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Le dure feste da dottoranda

Da Giupy
Essere una dottoranda in scienze sociali tendenzialmente e' faticoso. Metti caso che arriva una festa come il Thanksgiving: ti tocca metterti a parlare di colonialismo, genocidio dei nativi, consumismo sfrenato e possibilmente concludere il tuo discorso con la locuzione "white guilt". (Giuro che queste conversazioni le ho avute davvero, perche' le persone che frequento sono tutti una gran massa di rompiballe dei fini intellettuali come me).
Tuttavia, quest'anno ho deciso di distogliere un attimo la mia attenzione dai Nativi ubriachi nelle riserve e disperati nei casino' e accettare con gioia l'invito a cena di un'amica. Primo, perche' non si puo' sempre cercare di salvare il mondo, ma ogni tanto e' giusto concedersi una vacanza. Secondo, perche' essendo io caucasica ma dell'altra sponda dell'Oceano posso sempre salvarmi dicendo che i miei avi erano quelli giusti, gli illuminati rimasti nella vecchia Europa, non quel gruppetto di puritani malvestiti che hanno colonizzato l'America selvaggia. E se il senso di colpa non passasse, posso sempre invocare le mie sembianze latine.
Le dure feste da dottorandaCi ho pensato un po' se metterla o no perche' mi ricordava quei poster tremendi della Lega di qualche anno fa.. ve li ricordate?
Sempre perche' sono una rompiballe fine intellettuale, per un attimo ho pensato, da brava vegetariana, di unirmi agli animalisti che si battono contro il mangiare il tacchino (che sono un po' l'equivalente dei vostri contatti di Facebook che a Pasqua vi spammano la bacheca con gli agnellini e vi dicono di fermare questa carneficina). La verita' pero' e' che io sono una vegetariana vivi e fascia vivere: tu non vieni a dirmi che una vita senza proteine mi provochera' il cancro, io non ti rompero' le scatole per quel cadavere che hai nel piatto. E ho anche un approccio Darwinistico al vegetarianesimo: ci sono animali che mi spiace mangiare molto piu' di altri. Per esempio, non mangerei mai un maiale che ha la stessa intelligenza e sensibilita' di un cane. Ma le cozze che non hanno cervello e stanno tanto bene con riso e patate … (e se volete darmi della razzista, ricordatevi subito che passo le mie giornate a pensare a questioni di gender e race. Il che non fa di me una persona che ha ragione, ma fa di me una persona con cui e' meglio non parlare).
Cosi', ho deciso di non mangiare il tacchino ma di fotografarlo lo stesso:
Le dure feste da dottorandaPer il tacchino provavo un po' di fascinazione e un po' di disgusto assieme
Messe da parte le mie paranoie da intellettuale spiccia dell'ultima ora, mi sono goduta la giornata e concentrata sulle cose strane.Per esempio, il fatto che la CENA sia iniziata alle DUE fin verso le SEI. Il che non e' strano, funziona esattamente come a casa mia a Natale. Solo che noi lo chiamiamo PRANZO. E' proprio una questione semantica.Un'altra cosa che ho notato con mia gioia e sorpresa e' che gli Statunitensi, quando ci si mettono, cucinano BENE. Ho mangiato salsa di cranberries con patate, gratin di mele, birre locali, sformato di verdure, patate dolci in mille versioni fino a scoppiare. C'era anche del mac and cheese fatto in casa, e giuro, era BUONO. Non capisco solo perche' non cucinino cosi' tutti i giorni, invece di passare 364 giorni a comprare cibi precotti. Poi, tutte le persone presenti, esclusivamente autoctoni, si sono mostrati squisitamente gentili, mi hanno proprio fatto sentire a casa. E ho notato con stupore che alcuni di loro somigliavano a dei miei parenti: la zia molto simpatica e un po' eccentrica con i capelli strani, la cugina deliziosa che ama i bambini, lo zio colto che ti parla di storia.. diciamo tanto di differenze culturali, ma alla fine il Thanksgiving qui assomiglia un sacco al mio Natale brianzolo. Manca solo il panettone e la partita di poker.
Prima di iniziare il pranzcena ci siamo tutti presi per mano e li ho avuto il terrore che si mettessero a pregare o cantare o fare qualcos'altro che mi avrebbe fatto venire voglia di scappare. Invece chi voleva diceva- in modo anche abbastanza scherzoso- i motivi per cui si sentiva grato. Io avrei voluto articolare dei pensieri bellissimi, tipo che sono cosi' felice che la mia amica e suo marito mi abbiano invitata al loro Thanksgiving perche' era un'esperienza che non avevo mai fatto e anche se non mangio il tacchino e' uno di quei momenti in cui vedo tutti i colleghi riunirsi con le loro famiglie mentre io sono da sola, e mi fa sentire bene avere qualcuno che pensa a me. Sarebbe stato bello dire tutto questo, purtroppo pero' ho articolato solo un "grazie! cibo!" e mi sono avventata sul pure' come tutti gli altri. 
Ho comunque avuto modo di pensare alle cose per cui sono grata. Ce ne sarebbero a iosa, pero' al momento e' un po' uno di quei periodi in cui  stai uscendo di testa per lo stress e ti accorgi che presto l'unico riempitivo della tua devastante e frenetica solitudine sara' Skype. Pero', ho realizzato che Novembre qui e' bello perche' ci sono tante feste. Per prima cosa Halloween, e poi il Movember. Ovvero il mese del no-shave che, grazie ai miei amici italo-americani (nel senso che alcuni sono Italiani e alcuni Americani, non che sono un mix) questa e' diventata una speciale occasione per far festa (e farsi crescere folti baffi- per chi puo')
Le dure feste da dottoranda
Le dure feste da dottorandaLa vita a volte va male, ma quando mi sembra di non essere buona a nulla posso sempre pensare a questi biscotti che ho fatto. Alcuni sono venuti un po' paurosi, ma sono comunque molto orgogliosa
Poi, a Novembre si sono messi tutti a celebrare l'esercito e i veterani. Perche'? Non so, sono un po' perplessa da questo nazionalismo, e potrei star qui a parlare di pacifismo, integrazione e dominazione, ma mi sembra che vi ho rotto le scatole abbastanza, no?
Le dure feste da dottorandaPERCHE' al supermercato vendono i surgelati che supportano le truppe? PERCHE'?
Subito dopo il Thanksgiving inizia il Black Friday, che da' il via alle danze sfrenate dello shopping natalizio. Per quanto io ADORI comprare pacchianeria per Natale, non ho approfittato del Black Friday se non online. Il Black Friday e' una cosa curiosa: per prima cosa inizia di glovedi', con il nome di Brown Thursday. Di fatto, subito dopo essersi ingozzati di tacchino, famiglie intere corrono da Walmart e Best Buy per fare sette ore di fila e comprarsi l'ipad a meta' prezzo. Alcuni si accampano proprio fuori dai negozi e si portano dietro il tacchino. Guardare per credere.
Ma solo a me il tizio che e' li' dal Mercoledi' sembra un poveraccio?
Io come spesso ho detto sono una fan del consumismo, ma il mio animo rompiballe mi intima sempre di scegliermi almeno una battaglia. Passi gli Indiani, passi il tacchino, ma sta roba che i negozi sono sempre aperti in USA mi da' fastidio. Chissenefrega di fare la spesa a mezzanotte o di domenica mattina o il giorno del Thanksgiving. Voi sareste felici di lavorare il giorno di Natale invece che stare con le vostre famiglie? Non credo proprio. Perche' non aspettiamo tutti un giorno a comprare le nostre decorazioni a forma di hot dog e i nostri schermi piatti e lasciamo che sti poveracci che lavorano da Target, che gia' fanno un lavoro ben misero, se ne stiano a casa con le loro famiglie a mangiare come facciamo noi? Cosi', in piena solidarieta' con la me stessa neo dottorata che finira' probabilmente a fare la commessa, non ho fatto shopping. (Voi non dite in giro che e' stato anche perche' non avevo voglia di fare file e stare nella ressa, eh).
In compenso, al di la' delle feste, la mia giornata del Thanksgiving si e' risolta con qualcosa di cui essere MOLTO grata: un tavolo di torte. Invidiatemi pure...
Le dure feste da dottorandaAlcune sembravano proprio quelle di Nonna Papera...

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