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Le forze del destino – Thomas Vinterberg

Creato il 11 agosto 2014 da Maxscorda @MaxScorda

11 agosto 2014 Lascia un commento

Le forze del destino
Nell’anno 2021 accadono strane cose. La gente semplicemente si spegne, nell’indifferenza o dovrei dire rassegnazione generale.
L’umanita’ stanca si lascia morire sull’onda emotiva di un mondo che cessa d’essere importante e che a  suo modo reagisce con temperature che precipitano e zone a gravita’ variabile.
Joaquin Phoenix e’ un professore anonimo e poco importante mentre sua moglie Claire Danes, e’  una celebre ballerina sul ghiaccio e a breve ex consorte.
Proprio la firma dei documenti di divorzio dara’ ai due l’occasione di rivedersi, tra spettacoli, grandi alberghi e cambiamenti climatici ma cio’ svelera’ anche un terribile segreto che mettera’ a repentaglio le loro stesse vite.
Vinterberg ci riprova ma ancora una volta resta appeso a meta’ di qualcosa.
La prima parte del film mi ha a dir poco incuriosito, anzi agganciato verso una grossa, grossissima promessa per cio’ che sta per accadere.
Lo sappiamo noi, lo sanno i personaggi, lo sa Vinterberg e verso questo qualcosa restiamo in spasmodica attesa, poi man mano che i minuti passano, l’entusiasmo e la tensione si sfaldano quando si inizia a comprendere che non ci sara’ alcuna spiegazione, non un motivo, non una sorpresa, alla fine neppure un senso compiuto ad una storia che non trovando sbocchi significativi, ripiega sul metafisico.
Questo scambio emotivo tra clima e cuore degli uomini, non funziona se ci si limita ad una posizione fatalista senza causa ed effetto che si traduce alla trama senza capo ne’ coda. Voglio dire, se proprio si vuole filosofeggiare sul rapporto sincretico tra uomo, ambiente e spirito del tempo, si parta da un gradino non inferiore a dove ci ha lasciati Wenders in "Fino alla fine del mondo", altrimenti e’ inutile.
Aggiungiamo che in questo nulla si muove Joaquin Phoenix, gia’ bello spompato ad ispirare "Her", Claire Danes che almeno ha il physique du role e l’ancora una volta l’inutile Sean Penn, anche lui in un anticipo di ruolo vagheggiante alla "The tree of life".
Alla fine dico peccato perche’ Vinterberg ha avuto tra le mani del buon materiale che ha totalmente sprecato e visto che come afferma, ha impiegato due anni e mezzo per scrivere la sceneggiatura, magari la volta prossima si faccia dare una mano, fara’ prima e meglio.

Scheda IMDB


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