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Le favorite del potere - Roberto Maroni, donne e consulenze

Creato il 19 giugno 2015 da Tafanus

Non solo il Pirellone: anche contratti agli Interni per le due protette di Maroni. E il prefetto Caruso: segnalazioni pure per l'emergenza immigrati (di Francesca Sironi - l'Espresso)

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Votino, Maroni, Paturzo

Bisogna aver talento, tanto, anzi parecchio, per essere esperte di pari opportunità e cooperazione, sicurezza e immigrazione, nonché d'infanzia e «riorganizzazioni societarie». E tutto senza bisogno di una laurea: nel curriculum depositato al Viminale nel 2014 i suoi studi si fermano infatti al diploma dalle Suore Marcelline. Lei è Mara Carluccio e il talento lo ha dimostrato con costanza a Roberto Maroni, con cui è indagata a Milano per una consulenza affidatale da una partecipata di Regione Lombardia: trentamila euro "strappati" secondo gli inquirenti in modo irregolare all'ente pubblico. L'inchiesta giudiziaria la unisce alla bella Mariagrazia Paturzo, con cui secondo i pm Bobo scambiava messaggini "a ogni ora del giorno", prima e durante l'incarico a lei assegnato nel 2014 da Expo spa come "temporary manager". Ma questi due contratti non sono che l'ultimo anello di una carriera cucita all'ombra del leader leghista e ricostruita da "l'Espresso".
Che il politico di Varese smistasse a volte segnalazioni preferenziali lo rammenta il prefetto Giuseppe Caruso, commissario straordinario per l'emergenza migranti nella primavera del 2011. «Il ruolo mi venne affidato dal governo Berlusconi perché ero prefetto di Palermo, e vivevo in prima linea quel che succedeva a Sud», racconta il funzionario: «Quando si seppe che da decreto c'era la possibilità di usare dei consulenti mi venne chiesto di arruolare due signore indicate dal ministro Maroni. Non ricordo come si chiamassero, ma quell'episodio mi diede un po' fastidio: in quei giorni avevo un'emergenza da affrontare…». E finì per preferire alle due "segnalate" un avvocato dello Stato, un giudice contabile e un magistrato del Tar.
Per Mariagrazia Paturzo il salto di carriera risale a prima. È il 2010, Maroni è ministro dell'Interno e ha appena nominato alla guida dell'Agenzia per i beni confiscati alla mafia l'attuale capo dell'Immigrazione Mario Morcone. Dopo una selezione, l'Agenzia assume la Paturzo all'ufficio relazioni esterne, con uno stipendio per due anni da 27mila 828 euro. Fra le due donne è però Mara Carluccio a ricevere più ruoli ufficiali. Il suo rapporto con il lùmbard d'altronde inizia già nel 2001, quando lui sbarca al ministero del Lavoro e lei sale nelle stanze del potere. E prosegue all'Interno. Nel 2008 il Viminale le affida il «rafforzamento legislativo» del G8: due mesi, 10mila euro. Nel 2009 ha il compito di «studiare politiche di genere»: 31.200 euro. A dicembre si insedia all'Osservatorio nazionale sulla Famiglia. Pochi mesi dopo è sua una poltrona all'Osservatorio nazionale per l'Infanzia, sempre su indicazione degli Interni. Non sono incarichi danarosi, ma certamente di prestigio. Di soldi d'altronde Mara non sembra averne troppo bisogno, se il broker romano Giancarlo Lande, il Madoff dei Parioli, aveva potuto bruciarle 218mila euro.
A Roma, durante il mandato all'Interno, il ministro leghista non incontra la Carluccio solo in ufficio: Maroni è ospite frequente a casa sua e del marito, Gioacchino Gabbuti. Ex amministratore di Atac, Gabbuti è stato coinvolto in un'inchiesta su milioni di euro sottratti alla società capitolina e transitati a San Marino proprio in quegli anni, dal 2007 al 2011. Coincidenza: nel 2012 di fianco al ministro Anna Maria Cancellieri alla firma di un accordo contro la criminalità fra Roma e San Marino c'è anche lei, la "dottoressa" Carluccio. I suoi incarichi romani infatti proseguono anche dopo l'addio del leghista. Nel 2012 il Dipartimento di pubblica sicurezza le dà 10mila euro per uno studio su come «combattere l'immigrazione illegale». Ancora nell'aprile del 2014 ottiene un contratto agli Interni, ma risulta «non perfezionato»: forse perché a luglio emergono le indagini sulla consulenza al Pirellone.
Francesca Sironi

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