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Le primarie, il passerotto ed il tacchino

Creato il 29 novembre 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di Giampiero Tasso

Il faccia a faccia tra RenSi e BerZani lo ha vinto sicuramente il passerotto, quello citato dal Pierluigi di Bettola: “Meglio il passerotto in mano che il tacchino sul tetto”. Geniale sillogismo e perfetta analisi “dell’accontentamoci” perchè potrebbe venire peggio. Nel rosso e nero dello studio emerge tra i due sfidanti, il passerotto, anima candida che somiglia sempre di più agli italiani… costretti ad avere poco ma sicuro, invece di sperare nel futuro-tacchino.

Ma se Sparta piange, Atene non ride: dopo il faccia a faccia del PD è la volta del PDL da Brunetto Vespa: l’apoteosi del nulla, dell’inconsistenza, dell’insostenibile leggerezza dell’essere, di un partito che volendo somigliare oggi al PD ne sceglie il profondo masochismo per farsi male davvero.

Ed allora visto che il Pierluigi da Bettola ci ricorda la saggezza popolare emiliana, a noi non resta che rivolgerci a quella perugina, ricordando alle truppe cammellate di Berlusconi che “Enno finiti anche ‘ta Sorbo i pregiutti” (sono finiti i prosciutti anche al signor Sorbo che di   prosciutti ne aveva in grande quantita). A dire il vero al Cavaliere non sono finiti i prosciutti, ma più semplicementi i conigli, quelli che riusciva a tirare fuori dal cilindro salvandosi sempre all’ultimo istante. Il bello è che non solo sono finiti i conigli, caro Cavaliere, l’impressione è che siano finiti anche i cilindri…



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