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Le meraviglie di Alice

Da Hombre @LaLineadHombre
Le meraviglie di AliceIl libro - Nemico, Amico, Amante - era da anni in giro per casa, ma ne avevo letto solo il racconto omonimo. Pur apprezzandolo, la figura di Johanna e' una di quelle che ti resta dentro, l'avevo abbandonato, quasi dimenticato.
Ma solo quasi, sapevo bene che l'avrei visto passare, se fossi rimasto paziente sulla riva del fiume delle mie letture.
L'interruzione facile e' uno dei vantaggi che ti offre un libro di racconti, me n'ero giusto un po' approfittato.
Il romanzo racchiude nove perle luminose. A parte la gia' citata che da' il titolo alla raccolta, quella che davvero mi ha rivoltato cuore e stomaco e' The bear came over the mountain, cinquanta pagine da divorare.
Sara' per mia mamma o sara' per quel che volete, ma mi e' sembrata davvero maestosa. Delicatissima e dolorosa, al tempo stesso leggera e profondissima, un vero bijoux. Ne e' stato tratto un film che ancora non ho visto, Lontano da lei, con Julie Christie, tra un po' di tempo, magari...
L'unico neo, se posso, e' il narrare monotòno, con il quale la Munro sbobina le sue storie, almeno queste. Forse e' una scelta editoriale, forse e' un pregio, non so, il risultato per me e' stato un sovrapporsi di sensazioni e di sfumature tra i vari racconti. Nessun cambio di registro netto capace di trasportarti da un posto all'altro e di sradicarti da una storia per scaraventarti nella successiva.
E adesso qualche ritaglio...
Ma ormai sapeva che nella vita viene il momento in cui brutto e bello svolgono piu' o meno la stessa funzione.
Non sembrava nemmeno una stupida, pur avendo un'espressione disarmante come quella di un vitello o di un cervo.
Poi in quel silenzio comincio' a riversarsi un ronzio, forse del traffico in lontananza, e piccoli rumori che svanivano prima ancora di essere uditi davvero.
Quando pronunciava una battuta sarcastiva volutamente provocatoria, quei denti parevano balzare in avanti come sentinelle a guardia di un palazzo, come grotteschi alabardieri.
La mia esperienza di donna in presenza di uomini, di donna che ascolta il suo uomo nell'acuta speranza che si manifesti come qualcuno di cui lei possa ragionevolmente andar fiera, apparteneva ancora al futuro.
- Io ho smesso di smettere, - disse lei, accendendo la sigaretta. - Mi sono ripromessa di smettere di smettere, punto e basta.
Cercare di entrare nei pensieri di Fiona era sempre stata un'esperienza frustrante. Poteva ridursi alla sensazione di inseguire un miraggio. Anzi, di vivere un miraggio. Entrare in confidenza con Fiona creava poi un ulteriore problema. Era come affondare i denti in un frutto di litchi. In una polpa dallo strano aroma innaturale, dal sapore e profumo vagamente chimici, per incocciare subito nel seme sproporzionato, nel nocciolo.
Gli faceva piacere aver suscitato in lei una scintilla, un'increspatura sulla superficie della personalita'. Aver percepito nella cadenza interlocutoria delle sue vocali l'ombra di una preghiera.

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