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Le donne del Pd veneto vogliono riprendersi la democrazia. Primarie sempre, scelgano i cittadini anche se a Roma non ci sentono. E alternanza di genere!

Creato il 13 luglio 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Bell’esempio veneto di voglia di ascoltare i cittadini. I veri protagonisti sono loro, le loro decisioni sono fondamentali. Non si può sottrarre loro la sovranità con i soliti imbrogli e le solite leggi elettorali truffa. Le primarie sono un passo avanti, sempre, invogliano a informarsi, a capire, a dire la propria. E’ bello che questo invito alle primarie “qualunque cosa si decida a Roma” venga dalle donne del Pd veneto, con la firma di un ex assessore all’urbanistica, trasporti e viabilità della città di Rovigo. Deleghe spesso “maschili”. Primarie per la scelta anche dei parlamentari, considerando la parità di genere fra uomini e donne e la possibilità di una doppia preferenza per l’alternanza di genere. Ad esempio: a Cremona c’è un deputato maschio. Con l’alternanza di genere toccherebbe a una donna. Caro on. Pizzetti, sei un fenomeno, sai fare tutto, ma non sei una donna! A Crema c’è una donna, ex sindacalista, e potrebbe essere sostituita da un’altra donna (o confermata)! Oppure essere sostituita da un uomo.

C’è anche un precedente che porta male: il centrosinistra rodigino non ha voluto fare le primarie, e come si chiama il sindaco attuale? Bruno Piva. Un nome che a Cremona suona malissimo, ma veramente male, considerato l’omonimo Antonio il suo Pdl e poi Montezemolo e le sue cento cariche quella di editore compresa.

Segue il comunicato di Raffaela Salmaso, portavoce delle donne del Pd veneto

Rovigo, 13/7/2012

Il Veneto si ponga come esempio virtuoso: qualunque cosa si decida a Roma, scelga i propri candidati per le politiche attraverso lo strumento di democrazie delle primarie

Le primarie sono uno strumento prezioso, che in un momento come quello attuale, offrono la possibilità di aumentare partecipazione, rappresentatività e, in buona sostanza, il tasso di democraticità.

Le donne del Pd veneto vogliono riprendersi la democrazia. Primarie sempre, scelgano i cittadini anche se a Roma non ci sentono. E alternanza di genere!

Da sinistra a destra Rosanna Filippin, segretario del Partito Democratico del Veneto, e Raffaella Salmaso, portavoce della Conferenza regionale delle donne democratiche

L’urgenza della riforma della legge elettorale è all’ordine del giorno della discussione politica, il sollecito del Presidente Napolitano pone l’accento sulla necessità di garantire la democrazia, che l’attuale sistema elettorale, purtroppo, nega, con i parlamentari che sono il risultato di nomine avvenute ai diversi livelli delle segreterie dei partiti, con ben noti fenomeni degenerativi che vanno a incidere sul senso di antipolitica sempre più diffuso fra i cittadini. Tuttavia, da una parte la ristrettezza dei tempi, dall’altra la difficoltà nel trovare un punto di convergenza  tra i partiti, portano a credere che tale riforma non veda la luce in questa legislatura. Ecco che, allora, la via delle primarie, può permettere al nostro partito di dare una dimostrazione di alterità e di apertura. Bene hanno fatto i Giovani democratici veneti, il segretario regionale Rosanna Filippin ed il segretario provinciale Diego Crivellari, a rilanciare la parola d’ordine delle primarie anche per la selezione dei candidati alle prossime elezioni politiche. Qualunque siano le decisioni che verranno prese a Roma. Il Veneto, infatti, può e deve decidere autonomamente di porsi come esempio virtuoso e di far scegliere democraticamente i propri candidati in ogni caso.

Il Partito Democratico ha nel suo dna, nello statuto costitutivo, l’aspetto “democratico” sancito anche nel nome e l’azione per ribadirlo la deve svolgere attraverso la consultazione del suo elettorato. Qualsiasi sia la legge elettorale con cui si voterà nel 2013, le “primarie” sono lo strumento con cui scegliere i candidati ad entrambe le Camere.

Ma c’è un altro aspetto che va tenuto in massima considerazione: le primarie devono anche essere il luogo in cui il PD mette in pratica la parità di rappresentanza tra generi.

Da tempo si parla dell’importanza della presenza delle donne nei due rami del Parlamento, oltre che nei ruoli apicali, dirigenziali. Questa XVI legislatura che si concluderà l’anno prossimo, ha portato alla Camera dei Deputati, su 630 componenti, 134 donne, pari al 21,2% e al Senato su 315 membri, 59 donne, pari al 18,7%: siamo ancora lontani dalla tanto invocata parità!

Ecco, dunque, che le primarie per la scelta dei candidati non possono prescindere dalla possibilità di esprimere una doppia preferenza, di genere diverso, e dall’inserimento in collegi o liste dell’alternanza di genere.

L’interesse generale è che attraverso le primarie, intese proprio come svolta democratica, si possa finalmente dare gambe alla democrazia paritaria e dare voce ad un’opinione pubblica, ad un elettorato, ormai stanchi di sentirsi poco rappresentati.

Anche il PD Polesano deve in tempi brevi riflettere sulla modalità con cui attivare questa forma alta di democrazia.

Non possiamo permetterci ancora errori come quello avvenuto nella non scelta delle primarie per il candidato sindaco di Rovigo. I cittadini, gli elettori, ci chiedono di ascoltare la loro voce, il loro parere!

Raffaela Salmaso

Responsabile Regionale

Donne Democratiche PD Veneto

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