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Le pomate di pronto soccorso parte 3: Artiglio del Diavolo

Da Clara Pirovano
L'Harpagophytum procumbens, comunemente noto come Artiglio del Diavolo.
Ho scoperto i benefici di questa pianta in un passato recente e devo ammettere che adesso non potrei più farne a meno.
È una pianta erbacea perenne della famiglia delle Pedaliaceae, originaria dell'Africa Sud-Occidentale. Ha foglie carnose e frutti legnosi le cui sporgenze ricordano degli uncini o artigli appunto, e proprio da questa caratteristica deriva il suo nome. Le popolazioni indigene la utilizzavano come tonico nei disturbi digestivi e in caso di febbre.
Le pomate di pronto soccorso parte 3: Artiglio del DiavoloL'Artiglio del Diavolo possiede notevoli proprietà antinfiammatorie e analgesiche, sedative e antispasmodiche.
È estremamente efficace in casi di problemi alle ossa e infiammazioni articolari. È utilizzata come rimedio naturale per mal di testa, mal di schiena di vario genere, tra cui lombalgie e dolori cervicali, tendiniti e artriti. Si rivela molto utile anche come antinfiammatorio per gotta e borsite.
Lo considero un rimedio veramente unico che, in moltissimi disturbi comuni può consentirci di evitare gli antinfiammatori di sintesi.
Spesso in erboristeria, la pomata di Artiglio si trova associata all'Arnica montana, per sfruttare al massimo l'azione combinata di queste due piante nella cura di dolori muscolari, contusioni e distorsioni.
L'artiglio del diavolo è disponibile anche in compresse e gocce di tintura madre.
La scelta tra pomata e tintura madre dipende dal tipo di dolore: per dolori agli arti facilmente individuabili sono consigliabili applicazioni locali di pomata.
Per mal di testa, cervicali e lombalgie estese è preferibile, invece, ricorrere alla tintura madre.
Controindicazioni: la pianta ha una bassa tossicità ma comunque non può essere assunta in gravidanza perché possiede un'azione ossitocica,  in casi di ulcera e ipersensibilità gastrica e se si stanno già assumendo farmaci anticoagulanti e cortisonici.
In questi casi, è necessario rivolgersi sempre al proprio medico.

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