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Le recensioni di ART LITTERAM: ‘Nessuno saprà’ di Alessandro Chiarelli

Creato il 02 settembre 2015 da Ciessedizioni
set 2, 2015 0 32

A cura di DAVIDE DOTTO

Questa recensione è stata scritta su: Art-Litteram

NESSUNO SAPRÀ di ALESSANDRO CHIARELLI

NESSUNO SAPRA', un Thriller di Alessandro Chiarelli

NESSUNO SAPRA’, un Thriller di Alessandro Chiarelli

Prendiamo una città come Ferrara. Un questore dalla vita intensa e dedito agli spassi scompare nel nulla. Gli alti ranghi si agitano, qui è successo qualcosa. Gli uffici confabulano e la gente mormora; magari si è messo nei guai, implicato in cose che è bene non lasciar trapelare. Il lettore non è all’oscuro dell’antefatto. Il questore ha ricevuto delle foto compromettenti in una busta chiusa e anonima che, per fortuna (o sfortuna?) per lui, non è stata aperta da altri, come il protocollo di sicurezza esigerebbe. Va a un appuntamento dal quale non fa ritorno.

Prendiamo sempre una città come Ferrara. Il procuratore della Repubblica, messo alle strette da un evento rognoso (la scomparsa del questore), non sa che pesci pigliare, dà le istruzioni del caso, e si capisce che vorrebbe dedicarsi ad altro, senza avere tra le mani una simile patata bollente. Fatto sta che anch’egli svanisce nel nulla, e gli incartamenti con il primo stralcio d’indagine dovranno per forza di cose essere passati al procuratore aggiunto.

Per non parlare del prefetto, un uomo attempato, prossimo alla pensione (manca appena un anno), più di altri adattato all’inerzia della provincia, il quale finisce nel baule di una station wagon, ammanettato e drogato. E questo è quanto.

Le domande che ci poniamo sono quasi le stesse degli inquirenti: chi è il rapitore, cosa l’ha spinto a sequestrare le alte cariche dello Stato, quale sarà il loro destino? Quasi perché il lettore si intrufola, non visto, nel covo in cui Pallino (il questore), Sciacca (il procuratore della Repubblica), Santinumi (il prefetto) sono rinchiusi, quindi ne sa un po’ di più.

Seguiamo con interesse le indagini, e subito notiamo qualcosa che ci lascia dubbiosi. C’è timidezza, mancanza di metodo, è assente una figura forte, quella risolutrice. Nessuno sembra dirigere le investigazioni. E il fatto che questo possa dipendere dalla decapitazione dei capi non persuade più di tanto. Insomma: qui si dorme sulle cose, non si brancola soltanto nel buio. A dominare è una sorta di rivalità sterile che pone nel nulla iniziative che sembrano non partire da nessuno, oltre la paura che si aprano gli armadi lasciando fuoriuscire qualche scheletro.

D’accordo. Il lettore prende atto di questo primo filone: le indagini sono svolte in maniera dilettantesca o quasi. Ci si aspetta l’intervento decisivo di un investigatore tutto di un pezzo, vero, di quelli che non si fermano davanti a niente (e nemmeno di fronte a loro stessi). E infatti eccolo, a metà romanzo. È un magistrato, si chiama Adige Pedron, detto il Monaco. Non è al di fuori delle istituzioni vi si è fatto le ossa: carismatico, freddo, diretto, pratico, agisce con immediatezza e soprattutto con metodo, sciogliendo l’intreccio. È una figura problematica, lascia trapelare una fragilità di fondo che col tempo si è saldata a un imperativo categorico che ne costituisce la scorza, con la quale fronteggia la protervia di una cerchia tentennante di inquirenti.

C’è una certa corrispondenza tra la decapitazione dei capi (il rapimento) e la decapitazione della città, che potrebbe seguire a una serie di perquisizioni serrate e a interrogatori volti a scoperchiare pentole e scoprire altarini, oltre l’identità, sorprendente, di chi si cela dietro il rapitore.

Nessuno saprà è un thriller costruito con una buona invenzione narrativa, gioca abilmente con gli ingredienti propri del genere, senza trascurare di puntare il dito sulle insidie rintanate tra le pieghe del potere, contro le quali le stesse istituzioni sono chiamate a reagire. Ciò è in linea con altri thriller della casa editrice (penso al Vampiro di Munch di Alessandro Maurizi, ma anche a Squadra antimafia – I lupi di Palermo di Carlo Santi), ai quali si rapporta indissolubilmente.

Davide Dotto


Alessandro Chiarelli

Alessandro Chiarelli

Alessandro Chiarelli è nato a Ferrara il 25/05/1966.

Laureato in Scienze dell’Amministrazione all’Università di Urbino e in Scienze Politiche, Laurea Magistrale, indirizzo sociologico, all’Università di Perugia.

Svolge l’attività di Sostituto Commissario della Polizia di Stato, quale responsabile dell’Ufficio Minori della Questura di Ferrara. In precedenza ha diretto le sezioni investigative della Squadra Mobile e della Digos nel settore dell’antiterrorismo. Attualmente affianca l’attività investigativa sui crimini sessuali e familiari con attività formative fuori e dentro l’amministrazione.

Dal 2000 è docente presso l’Università di Ferrara, Facoltà di Lettere e Filosofia, nel Master post-laurea “Tutela, diritti e protezione dei minori” e ricopre la carica di segretario provinciale del Sindacato Italiano appartenenti Polizia (SIAP), nonché membro della Direzione Nazionale.

Ha pubblicato, nel 2009, il romanzo “Disonora il padre e la madre” presentando il romanzo al Salone del libro di Torino nel 2009 come autore selezionato dalla Polizia di Stato. Con i tipi di Faust Edizioni ha pubblicato “Che io Bruci” nel 2014 e il saggio di criminologia “Il caso Aldrovandi” nel 2015. Ha scritto numerosi capitoli in testi collettanei di natura scientifica e tecnica in collaborazione con le Università di Ferrara e Bologna.


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Autore: Alessandro Chiarelli

ISBN Libro: 978-88-6660-168-5 | Pagg. 336 | Euro 18,00 | Collana: Black & Yellow | Genere: Thriller | Anno 2015


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