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Le Olimpiadi di Sochi raccontate da un volontario

Creato il 18 febbraio 2014 da Eurasia @eurasiarivista

:::: Giuliano Bifolchi ::::

 

LE OLIMPIADI DI SOCHI RACCONTATE DA UN VOLONTARIO

Le Olimpiadi di Sochi 2014 si avviano verso la conclusione e verranno sicuramente ricordate per il tanto “rumore” mediatico che hanno provocato a causa dell’elevato budget di spesa affrontato dalla Federazione Russa, del problema della sicurezza e del terrorismo, della rinuncia di alcuni capi di stato a prendervi parte, e della denuncia da parte delle organizzazioni internazionali riguardante il diritto degli omosessuali. La domanda legittima che ci si deve porre è se sono solo questi i Giochi Olimpici di Sochi oppure aver concentrato l’attenzione su alcune tematiche, per lo più influenzate dalla sfera geopolitica e delle relazioni internazionali, non è stato possibile assaporare completamente il clima di festa e di condivisione internazionale che caratterizzano solitamente una manifestazione sportiva come l’Olimpiade.

Abbiamo parlato di questo con Irina Osipova, presidente dell’associazione  RIM | Giovani Italo-Russi (РИМ | Российско-Итальянская Молодежь), attualmente volontaria alle Olimpiadi di Sochi ed ottima conoscitrice della realtà italiana, avendo vissuto per diversi anni a Roma, e della realtà europea grazie ai suoi diversi viaggi condotti con finalità accademiche.

Quale sono state le ragioni e le motivazioni che ti hanno spinto a divenire un volontario alle Olimpiadi di Sochi? Il fatto che si sarebbero svolte in un’area prossima alla turbolenta regione nord caucasica non ti ha preoccupato?

Le ragioni per cui ho deciso di essere una volontaria dei giochi Olimpici di Sochi sono molte. Essere un volontario di un evento di tale portata è un’esperienza unica ed una occasione da non perdere a livello formativo e sociale. Quasi sempre gli studi universitari non danno la possibilità di acquisire un’esperienza pratica: infatti, essendomi laureata alla triennale in Scienze Politiche, Diplomatiche e Organizzazioni Internazionali, partecipare come volontaria, ossia come membro del Comitato Organizzativo dei Giochi Olimpici, deve essere considerata un’occasione da vivere a pieno.
Lavorare con i comitati olimpici nazionali significa mettere in pratica le mie conoscenze linguistiche, organizzative, creative e di socializzazione. Inoltre, io amo molto la mia Patria e Sochi 2014 rappresenta un evento di grandissima importanza a cui mi sarebbe dispiaciuto mancare. Essere dal lato organizzativo di un tale evento aiuta a capire i meccanismi interni che rendono possibile tale manifestazione i quali risultano ovviamente molto interessanti agli occhi di qualsiasi giovane che vuole entrare nel mondo delle relazioni internazionali.
Per quanto riguarda la questione della sicurezza è evidente che nel periodo olimpico Sochi può essere considerata la città più sicura della Russia: essendoci atleti da tutto il mondo, 60 capi di stato e governo, rappresentanti degli IOC, non sono soltanto i servizi federali russi a preoccuparsi della sicurezza ma anche quelli degli altri paesi, numero ovviamente superiore rispetto a quei pochi che vogliono minacciare il regolare svolgimento delle Olimpiadi.

Nello specifico, di cosa si occupa un volontario? Ti senti parte integrante della macchina organizzatrice dei Giochi Olimpici ed in generale della Federazione Russa?

Ci sono 18 tipi di volontari a Sochi. Io, ad esempio, lavoro con i Comitati Olimpici Nazionali (NOC) e nello specifico sono un’assistente del Centro dei Servizi NOC del villaggio costiero. Ci sono poi altre mansioni che vengono ricoperte dai volontari: addetti alla cerimonia, assistenti del comitato olimpico internazionale, addetti al protocollo, agli arrivi/partenze, allo sport, all’assistenza medica, al controllo anti-doping, alle tecnologie, al press-center, al trasporto, all’accredito, al servizio eventi, ai servizi paraolimpici, ai servizi linguistici, ai servizi della mensa, all’alloggio e gestione dei villaggi olimpici.
Ogni gruppo di assistenti ha un proprio manager il quale lavora nelle strutture olimpiche per diversi mesi ed a volte anche per anni; in questo modo i volontari hanno delle guide in grado di spiegare loro le diverse attività che devono affrontare.
Certamente mi sento parte della macchina organizzatrice perché tutti i volontari sono considerati membri del Comitato Organizzativo dei Giochi Olimpici: ognuno nel suo piccolo cura un dettaglio che nel complesso, con gli altri 24999 volontari, diventa parte integrante di un grande lavoro.

E’ questa la tua prima volta nella regione di Krasnodar ed a Sochi? Consiglieresti ai turisti italiani e di tutto il mondo di visitare Krasnodar anche dopo le Olimpiadi? Perché?

E’ la seconda volta che vengo a Sochi, ero stata qui 15 anni fa. Decisamente consiglierei agli italiani e altri turisti di visitare Sochi ed in generale la regione di Krasnodar perché tale area è dotata di infrastrutture nuove e costruite nel rispetto degli standard internazionali. Al contempo a Sochi l’atmosfera che si respira è tipicamente russa e richiama al passato sovietico nei nomi delle strade e nel modo di fare.
Qualora si fosse stanchi degli standard “classici” europei, la Russia potrebbe essere un’alternativa interessante.

Prima dell’inizio dei Giochi Olimpici diversi media internazionali avevano lanciato l’allarme sicurezza a causa degli attentati di Volgograd; esiste un clima di tensione e paura attualmente a Sochi oppure, come spesso accade, la situazione è stata esasperata per fini mediatici?

A Sochi non se ne parla minimamente dei problemi legati alla paura del terrorismo. E’ chiaro che l’intento degli attentati di Volgograd era di minare l’attrattivita’ delle Olimpiadi anche se tale progetto e l’operato di coloro che volevano screditare in primis la Russia sono falliti.
Non molti sanno infatti che queste sono state le Olimpiadi invernali che hanno visto la partecipazione più grande e più numerosa di capi di stato e di governo, dato che non ha bisogno di spiegazioni e che supporta la fiducia verso la sicurezza a Sochi. Grazie alla mia esperienza come volontario posso dirvi che i servizi di sicurezza all’entrata nelle strutture olimpiche sono ben organizzati: per passare all’interno delle strutture bisogna inizialmente superare l’area per la procedura aeroportuale di controllo, avere o l’accredito, documento utile per lo staff ed i collaboratori della macchina organizzativa dei Giochi, oppure il passaporto del tifoso il quale serve per comprare il biglietto e transitare sul territorio degli impianti sportivi. Il territorio dei villaggi olimpici e’ un territorio cosiddetto “pulito” dove e’ vietato portare il cibo.
A Sochi tutti pensano a fare bene il proprio lavoro e a seguire una nuova vittoria della propria nazionale.

Hai vissuto in Italia, a Roma nello specifico, per diversi anni ed hai girato per l’Europa conoscendo la realtà dei paesi europei, possiamo quindi definirti una ragazza dallo spirito internazionale amante del proprio paese. Che cosa rappresentano quindi per te e per i giovani russi questi Giochi Olimpici? Che giudizio avete nei confronti delle tante critiche provenienti dall’Occidente?

Per fortuna tra i media occidentali ci sono coloro che scrivono la verità senza avere dei pregiudizi, anche se leggendo quanto scritto sui diversi giornali e comunicato attraverso i media internazionali il mio giudizio generale non può esprimere che tristezza perché alcune volte vengono riportate delle considerazioni su Sochi e sui Giochi Olimpici fatte in base alla disinformazione e per sentito dire. Ci sono poi coloro che vengono pagati per scrivere articoli mirati a screditare la Russia ed i Giochi Olimpici, persone che non fanno “il bene dell’informazione”, motivo per il quale non posso rispettarle e con le quali ci viene spontaneo dissentire tutti i giorni.
Non posso parlare per tutti i giovani russi, ma per me personalmente i Giochi sono un evento di portata internazionale che lasceranno il segno nella regione di Krasnodar sotto forma di un colossale patrimonio infrastrutturale. I Giochi Olimpici sono un’ottima occasione per far conoscere maggiormente la Russia agli spettatori di tutto il mondo, perché, secondo la mia opinione, è molto importante scoprire nuove realtà grazie alle immagini, agli spettacoli e alle notizie riproposte al mondo provenienti dalla fonte originale.

Consiglieresti ad altre persone la tua esperienza da volontario? Perché?

Essere un volontario è un lavoro che decisamente consiglierei a tutti senza differenza di età, perché grazie ad una simile attività ci si guadagna in termini di esperienza che non potrà mai essere persa col tempo. Oltre a quanto è possibile apprendere in termini lavorativi e nella pratica linguistica, i volontari hanno dei vantaggi materiali come l’alloggio, il vitto ed il trasporto (compresi i funicolari) locale gratuito. Si ha del tempo libero durante il quale vi e’ proposta un ampia gamma di offerta ricreativa ed in questo modo è possibile lavorare e divertirsi al contempo.
Non ci si annoia mai ed alla fine si hanno dei bei ricordi da raccontare e rivivere, tante foto da rivedere e molti nuovi amici.

 


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