Magazine Psicologia

Le immagini davanti agli occhi

Da Simonaruffini
Ho bisogno di comprare il biglietto aereo della partenza. 
Ho bisogno di un pezzo di carta che mi dica che ad Ottobre sarò dall'altra parte del mondo. 


Sto impazzendo. 


Solo così mi sembrerà reale e non un'illusione. 
Solo così diventerò cosciente dell'esperienza che andrò a vivere. 
Solo così mi sembrerà di diventare grande (finalmente). 

Nei miei pensieri mi immagino arrancare nella tormenta di neve verso l'Università. 

Il viso sferzato dal gelo. Il naso "alla Rudolf" al centro di un viso più chiaro della neve stessa. 
Avvolta nel primo vero piumino della mia vita, protetta da tre strati di guanti.
Percepisco il solievo dello spingere la porta d'ingresso al Dipartimento, il tepore che mi abbraccia accogliente. 

Mi immagino nella mia stanza, da sola, e il desiderio di sentire le fusa di June a mano mano diventare più rade, fino al sopraggiungere del sonno dolce e delicato.

Mi immagino alle prese con i fornelli. Al fumo che genererò quando cucinerò. Alla spesa al supermercato alla ricerca della mia amata frutta. Forse mi fermerò davanti ad uno yogurt Activia e penserò alle corse al frigo la mattina con mia sorella per accappararsi quello ai mirtilli e cereali. 

Mi immagino di passare il mio compleanno aspettando la telefonata su Skype per vedere il viso di mia madre commuoversi e il sorriso di mio padre. 

Mi immagino, alle due di pomeriggio, di pensare a mia nonna che starà vedendo Beautiful e che me lo racconterà confondendo Brooke con Taylor e Ridge con Eric. 

Mi immagino di sentire il desiderio dell'abbraccio del mio ragazzo, di sprofondare il viso nel suo petto e lasciare che tutto scorra. 


Chissà cosa avverrà davvero. 

Chissà se alla fine mi sentirò grande.

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