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Le inchieste dell’Ispettore Zen

Creato il 14 maggio 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Le-inchieste-dell'Ispettore

Il lato oscuro della Città Eterna
Le co-produzioni internazionali, specie quelle pensate per offrire prodotti poco “italiani” nel respiro e nella concezione, non sono mai state un terreno particolarmente battuto dalla nostra fiction. Nel cercare di superare questa chiusura mentale, c’è da sottolineare questa nuova serie targata Mediaset, prodotta, tra gli altri, insieme alla britannica BBC e alla tedesca ZTF. Le inchieste dell’ispettore Zen, previsto per il prime time di Canale 5 (ma non è ancora stata precisata una data di trasmissione), è stato presentato in anteprima al Roma Fiction Fest del Novembre scorso e quindi in attesa che arrivi sulle nostre frequenze, è cosa buona e giusta informarvi sull’esistenza di questa serie tv. Anche se sulle pagine di Oggi al Cinema, molto spesso abbiamo dato ampio spazio alla serialità americana, è sembrato giusto informati su questa produzione che, nonostante qualche piccolo clichè, risulta essere un crime drama ben fatto. Ambientato in una Roma da cartolina, che lascia tuttavia intravedere un volto cupo e nascosto, e la presenza di una star come Rufus Sewell nel ruolo di protagonista, sono elementi che destano curiosità intorno a un prodotto che potrebbe rivelarsi una gradita sorpresa.
Prendete un affascinante quarantenne di origini veneziane, aggiungete che è un brillante Ispettore di Polizia integro e onesto, riluttante all’uso delle armi, che si sforza di svolgere il proprio lavoro spesso scontrandosi con la corruzione, la politica e la criminalità e servendosi suo malgrado di metodi poco ortodossi; mescolate il tutto aggiungendo che il protagonista è reduce dalla fine di un disastroso matrimonio ed e’ tornato a vivere con sua madre, e servite con sottile charme, spirito romantico e delicata ironia: eccovi Aurelio Zen. Poche sono le “armi” usate dall’ispettore Zen, ma risultano essere concise e ben efficaci tanto da arrivare diritto al cuore dello spettatore. Interpretato dal bravissimo Rufus Sewell già visto in Eleventh Hour e nei I Pilastri della Terra, il suo Aurealio Zen dividerà lo schermo con una sempreverde Catherine Spaak nel ruolo di sua madre Donata; riservato e affettuoso, inconsapevolmente, piace molto alle donne che si relazionano con lui, mentre sogna l’Amore. Outsider, coraggioso e anticonformista, in campo professionale si troverà ad affrontare situazioni poco chiare. Verrà invitato a riaprire un caso di omicidio che potrebbe portare alla luce uno scandalo politico, la morte di un noto benestante lo porterà a investigare tra le maglie oscure di un’organizzazione segreta, combatterà contro il tempo per scoprire cosa si nasconde dietro al rapimento del ricco Miletti e per riportarlo indietro sano e salvo. Una girandola di situazioni rischiose in cui farà squadra con l’amico di una vita Gilberto Nieddu (Francesco Quinn), il fidato collega Giorgio De Angelis (Vincent Riotta), il paterno capo Moscati (Stanley Townsend) e la bellissima e tormentata Tania Moretti (interpretata dall’ex Bond girl cagliaritana Caterina Murino). E metterà in discussione la propria vita e la propria carriera professionale per cercare di stabilire una verità che, spesso, non e’ come appare. Tre episodi lunghi 87 minuti ciascuno, bastano ed avanzano, per convincerci che questa mega produzione italiana/tedesca/inglese, risulta essere una ventata di aria fresca nel panorama seriale italiano. L’ispettore Zen avulso dai classici stilemi di una produzione made in Italy, è una serie dal respiro molto europeo con seppur con qualche buonismo, mette in scena una trama intrigante e con un discreto impatto emozionale che stravince grazie ad un personaggio principale dalle mille sfaccettature e decisamente anti-conformista. Una produzione del genere fa capire come finalmente anche le reti nostrane vogliono sperimentare, e cercano di portare sullo schermo serie tv diverse dal solito. Quindi per ora dimentichiamoci i vari Distretti di Polizia, ora abbiamo l’ispettore Zen che, almeno sulla carte, sembra essere un successo annunciato.

di Carlo Lanna

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