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Le menzogne della notte di Gesualdo Bufalino

Creato il 04 settembre 2012 da Spaceoddity
Lo stile è la materia. Il linguaggio è la storia che si racconta del mondo. Questo sembra dirci il ribollire metafisico della penna di Gesualdo Bufalino, tornitore di parole, cesellatore di controsensi, architetto di un significato sopraffino dell'arte narrativa. Le menzogne della notte (1988) valse al suo autore il prestigiosissimo premio Strega ed è forse uno dei pochissimi a rimanere di quegli anni (se si escludono, per i pochi che ancora li leggano, La strada per Roma di Volponi, La chimera di Vassalli e Rinascimento privato della Bellonci,quest'ultimo  del resto quasi un - meritatissimo - autoincensamento, essendo nato il premio in casa sua diversi decenni prima...).
Le menzogne della notte di Gesualdo BufalinoCornice fiabesca di questi racconti è la notte prima di un'esecuzione capitale in un lontano reclusorio a strapiombo sul mare. Quattro uomini, legati a un fantomatico Padreterno, si favoleggiano il ricordo di felicità, vera o posticcia, che porteranno con sé nel momento della decollazione.Quando ciò avvenga, è mistero avvolto nell'insondabile gioco di rifrazioni tra i continui indizi storici disseminati e gli strepitosi anacronismi che infestano una comprensione piena e immediata. Ma non è per capirci di più, compulsando ancora le pagine di qualche dizionario in disuso, che vale la pena o si sente il bisogno di rileggere, e poi rileggere, Le menzogne della notte: pochi romanzi della recente letteratura italiana godono, come questo, della sincerità di tanto generosi e densi slanci lirici.
Ci sono, certo, scrittori artefatti in grado di simulare estatiche e improvvise accensioni dell'animo, né vale la pena di inimicarsi qui qualche lettore per controversie estetiche sui più blasonati nomi dei mass-media. Ma il gusto di plasmare la parola, di renderla saporita invenzione d'un estro fecondo, appartiene a Bufalino come forse a nessun altro. Lo ammetto: ho preferito il leggero e fresco, arioso crepuscolo di  Diceria dell'untore, con il suo scanzonato ritmo liberatorio, al boccaccesco e ammiccante mentire di Le menzogne della notte. Ma questo pià celebrato romanzo ha, dalla sua, l'inarrestabile balenio di una narrare sorgivo, un umanissimo senso della misura tra i luminosi fulmini dell'intelletto e i numinosi accessi della carne e dell'anima che inseguo.

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