda, più indiretta, è l'atteggiamento protettivo-salvatore nei confronti degli uomini stronzi, verso i quali le donne provano una inestinguibile attrazione.
Mettete una donna davanti a due gemelli, uno buono, amorevole, con la testa a posto, premuroso; l'altro stronzo, menefreghista, immaturo; vedrete che il più delle donne sceglieranno il secondo, magari irrazionalmente, per carità. A tale proposito di confronti il notorio Teorema di Marco Ferradini.
Quando lo avranno conquistato, e si saranno rese conto che andarci d'accordo è difficile - figuriamoci convincerlo a farci un figlio insieme! -, ecco scattare il meccanismo del "io ti salverò / io ti cambierò" (cfr. capitolo/13). La donna in questione tenterà di cavare il sangue da questa rapa, e questo a causa di un preciso timore: quello che, nel caso decidesse di lasciare questo uomo immeritevole, non riuscirebbe a trovarne subito dopo un altro, buono per figliare entro il tempo massimo che la donna ha a disposizione per figliare.
Pensiero tipico: "Lo lascio, sì, e poi? E se non ritrovo un altro che mi vuole? E se anche lo trovo, sai che fatica di nuovo conoscersi, imparare ad amarsi, [convincerlo a fare un figlio con me più alla svelta di quanto ci abbia provato col precedente, perché di tempo a disposizione ce n'è sempre meno] ?"  
Dunque la donna rimane insieme al gemello cattivo e spera nell'impossibile. A volte, contro la volontà dello stesso merdaiolo, riesce a fare i figli con lui, ma la vita insieme a lui è dura e la donna spesso pensa di aver fatto una cattiva scelta. Pazienza. Si sopporta. Fino all'eventuale separazione/divorzio.
La durata della sopportazione è inversamente proporzionale all'amor proprio della donna: meno una donna pensa di valere, più pensa che anche uno stronzo possa andar bene per lei.
Ecco però i due casi fortunati:
#1 Il merdaiolo ti lascia per un'altra; hai qui la possibilità di incappare finalmente nel gemello buono e scegliere lui, avendo fatto tesoro della brutta esperienza. Se invece passi da uno stronzo a un altro, vedasi discorso sull'amor proprio. [E, scusa se te lo dico, ma sei proprio una brutta persona. Torna alla casella #13 e medita bene sulla tua bruttezza.]
Esiste poi una sottospecie molto fortunata del presente caso, ed è quello in cui lui ti lascia per una più stronza di lui, la quale gli fa scontare con gli interessi tutte le grane e i patimenti che non gli hai dato tu. E nel frattempo tu segui a bordo campo l'esilarante sequenza dei piatti rotti, le ferie annullate, le telefonate urlanti. Sì un'altra birra per me, grazie. Ben ghiacciata, grazie.
#2 La donna arriva verso i 40 senza aver combinato nulla o avendo combinato col merdaiolo ma sentendosi insoddisfatta. Gli ovociti, ormai rimasti pochi e di scarsa qualità, anzianotti e debilitati, alzano bandiera bianca e sussurrano: "donna, riprenditi la tua vita, vògliti bene, trova un uomo che ti ami davvero, noi abbiamo esaurito il nostro obiettivo. Scusaci per tutti i patimenti che ti abbiamo causato, ma suvvia, chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordamoce 'o passato".
Dopo tutte queste considerazioni, però, voglio un po' più bene alla donna. Dopotutto non è colpa veramente sua, sono gli ovociti che dirigono le operazioni. E se non fosse davvero così, voi non esistereste proprio (il che, forse, vi dispiacerebbe), e non sareste qui a leggere queste righe, adesso (e questo sì che vi dispiacerebbe).


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