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Le mie moto mito di quando ero giovane

Da Motociclistidatavola
La moto è da sempre uno degli oggetti mito dell’umanità. Attorno ad ogni marchio ci sono leggende e storie, ci sono persone coraggiose, scelte di stile, personalità. C’è chi è partito da un garage, chi ha scelto di essere unico, chi di essere il più veloce, chi il più tecnologico. Non esiste la “fruit of the loom” del mondo delle motociclette, quella buona ma che è uguale alle altre e che non ha un gran “sapore”. E noi non facciamo altro che contribuire a questi miti. Ognuno di noi desidera il mezzo dei suoi sogni e, una volta preso, lo rende comunque unico. Ognuno di noi potrebbe riconoscere la propria moto in un parcheggio di moto uguali. Siamo gli unici che nei saloni sono infastiditi dalla gnocca seduta sulle moto perché vorremmo starci noi su quella sella. Le mie moto mito di quando ero giovane Ma quali sono i vostri miti? Ecco alcuni di quelli che penso siano i miti dei miei compagni di viaggio, i “mitici”. Allora, credo che ogni moto o ciclomotore di Kowalsky abbia un suo collocamento nella storia del motociclismo mondiale, non solo ravennate. Si passa dal Ciao volante alla mitica Cagiva 521 fino alla Hornella, la Hornet che ne ha viste di ogni. Il Ciao di SKA era un esperimento di meccanica e di elettronica (aveva l’interruttore di sicurezza sotto il fanale) oltre che di grafica. Il Cagiva 521 era la moto che Cagiva credo abbia rinnegato. Credo che se andate in sede non troverete più nemmeno i progetti di questa moto, han fatto sparire tutto. Ne han vendute tre o quattro. A me piaceva un sacco, invece. Il Divoratore credo che ancora si commuova pensando al suo Dominator, visto anche che gliel’hanno fatto sparire a Marina, bastardi. Poi, nell’anima, il Dominatore è vespista, uno di quelli che può dire “io da ragazzo sono stato in Grecia con la Vespa”, quando la Grecia non era quella di adesso e anche solo arrivare ad Ancona per il traghetto era un viaggio. Ho conosciuto un Piaggio NRG che andava alla velocità della luce (ma che richiedeva un rettilineo di 23 km per lanciarsi), un Cr50z che cambiava colore come una hot-wheels, un Cagiva City viola metallizzato. La mia però è stata più la generazione degli scooter che non delle moto. Quando lo scooter era ancora un cinquantino. Peccato perché in giro c’erano parecchie 125 molto belle. C’era ovviamente la Mito, C’era Aprilia con la sua versione nera Chesterfield, c’era Suzuki con la più piccolina e poi c’era la mia preferita, la Honda NSR 125, per me una spanna sopra. Però nel mio “giro” l’unico 125 era quello di SKA, noi si girava in scooter. Io ho avuto il Booster con freno a disco e sella biposto. Un gioiello di pericolosità e scomodità. Gomme improponibili, larghe, basse e tassellate, sottosella inesistente, vano porta oggetti nello scudo non pervenuto. In pratica scomodo come una moto pur non essendo una moto. Poi era un polmonaccio, non andava neppure in discesa. Però era figo e piaceva. Il mio l’avevo riverniciato dopo che mi avevano stirato, l’avevo fatto rosso Ferrari. Rosso Ferrari e sella biposto…avrei potuto osare di più col sesso femminile. Avercelo adesso andrei in inverno a farmi lo stradello del mare a velocità smodata. Una volta, poi si smonterebbe.
Le mie moto mito di quando ero giovane Col senno di poi il più grande pentimento è stato aver venduto l’SH50. Parliamo dell’SH50 del 1991, se non siete stati a Roma in quel periodo non l’avete presente. A Ravenna l’avevamo in due. Il mio era blu e aveva la scritta “kompressor” staccata dalla macchina del babbo. Era noto come il robottino. Motore di un’affidabilità unica, non raggiungeva grandi vette ma ai semafori ero sempre il primo e più veloce, poi si fermava a 50km/h mentre gli altri volavano ben oltre. Ruote alte, curvava come una moto, quando andavamo al "circuito della camera iperbarica" passavo dall'interno e dall'esterno.....poiin rettilineo mi svernciavano dall'interno e dall'esterno. Senza sottosella ma con il porta oggetti davanti. Ha portato i miei genitori al mare fino a quasi la fine dei suoi giorni. Poi in casa mia è venuta la stagione dell’Aprilia, di cui sarei potuto diventare socio. Habana 125 (ancora presente, unico superstite) e tutte le cilindrate di Scarabeo: 50, 125 e il mitico bisonte, il 500cc.
Le mie moto mito di quando ero giovane
Poi sono arrivate le moto in casa mia, poi sono arrivati i giorni d’oggi. E voi, quali sono le vostre moto mitiche? Quali sono motorini, scooter e moto che hanno segnato la vostra giovinezza e carriera?

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