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Le rovine di Roma con i bambini

Creato il 22 agosto 2012 da Witzbalinka

In passato, durante buona parte del XVIII secolo e tutto il XIX, i giovani delle famiglie benestanti dell’Europa del Nord avevano un viaggio pendente. Si trattava del cosiddetto Grand Tour e consisteva, in pratica, nel giungere fino a Roma, dove la visione e la convivenza con le antiche rovine sarebbero servite da punto d’avvio della vita adulta. La maggior parte di coloro che si lanciavano in quest’avventura erano maschi, ma c’erano anche varie ragazze disposte a calarsi in tale difficile ruolo.

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Naturalmente ogni intellettuale, letterato o poeta in cerca dell’approvazione dei suoi contemporanei doveva dare prova del suo passaggio a Roma. Le gloriose rovine del passato facevano da fonte d’ispirazione per la scrittura di diari, raccolte di poesie e narrazioni. In un viaggio di andata e ritorno, il viaggiatore contemporaneo ha l’occasione di seguire i passi di questi poeti romantici nella Città Eterna. Ma oggi vi proponiamo un programma diverso: un itinerario che, come quello degli intellettuali del passato, tocca i punti più emblematici della Roma antica, da realizzare con i propri figli.

Ai piccoli curiosi piace sentirsi parte di una famiglia e di una storia comune. Una passeggiata attraverso le rovine dell’antico Impero Romano sarà una maniera di divertirsi e di passare qualche giorno di relax, ma anche di introdurre i propri figli negli intersizi della storia e fare in modo che, in qualche modo, si sentano parte di essa.

È intelligente uscire provvisti di quaderno e colori non troppo pesanti, e stimolare i bambini a prendere appunti o ricordi (ma attenzione a non toccare o fare danni alle pietre o agli spazi monumentali!). Un fiore, una foglia, una pietra, una margherita o una cartolina entrano nella borsa e fanno sì che i vostri figli conservino come ricordo una parte di questa esperienza.  

Si può iniziare il percorso nei Musei Capitolini, dove sono conservate quasi tutte le sculture di grande misura ed i resti di maggiore importanza, come la Lupa Capitolina con la rappresentazione di Romolo e Remo, la Venus Esquilina, il Discobolo ed il Fauno Rosso. Si può passare poi dall’ordine di uno spazio museistico al disordine del Foro, o di ciò resta di esso, ma prima di addentrarsi nel dedalo di colonne rotte, cimeli abbandonati e pareti diroccate, è importante farsi un’idea d’insieme dal colle Capitolino.

Nella grande distesa del foro romano bisogna andare forniti d’acqua, cappello e sufficiente protezione solare, visto che quasi non c’è possibilità di ripararsi dal sole. Se si vuole far divertire i bambini, bisogna spiegar loro la storia del luogo, la sua importanza e fare un paragone –perché no?- con le attuali reti sociali. Lì la gente andava a fare acquisti, a conoscere altra gente, a raccogliere notizie e a fare affari di ogni tipo. Senza il foro Roma non era niente, come non era niente senza i giochi (crudeltà incluse) del Colosseo. Le gallerie e ciò che resta delle gradinate ricordano così tanto i moderni stadi di calcio che i bambini noteranno subito la somiglianza. 

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Candela Vizcaíno

Un altro giorno faremo un giro per palazzi e chiese barocche. Adesso è ora di riposare negli appartamenti a Roma, focolare provvisorio per i nostri piccoli studiosi del Grand Tour.

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