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Le novità di Novembre #2

Creato il 08 novembre 2013 da Valeria Polverino @missvalesbooks
Le novità di Novembre #2
Buongiorno Booklovers!Come va? A me tutto bene, a parte i diversi impegni delle ultime settimane...nonostante tutto, va bene così!Nel post di oggi vi voglio parlare di alcune uscite editoriali di questa settimana della casa editrice Feltrinelli.
Il 6 Novembre ha fatto la comparsa in libreria Gli sdraiati, di Michele Serra, un breve libro che consta poco più di un centinaio di pagine. Ma chi sono gli sdraiati che danno il titolo al romanzo? Sono gli adolescenti di oggi che Serra si diverte a descrivere partendo dalla sua esperienza di padre, cercando di capire la loro posizione nella delicata fase di passaggio dall'adolescenza all'età adulta.Forse sono di là, forse sono altrove. In genere dormono quando il resto del mondo è sveglio, e vegliano quando il resto del mondo sta dormendo. Sono gli sdraiati. I figli adolescenti, i figli già ragazzi. Michele Serra si inoltra in quel mondo misterioso. Non risparmia niente ai figli, niente ai padri. Racconta l’estraneità, i conflitti, le occasioni perdute, il montare del senso di colpa, il formicolare di un’ostilità che nessuna saggezza riesce a placare. Quando è successo? Come è successo? Dove ci siamo persi? E basterà, per ritrovarci, il disperato, patetico invito che il padre reitera al figlio per una passeggiata in montagna? Fra burrasche psichiche, satira sociale, orgogliose impennate di relativismo etico, il racconto affonda nel mondo ignoto dei figli e in quello almeno altrettanto ignoto dei “dopopadri”. Gli sdraiati è un romanzo comico, un romanzo di avventure, una storia di rabbia, amore e malinconia. Ed è anche il piccolo monumento a una generazione che si è allungata orizzontalmente nel mondo, e forse da quella posizione riesce a vedere cose che gli “eretti” non vedono più, non vedono ancora, hanno smesso di vedere.
Le novità di Novembre #2
Le novità di Novembre #2Michele Serra Errante è nato a Roma nel 1954. Titolo di studio maturità classica. Vive e lavora tra Milano e Bologna. Ha cominciato a scrivere a vent’anni sull’“Unità”, nella quale era entrato come dimafonista. Prima inviato, poi corsivista e commentatore, dal 1997 scrive sulla “Repubblica” e dal 2002 anche sull’“Espresso”. In passato ha collaborato a molte testate, tra le quali “Epoca” e “Panorama”. Nel 1991 ha fondato “Cuore”, settimanale satirico che ha diretto fino al 1994. Come autore, ha scritto testi teatrali per Antonio Albanese, Luca De Filippo, Beppe Grillo, Claudio Bisio, Milva, Davide Riondino e Andrea Brambilla. In televisione ha lavorato con Adriano Celentano, Gianni Morandi, Luciana Littizzetto e molti altri artisti. Da diversi anni è co-autore della trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa. Per Feltrinelli ha pubblicato due raccolte di poesie (Poetastro nel 1993 e Canzoni politiche nel 2000), due romanzi (Il ragazzo mucca, 1997, Gli sdraiati, 2013), due libri di racconti (Il nuovo che avanza nel 1989 e Cerimonie nel 2002, che ha vinto il premio Procida), tre raccolte di corsivi (Che tempo fa nel 1999, Tutti i santi giorni nel 2006 e Breviario comico. A perpetua memoria nel 2008 e in edizione ampliata nel 2011), un reportage di viaggio (Tutti al mare, 1990), una raccolta di falsi d’autore (44 falsi, 1991)  e, nella collana digitale Zoom, L’assassino (2013).A metà Settembre vi ho parlato di un'interessante iniziativa editoriale lanciata proprio da Feltrinelli in collaborazione con alcune case editrici, ovvero il progetto Indies (trovate il post qui). Dopo i primi due titoli, da ieri è disponibile E non è subito sera, di Jenny Erpenbeck, edito in collaborazione con ZandonaiLe novità di Novembre #2
Se si potesse seguire dall’alto il percorso di una vita, vedremmo con chiarezza come ogni suo istante si lasci alle spalle innumerevoli possibilità che non si sono avverate. In E non è subito sera Jenny Erpenbeck adotta uno sguardo al condizionale (“cosa sarebbe successo se…”) per dipanare cinque possibili vite – e cinque fatali esiti – di una donna attraverso il Novecento. Davanti ai nostri occhi si dischiude un insospettabile ventaglio di vie alternative, a partire da una fredda culla nella Galizia asburgica nei primi anni del secolo per giungere, passando per la Vienna rossa del primo dopoguerra, all’Unione Sovietica dei grandi processi farsa e alla Germania hitleriana, sino alla Berlino riunificata e postcomunista. Con un tocco allo stesso tempo appassionato e distaccato, che ricorda quello di un angelo wendersiano, Erpenbeck sottolinea l’intreccio fra la Storia e le vicende minute con inestimabile ricchezza di dettagli: oggetti che passano di mano in mano, echi di frasi che si rincorrono attraverso gli anni, incontri fortuiti, decisioni istintive o ponderate che, all’insaputa di tutti, diventano i crocevia dei destini di un’intera famiglia.Le novità di Novembre #2
Jenny Erpenbeck (1966) è nata a Berlino Est ed è l’ultima erede di una dinastia di intellettuali della DDR. Il padre John era fisico e filosofo, la madre, Doris Kilias, traduttrice dall’arabo, mentre i nonni, Fritz Erpenbeck e Hedda Zinner, entrambi scrittori. Dopo una breve parentesi all’Università Humboldt di Berlino, intraprende gli studi di Regia presso il conservatorio Hanns Eisler, dove è allieva, tra gli altri, di Peter Konwitschny, Ruth Berghaus e Heiner Müller. Parallelamente all’attività di scrittrice, Erpenbeck coltiva la vocazione per il teatro musicale, che la porta a dirigere, tra gli altri, opere di Schoenberg, Monteverdi, Bartók e Mozart.Il suo esordio letterario èGeschichte vom alten Kind(Storia della bambina che volle fermare il tempo, 1999), un romanzo in cui la giovanissima protagonista, una bambina muta e senza passato, vive la reclusione in orfanotrofio come un’esperienza onirica e totalizzante. Affascinati dal suo straordinario talento, alcuni critici la consacrano come l’astro nascente della letteratura tedesca contemporanea. «Non leggevo qualcosa di così bello, così stimolante, intrepido e vivo da molto tempo» commenterà Nicole Krauss. Con il pluripremiatoHeimsuchung(Di passaggio, 2008), tradotto in una quindicina di lingue, si impone definitivamente sulla scena letteraria internazionale, ottenendo un sorprendente successo di pubblico e di critica anche oltreoceano. Di questo libro, presentato al pubblico italiano nella magistrale traduzione di Ada Vigliani, ha scritto Michel Faber: «Jenny Erpenbeck ci immerge così in profondità nell’universo di ciascun personaggio, che finiamo per affezionarci a ciascuno di essi, preoccuparci di ciò che li preoccupa, ignorare ciò che anche loro ignorano. Vorremmo che nessuno fosse costretto ad abbandonare la casa».

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