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Le eleganti dive di Mucha

Creato il 10 marzo 2016 da Valeria Vite @Valivi92

(Questo articolo è stato pubblicato su “Are you art?”)

Mucha ha segnato il nostro immaginario collettivo con le elegantissime figure femminili di sua creazione, diventando uno dei principali esponenti dell’Art Nouveau. In occasione della mostra allestita a Palazzo Reale a Milano, questo mese scopriremo insieme uno stile che ha segnato la moda di un’epoca, influenzando settori come poster, settori d’interni, illustrazioni, pubblicità, architettura, teatro e design.

Lo stile di Mucha è inconfondibile, si impara a riconoscerlo dopo aver ammirato una sola sua opera e presto ne capirete la ragione. Prendiamo per esempio la fanciulla raffigurata qui sotto, ne La danza.

Le eleganti dive di Mucha

La giovane viene ritratta al centro di un’area verticale, in una composizione estremamente elegante e raffinata. La sua sensualità non eccede nella provocazione erotica perché Mucha, che spesso realizzava opere per la pubblicità e i poster, temeva la censura, ma in questo caso l’osservatore resta comunque piacevolmente colpito dalla gamba nuda, la trasparenza appena accennata delle vesti e dal piccolo seno coperto. Non ho ancora ammirato un’opera in cui Mucha si sia spinto oltre la raffigurazione di un seno nudo. Il corpo della ragazza è incorniciato da un’elaborata decorazione floreale con farfalle e da una mezzaluna ornata da piacevoli disegni, che ricorda a mio parere un’aureola o le mandorle in cui venivano raffigurati i personaggi più importanti nell’arte sacra medievale (ma non sono sufficientemente esperta per azzardare una simile interpretazione in ambito pittorico). L’ornamento principale della fanciulla è costituito dalle onde disegnate dallo svolazzo dei lunghi capelli, abilmente acconciati con dei fiori, e delle vesti; entrambi sono piacevolissimi da osservare ma irrealizzabili in natura.

Simili caratteristiche sono riscontrabili pressochè in ogni opera di Mucha e sono l’oggetto principale di ogni sua opera. Che la fanciulla sia la personificazione della danza è inoltre un aspetto secondario, l’occhio viene infatti immediatamente colpito dallo stile della fanciulla, che diventerà non solo una moda, ma una vera e propria icona dell’Art Nouveau anche a rischio, a mio parere, di diventare persino ripetitivo.

Siccome le mie conoscenze sull’artista derivano principalmente dalla mostra di Palazzo Reale, vi parlerò dei manifesti che Mucha realizzò per Sarah Bernhardt, una delle più celebri attrici teatrali e cinematografiche dell’Ottocento, soprannominata La voce d’oroe La divina.

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Il manifesto qui sopra annunciava ai passanti che La Divina avrebbe recitato ne La samaritana presso il Theatre de la Renaissance. E’ evidente che l’artista ha dovuto piegare l’opera alla sua funzionalità, infatti compaiono tutte le informazioni riguardanti lo spettacolo negli appositi spazi, per condurre gli spettatori a teatro. La Bernhardt era una vera e propria diva e ammirarla era probabilmente lo scopo principale per cui gran parte del pubblico si recava a teatro, perciò lo stile di Mucha era perfetto per lei: l’attrice era così il solo soggetto dipinto ed era rappresentata come una dea. Le vesti e l’anfora sono i soli elementi che identificano il tema della rappresentazione, ancora una volta lo sguardo dello spettatore è catturato dalle decorazioni, che siano le morbide onde dei capelli della fanciulla, le pieghe delle vesti, le stelline che circondano il suo corpo, i motivi che incorniciano la scena. Lo stile di Mucha è un marchio di garanzia sulla qualità dello spettacolo e un valido espediente per incrementare il fascino della stella del palcoscenico.

Diverse aziende dell’epoca hanno scelto di farsi pubblicità mediante manifesti firmati da Mucha, le cui opere in questo settore possono essere considerate arte a tutti gli effetti.

Le eleganti dive di Mucha

La prima pubblicità che analizzeremo insieme riguarda un marchio molto noto ancora oggi, la Nestlè. Nonostante il manifesto sia diverso dai cartelloni pubblicitari cui siamo abituati, tale opera presenta uno stile molto moderno rispetto alla maggior parte dei dipinti che ho visto a Palazzo Reale, in cui l’aspetto artistico prevaleva su quello pubblicitario a scapito della visibilità del prodotto, che spesso non veniva nemmeno raffigurato. Qui troviamo, oltre al nome del prodotto e ad una chiara indicazione dei destinatari dello stesso (i bambini), una piccola immagine del barattolo in vendita. Non siamo tuttavia in grado di capire che genere di alimento sia pubblicizzato perché l’artista ha privilegiato l’aspetto artistico della pubblicità, vale a dire la rappresentazione di una madre che prepara una sorta di pappina per il suo bambino. I contorni rossi delle coperte del bambino, delle scritte pubblicitarie, di alcuni elementi delle decorazioni e i fulvi capelli della madre si oppongono al bianco e all’azzurro del mosaico dell’”aoreola” e delle vesti della madre. La dama si è per l’occasione trasformata in un perfetto angelo del focolare ottocentesco: candida come una Madonna, elegantissima in abito da sera, amorevole con il proprio figlio; in essa è riconoscibile lo stile dell’artista. Il bambino, il consumatore finale del prodotto, è rappresentato in primo piano.

La prossima pubblicità ha un’impostazione molto simile a quelle che potremo trovare nei decenni successivi e riguarda un’azienda produttrice di cioccolata.

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Si noti come l’impaginazione abbia caratteristiche più moderne: il prodotto è ben visibile nella parte inferiore dell’opera e l’immagine raffigura, almeno in questo caso, una delle modalità in cui è possibile fruire il prodotto, ovvero bevendolo in una tazza. La scena non rappresenta la solita fanciulla divinizzata cui Mucha ha abituato il suo pubblico, ma uno scambio quotidiano di tenere attenzioni tra una donna e dei bambini. La donna indossa indumenti quotidiani che, sebbene siano ancora piuttosto “svolazzanti” secondo lo stile che sappiamo ormai riconoscere, sono piuttosto ordinari. La firma di Mucha è riconoscibile nelle spirali di fumo che creano delle decorazioni sinuose nella parte superiore del dipinto. Il semicerchio è sostituito dalla scritta “chocolat ideal”.

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Per quanto riguarda l’arte fina a se stessa, è doveroso citare i numerosi gruppi di personificazioni, come per esempio Le arti, cui appartiene La danza che abbiamo nominato prima, e Pietre preziose, composto da quattro opere: Ametista, Smeraldo, Rubino e Topazio. Ogni opera è monocroma, naturalmente dello stesso colore della pietra che rappresenta, e raffigura una fanciulla seduta con un fiore in primo piano. Si noti l’assoluta assenza a qualunque riferimento alla pietra, eccetto al colore che domina nell’opera, in favore dell’eleganza e della sensualità della fanciulla. La mostra di Palazzo Reale ha scelto come simbolo dell’iniziativa la fanciulla dello smeraldo, forse per la posa e lo sguardo da femme fatale, o per l’inquietante testa di serpente su cui poggia. Mucha ha rappresentato anche le quattro ore del giorno e le stagioni, aggiungendo anche alcuni elementi distintivi come per esempio la neve per l’inverno e il sonno per la notte.

Mi tremano i polsi nel criticare un grande artista come Mucha, ma personalmente preferisco immagini di donne forti, intraprendenti, coraggiose e ribelli: le icone di eleganza non mi hanno mai particolarmente affascinato. Ma ho trattato simili argomenti in altri post e non vorrei ripetermi.


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