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LE ROSE DI NATALE, Louis Aragon

Da Silvy56
LE ROSE DI NATALE, Louis Aragon
Quando eravamo il bicchiere rovesciato, Un ciliegio sfiorito nei turbini bigi, La terra sotto l'erpice il pane spezzato O gli annegati che traversano Parigi. Quando eravamo fieno giallo pestato, Il grano saccheggiato e l'imposta battente. Il canto che smuore la folla piangente. Quando eravamo il cavallo stramazzato. Quando privi in Patria di cittadinanza Andavamo raminghi senza domani. Quando tendevamo a spettri di speranza, La vergognosa nudità delle mani. Allora quelli che scesero in strada Foss'anche un momento per subito cadere. Furono in pieno inverno le nostre primavere Il loro sguardo fu il lampo di una spada. Natale Natale quelle aurore furtive Restituirono a voi uomini di poca fede Il grande amore per cui si muore e si vive Il domani che di ieri si fa erede. Oserete ciò che il loro dicembre osa Mie belle primavere di scampato pericolo Ricordate l'intenso profumo di rosa. Quando la stella ai pastori fu veicolo In pieno sole scorderete la stella Scorderete come finì quella notte. Quando il vento tenderà le scotte Scorderete la morte d'Ifigenia bella. Piange la porpora sulle ciglia delle prataiole O se s'imperlano d'un sudor di sangue Scorderete la scure sempre in cerca di gole Le vedrete con occhio che assente langue. Non può a lungo tacere il sangue versato. Scorderete donde venne il raccolto E l'uva delle labbra sul terreno sconvolto E il gusto amaro che il vino ne ha serbato

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