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Le frasi celebri di Papa Giovanni Paolo I – Ricordandolo nel 35°anniversario della morte

Creato il 28 settembre 2013 da Alessiamalachiti @amalachiti

PAPA-LUCIANI

Il 28 Settembre del 1978 moriva Papa Giovanni Paolo I, Albino Luciani. Venne proclamato Papa circa un mese prima, il 26 Agosto 1978

 LE FRASI CELEBRI DI PAPA GIOVANNI PAOLO I – ALBINO LUCIANI

-Amare significa correre con il cuore verso l’oggetto amato.

-Noi siamo oggetti da parte di Dio di un amore intramontabile. Sappiamo: ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. È papà, più ancora è madre.

-La figura del Papa è troppo lodata. Si rischia di cadere nel culto della personalità, che io non voglio assolutamente. Il centro di tutto è, e deve essere il Cristo.

-Signore, prendimi come sono, con i miei difetti, con le mie mancanze, ma fammi diventare come tu mi desideri.

-Ieri, mentre cantavamo o ci esprimevamo in latino, i nostri difetti di dizione non apparivano. Oggi, leggendo noi in italiano, la gente s’accorge se la parola ha risuonato prima nel nostro spirito, se ha il timbro della convinzione, se vibra per intima venerabonda emozione. Oggi saltano agli occhi la nostra pronuncia imperfetta, le cadenze sbagliate, l’oligotonia e altri simili difetti.

-Io raccomando sempre non solo le grandi carità, ma le piccole carità.

-Il catechista dev’essere sempre sole, a volte vento e poche volte tuoni e tempeste.

-Se vuoi parlare dieci minuti, ti prepari un’ora; se vuoi parlare un’ora, ti prepari dieci minuti.

-Le creature racchiuse nel seno della madre non possono neanche piangere. Dio, però, le vede. Dio, che ha detto a Geremia ‘prima di formarti nel seno materno ti conoscevo’, non resta indifferente, qualora esse vengano crudelmente e barbaramente soppresse. Barbarie e crudeltà è il nome giusto: a Betlemme, le madri hanno tentato una difesa disperata dei loro piccoli; nell’aborto sono le madri stesse a trasformarsi in sicarie di Erode; concepiscono il figlio, poi l’accusano di essere loro aggressore ingiusto e lo sopprimono.

-L’ascetica insegna: guarda non a chi obbedisci, ma per Chi obbedisci.

-Se i Vescovi italiani, insieme al Papa, prendono posizione contro l’iniqua legge che sancisce l’aborto, non è,  come taluno insinua, per intromettersi indebitamente nelle cose della politica. Essi adempiono semplicemente al loro ufficio di pastori, di servi e custodi della verità da Dio rivelata e stampata nel cuore umano. Tacendo, sarebbero essi stessi condannati dal Signore, che ripeterebbe di loro quanto già detto di capi e profeti neghittosi: “I guardiani sono tutti ciechi, non si accorgono di nulla. Sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare, sonnecchiano accovacciati, amano appisolarsi”.

-Il Signore tanto ama l’umiltà che, a volte, permette dei peccati gravi. Perché? perché quelli che li hanno commessi, questi peccati, dopo, pentiti, restino umili.

-Occorrono uomini e donne che sappiano unire ad una sana ispirazione cristiana una sicura preparazione professionale alla politica. Non possiamo essere solo la coscienza critica che grida e si lamenta, dobbiamo impegnarci e agire nei campi sociali, politici e culturali; entrare nelle associazioni e negli organismi democratici e rappresentativi e dare il nostro contributo di pensiero e di azione in difesa dei diritti di tutti, ma specialmente della dignità e della libertà della donna e del bambino, dell’anziano, del debole e dell’ammalato.

-E’ necessario ritrovare la nostra vera infanzia evangelica, come diceva Bernanos, per vivere la Chiesa nella purezza del cuore, spoglia il più possibile da bardature rituali e burocratiche.

-I diritti della verità non esistono, non c’è un diritto della verità. La verità non è una persona che cammina per la strada; vi sono solo i diritti della persona.

-Guardate che il Signore ci parla non solo attraverso i suoi detti, ma fanno rivelazione, fanno messaggio di Dio per noi anche i fatti. È anche dai fatti che dobbiamo imparare

-La parola di Dio non si accontenta di essere capita, di essere posseduta da voi: vuole essa possedere voi, vuole essa entrare nella vostra testa, e una volta dentro vuole fare il pilota. Pilotare e dirigere tutta la vostra vita, in un certo senso.

-Il Concilio è ricco di nuovi fermenti, di nuovi insegnamenti, aperti al futuro della Chiesa e dell’umanità. Cristo Signore ci chiede di essere umili, poveri, semplici e puri di cuore e di porci all’ascolto dello Spirito. Ci chiede di essere forti e coraggiosi, di guardare avanti, di guardare lontano.

-Ci vorranno anni, e tanti, prima che il Concilio penetri nelle menti e nello spirito dei preti, dei vescovi e dei laici cattolici. Sono pochi quelli che hanno letto integralmente i documenti conciliari, che hanno cercato di comprenderli e di assimilarli, che si sono lasciati illuminare per poter confortare e istruire i cristiani delle nostre chiese e dialogare con il mondo di oggi.

-Anche il Papa è stato alunno di queste scuole: ginnasio, liceo, università. Ma io pensavo soltanto alla gioventù e alla parrocchia. Nessuno è venuto a dirmi: “Tu diventerai Papa”. Oh! se me lo avessero detto! Se me lo avessero detto, avrei studiato di più, mi sarei preparato. Adesso invece sono vecchio, non c’è tempo.


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