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Le mani dentro la citta su Canale 5 racconta la 'ndrangheta in Lombardia

Creato il 14 marzo 2014 da Digitalsat

Le mani dentro la citta su Canale 5 racconta la 'ndrangheta in LombardiaLe mani dentro la città è una serie tv in 6 puntate in onda da venerdì 14 marzo in prima serata su Canale 5. Prodotta da Taodue, scritta tra gli altri dal vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia Claudio Fava e diretta da Alessandro Angelini, ha come protagonisti Simona Cavallari e Giuseppe Zeno.

LA STORIA:

Le mani dentro la città è una serie televisiva che racconta la ‘ndrangheta nella Lombardia di oggi. Precisamente, come la 'ndrangheta prosperi a Trebbiate, una cittadina dell'hinterland milanese dal nome di fantasia ma purtroppo simile a molti comuni lombardi. Un comune dalle radici industriali antiche che si trova oggi in piena crisi economica, sull'orlo di una definitiva deindustrializzazione.
Ed è proprio da qui che inizia la nostra storia, dalle vicende di una storica fabbrica di Trebbiate. Una fabbrica che sta per essere chiusa e che gli operai hanno occupato. Una fabbrica dietro la quale si muovono gli interessi della ‘ndrangheta e dei suoi sodali: imprenditori, politici, dirigenti pubblici.  Si, perché la serie racconta come la ‘ndrangheta si sia infiltrata giorno dopo giorno in tutti i gangli vitali della società, e non solo nei traffici illegali che possiamo immaginare. Dall'impresa alla politica, dai mercati ortofrutticoli ai locali pubblici, tutto passa per le mani della ‘ndrangheta che, attraverso la sua capacità di muovere montagne di denaro, riesce a determinare la vita sociale ed economica di un'intera comunità. Riesce a trarre profitto dalla crisi economica. Riesce a corrompere la tradizionale etica del lavoro lombarda. Riesce a trasformare i rapporti sociali. E' un cancro che si diffonde rapido e apparentemente invincibile.
E per raccontare questo abbiamo deciso di farlo attraverso le vicende della famiglia Marruso, la famiglia a capo della Locale Lombardia.  Una famiglia dalle radici calabre ma dai frutti lombardi.  I Marruso si nascondono dietro un'impresa di ristorazione, un'impresa legale, pulita, ma dietro la facciata gestiscono il fiume di cocaina che quotidianamente tracima su Milano e provincia. E proprio grazie ai soldi della droga i Marruso riescono ad entrare e a corrompere tutto il sistema socio-economico. Al punto che il loro problema non sembra più fare i soldi ma spenderli, trovare nuovi mercati dove infiltrarsi, dove trarre profitto. Affari su scala internazionale, dove la fabbrica da chiudere, i 200 operai da licenziare, sembrano essere poco più di un fastidio, un piccolo incidente di percorso.
Ma la determinazione di quegli operai, decisi a difendere il diritto al loro lavoro, ad un lavoro onesto, si trasforma presto in un fastidio più grande,  un sassolino nell'oliato ingranaggio della famiglia Marruso, che lentamente diventa un macigno.
Ed è in questa lotta che gli operai trovano presto l'appoggio dei poliziotti del piccolo commissariato di Trebbiate.
Un commissariato diretto da una commissaria, Viola Mantovani, nata a Trebbiate e figlia di operai. Una donna dai sani principi, cresciuta nei valori della più nobile tradizione operaia, insomma una persona normale, non un eroe. Come d'altronde non sono eroi i suoi colleghi, sono solo poliziotti che cercano di fare il loro lavoro, e vivono nel paradosso, che pur difendendo lo Stato, loro sono Davide e i criminali Golia.  E tra loro l'ispettore Benevento, un poliziotto coraggioso e fuori dagli schemi, che ha un conto aperto con la famiglia Marruso.
La mani dentro la città è perciò una serie che usa il genere Crime per cercare di raccontare un pezzo di Lombardia oggi, mettendo a confronto universi valoriali diversi. Lo stile del racconto è realistico così come lo è l'alternarsi di vittorie e sconfitte, la fatica dei poliziotti, la tenacia dei criminali e la voglia dei cittadini e dei lavoratori di una fabbrica di vivere in una società migliore.
LE MANI DENTRO LA CITTA' - Sinossi 1° Puntata

La tranquillità di un piccolo comune nel milanese viene sconvolta dalla strana morte di una ragazza.
Viola Mantovani, commissario incaricato delle indagini, e i suoi collaboratori pensano si tratti di una morte per overdose. Ma l'ispettore Michele Benevento di Milano la pensa diversamente ed è convinto che dietro l'episodio si nasconda la mano della famiglia Marruso, vale a dire la mano della ‘Ndrangheta.
La famiglia, calabrese di origini ma residente da anni proprio nel piccolo comune di pertinenza del commissario Mantovani, è composta dal vecchio capo famiglia Carmine, da due figli maschi, Pinuccio, il maggiore, e Fulvio, il minore, e una figlia femmina, Maria. Ufficialmente i Marruso sono dei ristoratori, ma la verità è un'altra...
Né il Commissario Mantovani, né l'ispettore Benevento sanno ancora fino a che punto si sia estesa la capacità corruttiva della famiglia. Quello che sanno per certo è che non si piacciono, al punto che la Mantovani all'inizio rifiuta addirittura di credere all'ipotesi investigativa di Benevento.
Un nuovo episodio di sangue fa però capire alla Mantovani che i sospetti di Benevento potrebbero essere fondati e lo fa assegnare al proprio commissariato, formando una squadra speciale con il compito di indagare sugli affari sporchi della famiglia Marruso.
Grazie alla conoscenza dei meccanismi criminali dei Marruso apportata da Benevento, i poliziotti ricostruiscono le dinamiche del sistema di corruzione e spaccio di cocaina dei Marruso; ma l'indagine è complessa e reperire prove particolarmente difficile.
Saranno due eventi imprevedibili a cambiare il corso delle indagini ...
 


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