Le gioie della maternità.

Una gioia della maternità è quando una Purulla (a caso, s'intende) si china verso i tuoi piedi, te li annusa e alla domanda "puzzano?" risponde con aria estremamente schifata e con voce flebile, come sul punto di perdere i sensi: "sììì..."
Povera bimba, a quali torture la si sottopone.
In compenso i piedi paterni non vengono neppure annusati: lo si sa sulla fiducia, che puzzano.
Sono pensieri ameni dell'una di notte, e sono felice.
Sono felice perché mi sono goduta una bella giornata di sole con venti gradi.
Si stava veramente bene.
Otto anni fa, più o meno in questi giorni, ero a Praga col MioAmore per il matrimonio di un suo amico.
Neanche un mese più tardi, sarei andata a vivere con lui.
Qui.

Oggi sono andata in un paesotto a nord di Vicenza a portare curricula nelle agenzie, e al ritorno mi sono fermata nel parcheggio antistante la nostra prima casa.
Da vera stalker, non ho resistito a fare una foto.
Perché io mi affeziono tanto ai luoghi. Ci lascio pezzetti di cuore.
Ma si parlava delle gioie della maternità.
Un'altra gioia della maternità è una Purulla (sempre a caso, s'intende) che ha deciso di usare il riduttore anziché il vasino.
Il vasino a dire il vero non aveva mai preso un granché piede, lo ha usato pochissime volte.
In compenso ci vado a sbattere ogni volta che entro in bagno, e poiché si tratta di una papera come questa
in piena notte possono udirsi qua-qua risuonare per casa.
Dicevo, Elisa ora chiama la pipì o la cacca, si reca in bagno spogliandosi nel frattempo, si siede e la fa, tutta contenta e soddisfatta.
Deve ancora ben comprendere che non servono trentaquattro strappi di carta igienica per pulirsi, ma melius abundare quam deficere, no?
Di notte fa strani sogni.
Sogna gli amici G. e M. (M. non lo vede da un paio di mesi, ma le è rimasto nel cuore).
Sogna la farfalla assassina.
Sogna i nani.
Ha il suo mondo pieno di amici e familiari che le vogliono bene, e di personaggi di fantasia che arricchiscono le sue giornate.
Tra pochi giorni compirà due anni.
Due anni fa lei era ancora soltanto una curva nella mia pancia.